Cosa sono le metafore
Le metafore, come tutte le figure retoriche, hanno il potere di arricchire un testo, rendere il linguaggio più vivace e coinvolgente, e aggiungere profondità al significato di ciò che comunichiamo. Attraverso un’associazione creativa tra due elementi apparentemente distanti, le metafore trasformano un concetto astratto o complesso in un’immagine concreta e immediata, facilitando la comprensione e stimolando l’immaginazione di chi legge o ascolta.
Questa tecnica espressiva non è appannaggio esclusivo della letteratura: le metafore sono presenti nel linguaggio quotidiano, nella comunicazione pubblicitaria, nei discorsi politici e persino nel linguaggio scientifico. Riconoscerle significa saper leggere tra le righe e cogliere sfumature che arricchiscono il messaggio.
Nei prossimi paragrafi vedremo cosa sono le metafore, come identificarle e perché sono così pervasive nella nostra comunicazione.
Che cosa sono le metafore
Le metafore sono delle figure retoriche che utilizzano il senso figurato del linguaggio per riferirsi a qualcosa senza nominarla direttamente. Esse creano un paragone tra due elementi che hanno caratteristiche comuni escludendo dall’analogia il “come”, cosa che invece accade nella similitudine.
Ad esempio, dire “Marta è una volpe”, da idea del carattere furbo di una persona, “Luca è proprio un coniglio” indica il tratto di personalità pauroso e così via.
Come è evidente, le metafore stabiliscono un rapporto di analogia tra due elementi diversi, che permette di:
- trasmettere un significato più profondo ed evocativo, anche in base al contesto;
- esprimere idee ed emozioni in modo più poetico e creativo;
- arricchire il linguaggio.
Si tratta di una forma di espressione usata di frequente nella letteratura e nella poesia, che si trova spesso anche nel linguaggio colloquiale. Infatti, alcune di esse sono diventate così tanto convenzionali da non essere più ritenute tali.
Ad esempio: “Mi ha spezzato il cuore ma almeno ora posso ripartire da zero con la mia vita” oppure “Sono così arrabbiata che appena lo rivedo me lo mangio vivo”. In tutti questi casi, il significato non è ovviamente letterale ma ne assume di differenti in base al contesto in cui è collocato, ormai di uso linguistico corrente.
Tipologie differenti
- scrivere una trama avvincente;
- esprimere le idee in modo più visivo;
- scatenare una reazione emotiva in chi legge;
- creare una poeticità nel linguaggio.
- estese: continuano per più frasi e costituiscono scene vivide che rimangono impresse nella mente del lettore. Ad esempio, per indicare il dolore di un tradimento: “Il bacio di Emma con Carlo è stato un cazzotto in pancia che mi lasciato in fin di vita. Non so ancora per quanto tempo mi porterò i lividi dietro”;
- morte: inserite nel linguaggio quotidiano in modo radicato ed utilizzate senza pensarci. Ad esempio “Ha un cuore d’oro”
- implicite: il legame fra due elementi viene suggerito e non dichiarato apertamente ed è il lettore a dover completare la frase e scoprire il collegamento fra due termini.
Come scrivere delle metafore in modo ottimale
Tutte le metafore sono composte da tre elementi:
- termine reale: rappresenta il soggetto reale o l’idea di cui si parla;
- termine immaginario: concetto utilizzato per il paragone, che condivide somiglianze con il termine reale;
- carattere comune: l’aspetto condiviso che collega i termini reale ed immaginario.
Ad esempio, “Il suo cuore è una prigione d’amore” in cui il termine reale è il cuore, quello immaginario è la prigione, il carattere comune è il senso di dolore che caratterizza l’amore.
Per scrivere delle metafore in modo ottimale è necessario seguire alcune regole che permettono una stesura ottimale. Tra questi, in particolare:
- giocare con le parole e sperimentare: scombinare il testo, ricercare i sinonimi dei termini utilizzati e capire quale si incastra meglio;
- esprimere concetti in forma alternativa: partire da una frase e trasformarla cercando di evitare le banalità
- leggere molto: permette di ampliare l’orizzonte di prospettive e fornisce nuove idee;
- sfruttare l’ambiguità delle parole, aggiungendo spessore al testo;
- coltivare la creatività: allenarsi come si farebbe con un muscolo, ad esempio con esercizi di scrittura creativa;
- guardare con attenzione il mondo circostante: osservare i dettagli, permette alla mente di fare associazioni ed inventare senza limiti;
- utilizzare i cinque sensi, ragionando provando a mischiarli tra loro.
Il rapporto con la comunicazione scientifica
Nonostante sembri una contraddizione, le metafore assumono un ruolo anche nella scienza, in quanto ottimi alleati nella comprensione dei ragionamenti scientifici.
Ad oggi, infatti, il linguaggio metaforico è essenziale per comprendere le dinamiche più complesse della scienza e viene utilizzato come strumento di mediazione concettuale.
In altre parole, esso permette di:
- spiegare idee complesse in maniera semplice, grazie al collegamento fra ambiti disciplinari e concettuali molto differenti fra loro;
- appigliarsi a fenomeni familiari e domini già noti per rendere chiaro il concetto da veicolare;
- accompagnare la comprensione del dato scientifico.
D’altra parte, occorre monitorare le metafore, il loro significato, l’opportunità del loro uso in base al contesto e l’aderenza al dato scientifico che si intende raccontare. Ad esempio, per spiegare il funzionamento del DNA, spesso si utilizza la metafora informatica del codice con il messaggio da inviare, la trasmissione, l’errore di comunicazione e la replicazione.
Inoltre, le metafore vengono utilizzate anche dagli scienziati stessi nello procedere passo dopo passo nella formulazione di nuove teorie scientifiche. La scienza, infatti, non è una disciplina esatta ma è soggetta ad errori, al condizionamento dei tempi e al grado di sviluppo tecnologico. Quando questi paradigmi cambiano, mutano anche le convinzioni e si abbracciano nuovi modi per esprimerli e renderli comprensibili a tutti.