Regole ed eccezioni del plurale in spagnolo
Anche per chi studia lo spagnolo a livello intermedio o avanzato, formare correttamente il plurale in spagnolo può rappresentare una vera sfida. Le regole, pur essendo in apparenza semplici, nascondono numerose eccezioni e particolarità legate alla pronuncia, all’accentazione e alla terminazione delle parole.
Conoscere a fondo queste regole è fondamentale per scrivere e parlare in modo corretto lo spagnolo, naturale e fluente, evitando gli errori più comuni che possono compromettere la comprensione del messaggio.
In questo articolo analizzeremo in modo chiaro e pratico tutte le regole del plurale in spagnolo, con esempi utili, casi particolari e le principali eccezioni da tenere a mente. Una guida indispensabile per chi vuole rafforzare le proprie competenze linguistiche e comunicare in spagnolo con maggiore sicurezza.
Plurale in spagnolo: le regole base
- far sempre concordare genere e numero. In quest’ottica, se il sostantivo che accompagna l’aggettivo è singolare, anche l’aggettivo sarà singolare e viceversa;
- aggiungere -S alla fine della parola in nomi ed aggettivi che terminano con una vocale. Ad esempio: revista- revistas (giornale) e guapo-guapos (ragazzo);
- aggiungere -ES nelle parole che terminano con consonante. Ad esempio arbol – arboles (albero), ciudad-ciudades (città) e flor – flores (fiore);
- sostituire -Z con -CES, nelle parole che terminano con questa consonante. Ad esempio “feliz” diventa “felices”(felice), “pez” diventa “pezes” (pesce) e “arroz” diventa “arroces” (risotto);
- mantenere la parola invariata: in alcune parole, in particolar modo in sostantivi che terminano in -s, il singolare e il plurale vengono scritti nel medesimo modo. Ad esempio “paraguas” (ombrello) e “torax” (torace).
Plurale in spagnolo per parole che terminano con vocale
- atona: si aggiunge -s. Le vocali non accentate sono quelle che non presentano alcune accento nella parola. Ad esempio “cosa- cosas” (cosa) e “mirada – miradas” (sguardo);
- accentata (-á, -é, -ó): si aggiunge -s. L’accento è sull’ultima sillaba e terminano in vocale, Ad esempio: “sofà- sofàs” (divano) e “mamà- mamàs”(mamma);
- accentata (-ú): si aggiunge o -s o -es. In questi casi la regola cambia leggermente. Si può come sempre aggiungere -s al fondo della parola per formare il plurale o, in alternativa, -es. Ad esempio “bisturì-bistuires o bisturis” e tabù- tabues o tabus”;
- vocale con -í (tonico): si aggiunge -es per ottenere il plurale. Ad esempio esquí- esquíes (sci) e jabalí- jabalíes (cinghiale).
Parole che terminano con consonante: regole ed eccezioni
Il plurale in spagnolo nelle parole che terminano con una consonante si forma nella seguente modalità:
- -ES per tutte le parole che terminano con una consonante, eccetto -Z e -S-. Ad esempio, “gorrion- gorriones” (passero) e “clavel-claveles” (garofano);
- -CES se terminano in -Z: si rimuove la -z e la si sostituisce con -ces. Ad esempio “audaz- audaces” (audace) e “perspicaz- perspicaces” (perspicace);
- –ES se terminano in -S e sono parole monosillabiche o acute: i monosillabi (di una sola sillaba) formano il plurale con la desinenza -es e allo stesso tempo le parole acute che terminano in -s. Ad esempio “bus-buses” (pulman) e “gris-grises” (grigio).
Nel resto delle parole che terminano in -s, il plurale è uguale al singolare e non cambia. Ciò, ad esempio, vale per tutti i giorni della settimana che terminano in -s, come ad esempio “martes” (martedì).
Infine, nella lingua spagnola esistono alcune parole che possono solo essere usate nella loro forma singolare. Tra queste, ad esempio “el norte” (il nord), “el sur” (il sud), “el este” (l’est) e “el oeste” (l’ovest). Altre, all’esatto opposto, possono solo essere usate nella loro forma plurale. Ad esempio “las gafas” (gli occhiali), “las tijeras” (le forbici), “los pantalones” (i pantaloni) e “loz zapatos” (le scarpe).
Strumenti per le lingue
Per imparare al meglio il plurale in spagnolo e anche altre molte altre regole grammaticali, dalle più basiche alle più avanzate, ad oggi esistono molte piattaforme e strumenti nati per configurare ambienti di apprendimento efficaci.
In particolare:
- Babbel: molto utile per chi vuole imparare l’inglese e, soprattutto, fare pratica con le regole grammaticali. Le singole lezioni hanno una durata di 20 minuti e permettono di svolgere esercizi pratici, fare conversazione ed esercizi pratici;
- Duolingo: app di inglese gratuita. Ottima per creare abitudini di apprendimento offre sul mercato l’insegnamento di più lingue. Si sulla memorizzazione di frasi e sull’insegnamento della struttura della lingua tramite giochi dalla durata di 5 min o poco più;
- Memrise: perfetta per incrementare il vocabolario, è un’app gratis dotata di flashcard che usa un sistema di ripetizione dilazionata per aiutare a memorizzare nuove parole e frasi. La possibilità di sentire madrelingua che pronunciano parole e frasi e la funzione di riconoscimento permettono inoltre di fare pratica con la pronuncia;
Molto utile per lo scambio linguistico è infineTandem, un app in grado di mettere in contatto tra loro le persone in base alla lingua prescelta. In questo modo è possibile avere conversazioni con madrelingua e scambiarsi reciprocamente le abilità linguistiche.