Procrastinare: perché lo facciamo e le tecniche per smettere
Quando gli impegni si moltiplicano procrastinare diventa l’unica soluzione apparente. Doveri lavorativi e sociali, attività da svolgere, competenza da assumere. Tutto questo e molto altro rendono la gestione del tempo complicata. Come risultato otteniamo però conseguenze deleterie bloccandoci. Ci rifiutiamo, in modo più o meno consapevole, di andare avanti.
Cerchiamo di capire insieme come uscire da questo loop.
Cosa significa procrastinare
Procrastinare nel dizionario italiano viene spiegato come la tendenza a:
rinviare da un giorno all’altro per guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare ciò che si dovrebbe.
In psicologia si intende invece:
un comportamento che ci spinge a ritardare volontariamente un’azione. Nonostante la consapevolezza delle future conseguenze negative.
Procrastinare può dunque essere un problema serio. Giornate intere trascorse senza concludere nulla di effettivo. Con conseguenze deleterie quali:
- stress;
- ansia;
- insicurezza nelle proprie capacità;
- frustrazione;
- minor autostima.
La conseguenza più pericolosa è infatti proprio non portare a compimento ciò che ci eravamo prefissati di terminare. Attività prioritarie vengono sostituite con altre meno importanti ma più piacevoli. La maggior parte delle volte inoltre si tende a sostituire il proprio dovere con la nullafacenza. Rimandare a un domani indeterminato è un’azione del tutto irrazionale
Questa sostituzione d’attività innesca un blocco mentale che può assumere conseguenze gravi:
- a livello emotivo: peso che si tramuta in senso di colpa, vulnerabiltà, insicurezza e ansia;
- pratici: allontanandosi dai propri obiettivi si rischia l’insuccesso.
Spesso la procrastinazione inizia da una solo area della propria vita per poi allargarsi ad altre e diventare un’abitudine consolidata. Lo stesso nostro comportamento sociale ne può risentire.
Perché procrastiniamo?
Le motivazioni per cui tendiamo a procrastinare, pur essendo molte, possono essere racchiuse nelle seguenti macroaree:
- pigrizia: in linea generale, l’istinto dell’uomo è pressochè pigro. O meglio, non è programmato per le incombenze della moderna quotidianità. Quando si perde la capacità di gestione e controllo ci si allontana dagli obiettivi;
- mancanza di motivazione: imparare a completare i propri compiti anche quando non siamo del tutto motivati. Per farlo è utile inquadrare le proprie attività in abitudini ben strutturate. La forza di volontà è necessaria. Se abbiamo una routine ben chiara tenderemo a rispettarla a prescindere dai compiti da svolgere;
- timore dell’insuccesso: spesso la procrastinazione c’è ove non ci sentiamo sicuri delle nostre abilità. Ma chi non fa non sbaglia. Inconsciamente è come se l’insuccesso svelerebbe l’inadeguatezza. La non azione lascia nell’ambito delle probabilità. Lo sbaglio fa parte della vita e della crescita personale. Non è un marchio indelebile che definisce una persona;
- distonia dal proprio sistema di valori: a volte procrastinare è causato dal non credere in quello che si fa. La voglia c’è ma non l’allineamento con le proprie credenze. In questo caso la domanda da porsi è: come siamo arrivati a doverlo fare? La soluzione è solo una. O cambi sistema di valori o cambi attività.
Matrice di Eisenhower: come gestire il tempo al meglio
Per smettere di procrastinare è utile formalizzare le attività tramite analisi precise, periodiche e strutturate:
- scrivere una lista di attività che si stanno ritardando;
- inserirle una ad una nella Matrice di Eisenhower;
- decidere ed agire in base ai risultati.
La matrice di Eisenhower è un sistema di gestione del tempo. Sfrutta l’intersezione di due concetti: urgenza e importanza.
Ogni attività può infatti essere inserita in due categorie:
- urgente e non importante: da ridurre al minimo. Di solito sono compiti che arrivano dall’esterno;
- non urgente e non importante: da eliminare;
- urgente e importante: priorità. Una volta stabilito razionalmente diventano di primaria necessità;
- non urgente e importante: rimandabili a ad una data precisa.
La matrice di Eisenhower rappresenta con chiarezza le attività pur non cambiandone le caratteristiche intrinseche.
Come abbiamo visto finora il filo metodologico per smettere di procrastinare è prendere coscienza di ciò che si fa. In questo modo si ha davanti a sé la scelta consapevole di procrastinare o meno. E si eliminano sensi di colpa e insicurezze sul fallimento.
La procrastinazione ha dentro di sé anche degli aspetti positivi:
- protegge dalla iperproduttività e successo ad ogni costo tipico dei nostri tempi;
- stimola la creatività;
- evita di prendere decisioni d’impulso.
Consigli: come agire per non procrastinare
Analizziamo ora insieme alcuni consigli pratici utili per evitare di procrastinare:
- allena la capacità di differire dalla soddisfazione immediata e premiati per i risultati che ottieni;
- ricorda che la maggior parte di obiettivi raggiunti è merito della tua forza di volontà e competenze;
- alterna momenti di alta concentrazione ad altri di pausa. Liberare la mente è fondamentale per rendere al meglio;
- evita momenti di ozio digitale. Social network e simili spengono il cervello e invece di distrarci ci rubano energie;
- crea spazi di relax edificanti e costruttivi. Uno sport, una passeggiata, un buon libro o una chiaccherata tra amici;
- evita di pianificare in modo eccessivo ogni attività. Ad un certo punto è necessario un inizio;
- inzia con le attività più difficili. La mente all’inizio è più fresca e reattiva;
- suddividi la mole di lavoro in micro attività definite. In questo modo il tutto sarà più gestibile e controllabile;
- rispetta la regola dei 5 secondi: inizia subito ciò che dei fare. Più passa il tempo più il lasso temporale ci suggerisce pensieri e distrazioni;
- nell’ eventualità di fallimento accetta e si ottimista. Si impara sempre dai propri errori.