Metamotori di ricerca: cosa sono, alcuni esempi e perché usarli
Sembra quasi di sentire un termine preso da un videogioco quando si parla di metamotori di ricerca. Ma non si tratta né di tecnologia da film né tantomeno di qualcosa legato al Metaverso. Sono strumenti a disposizione di tutti per riuscire a svolgere delle ricerche su Internet più complete e varie rispetto ai motori di ricerca classici.
Ecco di seguito cosa sono i metamotori di ricerca e che vantaggi possono portare agli utenti che scelgono di utilizzarli. Alcuni di questi hanno fatto la storia del web.
Come funzionano i metamotori di ricerca
La descrizione più basica che può definire questo strumento digitale è l’essere un motore di ricerca al di sopra degli altri. O meglio una piattaforma che ne ingloba altre. Dal punto di vista tecnico invece si può definire come una query che quando l’utente cerca qualcosa interroga più motori per poi selezionare i risultati attraverso dei filtri appositi.
In sintesi quindi i metamotori di ricerca servono a trovare più risultati possibili cercando anche di variare le fonti a cui attingere. Perciò in questo modo anche ricerche generiche possono andare a segno potendo scegliere fra più risorse. In effetti data la maggiore efficienza prima di Google erano i sistemi più diffusi per svolgere le ricerche sul web.
Esistono però due categorie in cui dividere i metamotori di ricerca. La prima è quella cosiddetta orizzontale ed è la più versatile fra le due. Possono essere consultati per qualsiasi ambito o tema senza particolari restrizioni e infatti sono i più usati per le ricerche generali. Il contrario invece vale per quelli verticali.
I metasearch (terminologia inglese) verticali infatti servono quando serve trovare qualcosa relativo ad un settore o a un settore/argomento specifico. Sono usati spesso per esempio per le ricerche da svolgere su un preciso ambito commerciale.
Vantaggi e svantaggi di questi supermotori
Come ogni strumento virtuale o fisico anche i metamotori di ricerca presentano dei pro e dei contro nel loro utilizzo. C’è da dire che il loro utilizzo è notevolmente diminuito dall’avvento di Google, che detiene una sorta di monopolio. Ad oggi però rispetto agli albori di Internet per tornare in vista si sono specializzati per arrivare là dove Google ancora manca di precisione.
Uno dei vantaggi indiscussi del preferire i metamotori di ricerca a Google è di trovare subito una gamma di risultati più ampia. Il tutto senza dover confrontare le pagine restituite da diversi motori. O per meglio dire le Search Engine Results Pages secondo il linguaggio informatico (abbreviate in SERP).
Un possibile svantaggio invece è legato al fatto che alcuni metasearch danno un numero finale di risultati limitato. In parallelo c’è anche da considerare la profondità dell’indagine compiuta dai metamotori di ricerca. Infatti risulta di solito inferiore rispetto a quella di Google. Dovendo indagare su un’area più ampia i filtri usati sono infatti meno specifici in proporzione.
Si tratta insomma di trovare un equilibrio fra l’uso di un metamotore e invece degli strumenti più classici. Tutto dipende da che cosa effettivamente stiamo cercando.
Alcuni metamotori di ricerca “storici”
Negli stessi anni di MetaCrawler vennero sviluppati diversi altri metamotori di ricerca. Fra questi ad esempio Ask Jeeves che però ora è noto invece come Ask.com, fondato nel 1996 e lanciato l’anno seguente. Questo metasearch richiede di digitare una domanda per poi iniziare la sua indagine combinata, e funziona anche con delle frasi complesse.
In contemporanea con MetaCrawler uscì anche WebCrawler, che nonostante il nome molto simile vide la luce grazie a un altro sviluppatore. A programmarlo fu infatti Brian Pinkerton, anche se nella stessa sede del “gemello”. Anch’esso esiste ancora oggi sul web anche se ormai viene usato raramente.