Pasolini: chi era e i dubbi sui suoi attentatori
Pier Paolo Pasolini è ricordato per le più diverse ragioni: come poeta, scrittore, sceneggiatore e persino regista. Il suo primo successo Ragazzi di vita fu al tempo stesso acclamato e guardato con diffidenza per il tema centrale, ossia la prostituzione maschile. Ma l’artista collaborò anche con Fellini ad alcune delle sue produzioni, lasciando un forte impatto.
La figura di questo intellettuale resterà sempre avvolta da un’aurea di mistero, così come in parte le circostanze della sua morte. Alcuni pensano a una rapina, altri a un gruppo di ragazzi incoscienti e altri ancora a un attentato di una banda “misto” di criminalità politica e criminalità comune..
Giovinezza di Pasolini
Nacque a Bologna il 5 marzo del 1922 ma già l’anno dopo la famiglia si trasferì a Conegliano (provincia di Treviso) e poi ancora nel 1925 a Belluno. Iniziò le scuole elementari una volta che la famiglia tornò a Conegliano dopo altri trasferimenti. L’infanzia non fu facile per l’artista a causa dei debiti del padre e della poca stabilità della famiglia.
Dopo il liceo frequentato con un profitto notevole Pasolini si iscrisse alla Facoltà di Lettere all’Università di Bologna. Durante gli studi si appassionò anche al cinema e allo sport e iniziò a scrivere i primi componimenti poetici che raccolse nella pubblicazione Poesie a Casarsa. La loro particolarità era quella di essere scritte in dialetto friulano e non in italiano.
Verso i vent’anni nell’artista iniziò a prendere piede la consapevolezza di qualcosa che lo avrebbe sempre etichettato. Cominciò infatti a rendersi conto di provare attrazione verso gli altri ragazzi, dopo un’iniziale confusione sul proprio orientamento.
Nel 1943 però arrivarono problemi più gravi con la chiamata alle armi. Pasolini si arruolò. ma fuggì a Casarsa pochi giorni dopo.
I romanzi più celebri
- Ragazzi di vita. La vicenda si svolge nel dopoguerra del Secondo Conflitto Mondiale e racconta le vicissitudini di alcuni ragazzi adolescenti. Il personaggio principale, Riccetto, è all’inizio della storia una ragazzo generoso, altruista a livelli quasi estremi. A causa della fama però arriva a doversi prostituire per mangiare. Questo e altri episodi lo cambieranno per sempre.
- Una vita violenta. Romanzo di Pasolini pubblicato nel 1959, riprende i temi di Ragazzi di vita narrando stavolta la storia di Tommaso Puzzilli. Giovane romano inizialmente senza scrupoli, violento e vicino al fascismo, gradualmente si riscatta iscrivendosi al PCI e aiutando le persone vicine.
- Il sogno di una cosa. Scritto prima degli altri ma pubblicato negli anni ’60, narra le storie di tre giovani italiani che nel dopoguerra cercano riscatto all’estero. Uno in Svizzera e due in Jugoslavia, sperando di trovare un posto in ripresa dopo la fine della dittatura di Tito. Uno scenario ben più vasto per descrivere l’Europa dopo il conflitto.
Pasolini nel cinema
In tutte e tre le produzioni Pasolini decise di introdurre diverse scene di nudo, sia femminile che maschile. Una protesta contro il perbenismo e il bigottismo che ammantavano il pensiero borghese di quegli anni, ma giustificata dalle vicende letterarie scelte. Un secondo aspetto interessante fu la scelta di volti sconosciuti per gli attori di tutta la trilogia anziché nomi celebri.
Oltre che da regista l’artista decise di apparire a sua volta in due delle pellicole. Nel Decameron si presenta nelle vesti di un pittore impegnato a realizzare un affresco rendendo la scena un intermezzo fra la prima e la seconda parte. Poi si cala nei panni dell’autore Caucher nel film I racconti di Canterbury.
Nel 1975 Pasolini girò quello che forse fu il suo film più scandaloso, ossia Salò o le 120 giornate di Sodoma. L’ispirazione veniva dal romanzo incompiuto del marchese De Sade. La pellicola avrebbe dovuto far parte di una seconda trilogia da contrapporre alla prima, ma la morte del regista lasciò il progetto in sospeso.
Le teorie sulla morte dell’intellettuale
Negli anni si sono succedute testimonianze che hanno sviato più volte, arrivando a parlare anche di un’azione punitiva per l’omosessualità dell’artista.
Teoria del complotto politico
Una delle interpretazioni più diffuse è quella del complotto politico.
Pasolini era un intellettuale scomodo per molti, noto per le sue denunce contro la corruzione e il potere politico. Stava lavorando su opere che avrebbero potuto rivelare verità scomode, come il romanzo “Petrolio“, che trattava di scandali economici e politici, e il fil “Salò” o le “120 giornate di Sodoma“, una critica feroce al potere. Questo ha alimentato l’idea che il suo omicidio fosse orchestrato da poteri forti che volevano azzittirlo.
Coinvolgimento della Banda della Magliana e P2
Altre teorie suggeriscono il coinvolgimento della criminalità organizzata, in particolare la Banda della Magliana, e della loggia massonica P2.
Si ipotizza che Pasolini fosse stato attirato in una trappola con la promessa di recuperare i negativi rubati del suo film “Salò“. La violenza con cui fu ucciso e la dinamica dell’omicidio suggeriscono un’esecuzione deliberata e pianificata, piuttosto che un semplice alterco finito male.
Incoerenze e nuove prove
Negli anni sono emerse molte incoerenze nella versione ufficiale.
Testimonianze e prove scientifiche indicano la presenza di altre persone sulla scena del crimine. Ad esempio, tracce di DNA di individui non identificati furono trovate sui vestiti di Pasolini e sul luogo del delitto, suggerendo che Pelosi non fosse solo. Queste scoperte hanno rafforzato l’idea che l’omicidio fosse il risultato di un’azione collettiva piuttosto che individuale.
Grazie alle analisi della genetista Marina Baldi, è stato accertato che in macchina c’era almeno un altro aggressore. Il sangue di questo individuo è stato trovato sul maglione di Pasolini. Secondo Stefano Maccioni, il legale di Pelosi, la Baldi ha identificato altri due DNA: uno di questi è misto al codice genetico di Pasolini ed è stato trovato su altri reperti; il secondo, appartenente a un altro soggetto ignoto, è un profilo singolo estrapolato da una traccia ematica, suggerendo che questa persona fosse ferita e sanguinante durante il contatto con la vittima.
Interpretazioni culturali e sociali
Pasolini era una figura controversa, apertamente critico nei confronti della società dei consumi e delle istituzioni italiane del suo tempo. La sua morte è stata vista anche come un riflesso della violenza e della corruzione della società italiana degli anni ’70. Alcuni ritengono che l’omicidio sia stato un tentativo di zittire una voce potente e dissidente.
In sintesi, l’omicidio di Pasolini rimane avvolto nel mistero con molte domande ancora senza risposta. La complessità del caso, con implicazioni politiche, sociali e criminali, continua ad alimentare dibattiti e ricerche sul vero motivo e i responsabili della sua morte.