La teoria del pensiero laterale di Edward De Bono
Il pensiero laterale elaborato da Edward De Bono nella metà del’ 900 è, ancora oggi, spunto di riflessione per analizzare il contesto comunicativo attuale.
Questo concetto, introdotto dal celebre psicologo, rappresenta una delle strategie più efficaci per sviluppare la creatività e trovare soluzioni innovative. Al contrario del pensiero logico e lineare, il pensiero laterale invita a considerare punti di vista inusuali e approcci diversi, rompendo gli schemi convenzionali. In un mondo in continua evoluzione, saper padroneggiare questa tecnica può fare la differenza, soprattutto in ambito lavorativo e personale
Ma come si può allenare il pensiero laterale?
Scopriamolo insieme.
La teoria del pensiero laterale: cosa tratta
Edward De Bono parte dal presupposto che il ragionamento logico non soddisfi in modo completo l’esigenza di nuove idee.
In quest’ottica viene elaborata la teoria del pensiero laterale, che rappresenta un modo diverso di affrontare i problemi che scarta idee preconcette e clichè a favore di nuovi modi di organizzare i concetti.
Si tratta dell’abilità di pensare in modo creativo e fuori dagli schemi per risolvere un problema che si contrappone al pensiero logico-razionale. Quest’ultimo, infatti, si limita a risolvere i problemi in modo diretto, in base a relazioni di causa-effetto. Il pensiero laterale, invece, osserva le cose da una prospettiva diversa al fine di trovare risposte che non sono immediatamente evidenti.
Nella maggior parte delle situazioni di vita reale ciascuno di noi assume percezioni e concetti come veri e pensa seguendo sempre gli stessi schemi rigidi di ragionamento. Ma cambiare le proprie abitudini di pensiero, i propri schemi mentali permette di abbracciare una prospettiva di pensiero più ampia e meno prevedibile.
L’obiettivo di Edward De Bono, tramite la sua teoria, è quella di permettere al cervello umano di:
- evitare di pensare in modi convenzionali
- cercare nuove risposte al di fuori dei nostri abituali schemi di pensiero
- diventare essere creativi su richiesta
Pensiero verticale vs. Pensiero laterale
La teoria del pensiero laterale di Edward De Bono si basa sull’idea che esistono due modalità principali di pensiero: il pensiero verticale (logico) e il pensiero laterale (creativo e non lineare). De Bono ha sviluppato il concetto di “pensiero laterale” come un modo per superare gli approcci rigidi e sequenziali del pensiero logico, che a volte può limitare le soluzioni disponibili.
Ecco le differenze principali tra i due tipi di pensiero.
Pensiero verticale: processo di pensiero logico, analitico e sequenziale. Si basa su regole prestabilite, procede passo dopo passo ed esplora ogni possibilità in modo sistematico. È il tipo di pensiero che si utilizza quando si risolve un problema seguendo un percorso lineare, basato su fatti e dati certi.
Pensiero laterale: esplora soluzioni alternative che non seguono necessariamente una logica sequenziale. Utilizza tecniche come il ribaltamento delle premesse, l’associazione libera e il cambiamento di prospettiva per arrivare a nuove idee o soluzioni creative.
Caratteristiche principali del pensiero laterale
Generazione di nuove idee
Il pensiero laterale permette di rompere gli schemi abituali e favorisce la generazione di idee che, altrimenti, sarebbero difficili da raggiungere con il pensiero logico. De Bono sostiene che questo tipo di pensiero è fondamentale per l’innovazione.
Superamento delle idee preconcette
Uno dei problemi del pensiero verticale è che tende a seguire percorsi già battuti. Il pensiero laterale, invece, cerca di spostarsi lateralmente rispetto a un problema, permettendo di vedere soluzioni inaspettate.
Cambio di prospettiva
Un elemento chiave è la capacità di vedere un problema da un punto di vista completamente nuovo. Il pensiero laterale invita a mettere in discussione le ipotesi di base e a esplorare punti di vista alternativi.
Creatività strutturata
Anche se il pensiero laterale sembra più libero e meno strutturato rispetto al pensiero verticale, De Bono ha sviluppato tecniche precise per applicarlo in modo efficace, dimostrando che è possibile essere creativi in modo sistematico.
Quattro tecniche differenti
Come abbiamo visto finora, il pensiero laterale permette di superare la naturale propensione umana a rimanere bloccati nei medesimi ripetitivi schemi di pensiero.
Il cervello umano, infatti, tende a ripetere gli atteggiamenti di pensiero che funzionano per non creare nuovi percorsi sinaptici. Progettato per capire come fare le cose, quando trova un meccanismo che funziona blocca la risposta in un processo subconscio automatico di modo da potersi concentrarsi su altre questioni.
Ma per percepire in modo più accurato i modelli dell’ambiente che ci circonda, è necessario sviluppare le capacità di pensiero laterale. Nello specifico tramite:
- Consapevolezza: sapere come il cervello elabora le informazioni e riconoscere la sua tendenza ad affidarsi a determinati schemi di pensiero consolidati prima di iniziare a lavorare su un nuovo problema;
- Stimolazione causale: consentire agli stimoli esterni non pianificati di interrompere la nostra concentrazione e prestare attenzione alla casualità per spingere il pensiero a nuove intuizioni;
- Alternative: considerare un problema da tutte le angolazioni possibili e valutare approcci differenti;
- Alterazione: fare l’opposto di una direzione implicita, invertire le relazioni tra gli elementi del problema e scomporre grandi schemi in parti più piccole.
Dal punto di vista pratico, De Bono ha proposto diversi metodi per stimolare il pensiero laterale:
Provocazione: questa tecnica consiste nel creare affermazioni “provocatorie” che possono sembrare assurde o controintuitive, ma che forzano la mente a uscire dagli schemi convenzionali. Ad esempio, per risolvere un problema legato al traffico, una provocazione potrebbe essere “eliminiamo tutte le strade“.
Ribaltamento: consiste nel prendere una premessa di base e invertirla. Ad esempio, se la regola in un’azienda è che tutti i dipendenti lavorano in ufficio, il ribaltamento potrebbe essere “tutti lavorano da casa“. Questo tipo di inversione spesso apre nuove strade per la soluzione.
Frammentazione: si spezzetta il problema in parti più piccole, analizzando ogni componente separatamente. Questo consente di vedere aspetti che altrimenti rimarrebbero nascosti se si osservasse il problema nella sua totalità.
Abbandono di presupposti: il pensiero laterale invita a mettere in discussione presupposti che vengono dati per scontati. Eliminando o modificando un presupposto apparentemente intoccabile, è possibile generare nuove soluzioni.
Random Input: De Bono suggerisce l’uso di input casuali come stimoli per il pensiero creativo. Questo potrebbe significare prendere una parola a caso da un dizionario e cercare di collegarla al problema da risolvere, aprendo la mente a nuove connessioni.
L’insieme di questi metodi può produrre nuovi strumenti con cui costruire una soluzione.
I “Sei cappelli per pensare”
Oltre al pensiero laterale, De Bono ha sviluppato anche il metodo dei Sei cappelli per pensare, un’altra tecnica che aiuta a organizzare e gestire le diverse modalità di pensiero.
Il metodo dei Sei cappelli per pensare di Edward De Bono è una tecnica di pensiero strutturato progettata per aiutare individui e gruppi a prendere decisioni in modo più efficace e creativo, esplorando un problema da diversi punti di vista. Questo approccio è particolarmente utile nelle situazioni in cui è necessario valutare una vasta gamma di opzioni, poiché favorisce il pensiero parallelo e incoraggia tutti i partecipanti a considerare diverse prospettive senza interferenze emotive o conflitti personali.
L’idea centrale dei Sei Cappelli
Secondo De Bono, il pensiero umano è spesso disordinato, e le emozioni, la logica e la creatività si sovrappongono, causando confusione. Per risolvere questo problema, il metodo dei Sei cappelli separa questi diversi tipi di pensiero in sei modalità, rappresentate da sei cappelli colorati. Quando si indossa un “cappello“, ci si concentra su uno specifico stile di pensiero, evitando distrazioni e confusione.
Cappello bianco: pensiero oggettivo e informativo.
Focus: fatti e informazioni. Quando si indossa il cappello bianco, si analizzano dati oggettivi, statistiche e informazioni concrete disponibili. Il pensiero è neutrale, orientato alla raccolta di fatti senza interpretazioni o giudizi.
Cappello rosso: pensiero emotivo e intuitivo.
Focus: emozioni, sentimenti e intuizioni. Con il cappello rosso, si esprimono le reazioni emotive immediate e si considerano anche i sentimenti istintivi. Non è necessario giustificare le emozioni, ma è importante essere onesti su come ci si sente riguardo a una situazione.
Cappello nero: pensiero critico e cautela
Focus: pensiero critico e giudizio negativo. Il cappello nero è associato alla valutazione dei rischi, delle criticità e delle potenziali difficoltà. È il momento di evidenziare gli svantaggi, i punti deboli e le possibili problematiche di un’idea.
Cappello giallo: pensiero positivo e ottimista.
Focus: ottimismo e pensiero costruttivo. Il cappello giallo si concentra sugli aspetti positivi, sui vantaggi e sulle opportunità. Si cerca di esplorare perché un’idea potrebbe funzionare e quali benefici potrebbe portare. È l’opposto del cappello nero.
Cappello verde: pensiero creativo e innovativo.
Focus: creatività, innovazione e generazione di nuove idee. Indossando il cappello verde, si cerca di esplorare soluzioni alternative, idee innovative e approcci non convenzionali. Si incoraggia il pensiero divergente e si cerca di rompere gli schemi tradizionali.
Cappello blu: pensiero di controllo e gestione del processo.
Focus: gestione del processo e organizzazione del pensiero. Il cappello blu ha un ruolo metacognitivo: chi lo indossa si occupa di coordinare la discussione, stabilire obiettivi, monitorare i progressi e dirigere l’uso degli altri cappelli. È il cappello del moderatore o del facilitatore.
Come utilizzare la capacità di pensiero laterale
- generatore di idee: liberare gli schemi di pensiero dai loro percorsi abituali ed agevolare la creazione di nuovi percorsi e nuove idee;
- focus: aprire la mente a nuove possibilità e focalizzarsi su idee e dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti;
- aumento del valore: ottenere maggior guadagno da ogni singola informazione in quanto utilizzabile in più contesti;
- trattamento di idee: adattare le idee astratte alle risorse del mondo reale.
- risolvere problemi: spesso, quando ci si trova a prendere decisioni o progettare qualcosa, esiste una risposta ovvia, e poi tutte le altre. Utilizzare il pensiero laterale permette di scoprire modi alternativi di definire il problema e definirlo in un senso più ampio. In questo modo si allena il cervello a essere più creativo in modo naturale e scoprire eventuali soluzioni migliori;
- trovare nuovi modi di agire: probabilmente esistono differenti modalità di fare le medesime cose in modo più efficace ed efficiente e, di conseguenza, raggiungere più facilmente i propri obiettivi.
Come allenare la creatività
- Creare delle mappe mentali
Si tratta di aiuti visivi che danno l’opportunità di mettere tutte le idee su carta e poi raccogliere i pensieri. Richiedono al cervello di adattare i suoi processi mentali e, di conseguenza, permettono di trovare risposte inaspettatamente. - Utilizzare i cinque sensi (vista, tatto, udito, olfatto e gusto)
Raramente vengono utilizzati tutti per elaborare le cose. A volte però, possono dare risultati utili. Ad esempio, esprimere i propri pensieri ad alta voce può permettere di ragionare su qualcosa che altrimenti andrebbe perso. - Sviluppare il pensiero inverso
Analizzare ciò che le persone normalmente fanno in una situazione e poi agire all’opposto;. - Fare brainstorming
Permette di produrre idee fuori dagli schemi ed esplorare le varie soluzioni possibili ad un problema condiviso.