Papilloma virus HPV
La prima cosa da precisare sul Papilloma virus è che in realtà questa denominazione raggruppa diversi ceppi virali, di cui quelli con il genoma sequenziato sono circa 170. A livello della classificazione rientrano tutti nella famiglia Papillomaviridae, Più spesso in ambito medico si fa riferimento a questi patogeni con l’acronimo HPV.
Si tratta di ceppi virali pericolosi per gli esseri umani e in particolare per le donne, che si sottopongono periodicamente a un controllo preventivo tramite il Pap test. La modalità di trasmissione più frequente che porta a sviluppare l’infezione infatti è il rapporto sessuale non protetto, ma se si hanno ferite aperte basta anche un semplice contatto cutaneo.
La struttura del Papilloma virus
I ceppi di questa famiglia virale sono classificati come virus “nudi“, ossia privi di pericapside.
Il capside ha una forma icosaedrica (solido a 20 facce) e un diametro di circa 50 nm. A formare questa struttura troviamo 72 proteine di rivestimento (capsomeri) suddivise in 12 pentameri e 60 pentameri. Le prime contano cinque domini strutturali, le seconde sei.
Le proteine più abbondanti sul capside del Papilloma virus si indicano con L1 e L2. La maggior parte degli anticorpi prodotti dall’organismo per contrastare l’infezione è rivolta contro le proteine L1. All’interno del capside troviamo un genoma a dsDNA (DNA a doppia elica) lungo circa 8.000 paia di basi, che si presenta come una molecola circolare e avvolta intorno a proteine istoniche.
Poiché appartiene al gruppo dei virus a dsDNA per replicarsi l’HPV prima di tutto integra il proprio genoma in quello della cellula ospite. Il materiale genetico iniettato entra nel nucleo e si serve della DNA polimerasi dell’ospite per generare delle copie del genoma. Dopodiché grazie alla trascrizione la porzione di dsDNA codificante le proteine del capside e gli enzimi virali arriva ai ribosomi e viene tradotta.
Grazie agli enzimi virali le copie del genoma dell’HPV possono essere “impacchettate” all’interno dei capsidi neoformati. A questo punto le particelle virali sono pronte a uscire dall’ospite inducendone la lisi. Nell’organismo umano l’HPV infetta in particolare le cellule dell’epitelio squamoso, a livello della pelle, delle vie respiratorie o dei genitali.
I sintomi dell’infezione da HPV
Come accennato per contrarre il Papilloma virus è necessario venirvi a contatto con le mucose (a livello genitale) o con zone esposte della pelle come tagli o abrasioni. Chi ha un sistema immunitario compromesso è più esposto al rischio di contagio, così come chi presenta già delle infezioni contratte da rapporti sessuali o soffre di obesità.
Non tutti i ceppi di HPV sono ad alto rischio oncogeno, anzi alcuni si limitano a dare luogo alle verruche.
Si tratta di piccole escrescenze benigne formate da un nucleo interno irrorato da vasi sanguigni e rivestite di più strati di tessuto epiteliale. Possono presentarsi a livello plantare, genitale o in altre zone, e spesso si contraggono in ambienti poco igienizzati come le piscine.
Le verruche da Papilloma virus a basso rischio spesso sono asintomatiche, anche se ci sono casi in cui posso provocare prurito o fastidio a contatto con la biancheria. I ceppi ad alto rischio possono invece provocare tumori che non si manifestano con escrescenze come le verruche ma con modificazioni istologiche della mucosa genitale.
Per rilevarle è necessario il Pap test o l’HPV DNA test.
Questo secondo test si effettua solo dopo i trent’anni e si effettua ogni 5 anni.
Si tratta di un test di screening molto accurato e in grado di rilevare la presenza dei ceppi di HPV prima che diano luogo alle modificazioni rilevabili con il Pap test. Per eseguirlo si estrae il DNA da alcune cellule prelevate dal collo dell’utero e lo si amplifica con la PCR per cercare la presenza di eventuali geni virali.
La prevenzione contro il Papilloma virus
Come rimuovere le escrescenze da HPV
er curarle sono possibili due diversi tipi di approccio, uno di natura farmacologica e uno di tipo chirurgico. Il primo richiede l’applicazione di preparati in crema o gel nel caso di lesioni a carico dei genitali.