Il nerolo e le sue proprietà
Chi conosce la cosmetica ha senza dubbio sentito nominare il nerolo, un alcol monoterpenico che si trova all’interno dell’olio estratto dai neroli. Come tutti i terpeni prodotti dalle piante si tratta di una molecola biologica dal forte aroma, anche se le loro proprietà non finiscono qui. Alcune di queste molecole infatti trovano applicazione in Medicina per lo sviluppo di terapie farmacologiche.
L’olio di neroli si estrae distillando i fiori dell’arancio amaro (Citrus aurantium), bianchi e carnosi, che vanno raccolti freschi e senza danneggiarli. Tuttavia l’alcol che abbiamo nominato si trova (anche se in quantità minore) anche in altre piante. Tra queste ci sono la vite, il timo e il noce nero.
Le caratteristiche e la natura del nerolo
Analizziamo prima di tutto la struttura di questa molecola, che ha formula bruta C10H18O. Osservando la disposizione dei suoi gruppi funzionali si nota che costituisce l’isomero Z di un altro alcol monoterpenico, il geraniolo.
Come suggerisce il nome questo secondo alcol non si ricava dall’arancio ma dalle foglie e dai fiori del geranio, oltre che dalla verbena.
A contraddistinguere il nerolo, il cui nome IUPAC è (Z)-3,7-dimetil-2,6-octadien-1-olonoto è un aroma floreale, che ricorda il profumo di rosa, All’aspetto si presenta come un liquido oleoso di colore giallo pallido e che risulta insolubile in acqua. Si scioglie invece in altri tipi di solventi tra cui troviamo l’etanolo e il cloroformio. Presenta una pKa pari a 14,5 perché ha una natura acida molto debole.
Questo alcol monoterpenico può dare luogo alle stesse reazioni tipiche degli alcoli. Dunque lo si può ossidare per produrre aldedi o acidi carbossilici, oppure farlo condensare ottenendo al tempo stesso dell’etere. Reagendo con un acido carbossilico può portare alla formazione di un estere secondo la reazione di Fisher.
In presenza di molecole di natura acida va incontro a ciclizzazione intramolecolare. Ad esempio se fatto reagire con l’acido clorosolforico (HSO3Cl) diventa α-ciclogeraniolo. Si può usare anche per produrre limonene esponendolo all’ acido p-toluensolfonico, ma solo se in presenza di DMC.
Le proprietà farmaceutiche dell’olio di neroli
Una volta definite le caratteristiche del nerolo è ora di esaminare quelle dell’olio da cui si estrae.
La pianta da cui si ricava, Citrus arantium, deriva da un’antica ibridazione fra due piante, il pomelo (Citrus maxima) e il mandarino (Citrus reticulata). Ormai da secoli però si riproduce in modo autonomo e si coltiva sia nei paesi Mediterranei che in Sud America.
Il frutto prodotto dall’arancio amaro non è tanto usato a livello alimentare, ma come fonte di olio essenziale è molto importante.
Le applicazioni che trova in farmacia sono diverse, ma tra quelle principali c’è quella di calmante. Nei periodi di maggiore stress può diventare difficile avere il giusto riposo notturno, e i prodotti a base di quest’olio aiutano ad addormentarsi in modo più facile.
L’effetto calmante del nerolo torna utile anche per i disturbi d’ansia e per contrastare le sue manifestazioni psicosomatiche. In particolare quando lo stress colpisce l’intestino dando problemi di digestione o crampi l’estratto di neroli può alleviare i sintomi. Si può usare anche per la tensione addominale che le donne avvertono durante il ciclo mestruale.
L’olio di neroli può essere d’aiuto anche per aiutare la rigenerazione della pelle quando si presenta secca e screpolata, che non è raro durante la stagione fredda. Ma grazie alle proprietà idratanti e lenitive lo si può applicare anche sulle ustioni leggere, massaggiando delicatamente la cute per farlo assorbire.
L’uso del nerolo nell’industria dei profumi
L’olio essenziale di neroli può essere usato già così com’è per profumare l’acqua quando si vuole fare un bagno rilassante. Basta lasciarne cadere poche gocce una volta che la vasca è piena di acqua calda e nella stanza si sentirà presto un’intensa fragranza floreale dai toni agrumati.
A livello di profumi veri e propri, l’olio di neroli si può trovare sia nelle fragranze da uomo che in quelle pensate per le donne. Si tratta di un aroma perfetto per i flaconi pensati per i mesi estivi, freschi e frizzanti, o per i profumi primaverili.
Un esempio è la fragranza Acqua di Giò molto nota prodotta da Giorgio Armani, che ha sempre un gran successo da giugno in poi. Anche il flacone Eau Néroli Ambrée firmato Narciso Rodriguez usa questo estratto, come dichiara già nel nome, e così anche l’Eau de Neroli della Dyptique.
Qualche curiosità sull’olio di neroli
Per la precisione da una principessa, Marie Anne de la Tremoille de Noimourtier, che sposò il Principe di Nerola. Questa nobildonna vissuta nel XVII secolo amava in modo particolare l’aroma dei fiori di arancio amaro, tanto che ne usava l’olio per profumare l’acqua in cui lavava i suoi abiti.