Meme: cosa sono e i vantaggi nel digital marketing
I meme sono un fenomeno della rete e dei social ormai conosciuto da tutti. Il termine però esisteva già da prima e aveva un significato diverso. Si riferiva alle idee, agli elementi culturali diffusi per imitazione nella massa della popolazione.
Senza dubbio le connessioni dei social hanno velocizzato enormemente questo passaggio di persona in persona. E questo vuol dire che sono anche un ottimo veicolo per il marketing. Ma meglio approfondire.
Meme, la parola e la sua origine…biologica.
Da bravi italiani noi la pronunciamo così come è scritta senza porci problemi. Ma la derivazione del termine è…greca. Questo probabilmente è ignoto anche agli inglesi, che la pronunciano invece mem, secondo le proprie regole. Nelle riunioni sul marketing di sicuro.
Si tratta di un’abbreviazione, il termine completo sarebbe mimeme. La sua assonanza con “mimo” è una guida al suo reale significato. Vuol dire “ciò che viene imitato”. Ad usare per primo questo termine è stato uno scienziato inglese, Richard Dawkins.
Dawkins è noto per i suoi studi nell’ambito dell’etologia, il comportamento animale. La sua notorietà è dovuta a un libro fondamentale per i biologi, ossia Il gene egoista. Qui l’etologo si era dilungato su un dilemma connesso alla cultura come specchio della genetica.
In genetica l’unità fondamentale è il gene, ma nella cultura e negli usi di una civiltà? Il meme è la minima unità culturale, un’idea o atteggiamento trasmesso fra esseri umani. Possono dunque influenzare rapidamente la massa.
Esiste addirittura una disciplina che al pari dell’evoluzionismo studia la trasmissione e lo sviluppo di tali unità culturali. Si tratta della memetica, ancora considerata alla stregua di protoscienza.
La diffusione su Internet
Come si possono trasmettere velocemente scatti, gif, video e idee? Tramite le piattaforme social. Facebook e instagram hanno intere pagine dedicate solo ai meme. In questo caso si indicano determinate foto ripetute in serie con didascalie diverse, che le rende ironiche o sarcastiche.
Grazie ai sistemi di scambio dei social tali immagini possono diventare virali in brevissimo tempo. Le più note e condivise di solito estrapolano dei fotogrammi da grandi successi del cinema o film cult (Toy Story, Il Signore degli anelli…) e aggiungono una freddura. Ma esistono anche scatti di personaggi in vista o foto amatoriali distorte a questo scopo che hanno subito la stessa sorte.
Non tutti restano in vista per lo stesso tempo. Alcuni vengono utilizzati per pochi giorni, altri spopolano per mesi. Non esiste perciò una durata di vita media dei meme. Quello che è certo è che ne sta sempre per arrivare uno nuovo.
Digital marketing, possono essere uno strumento?
L’arrivo della pubblicità su Internet sembrava aver aperto un canale perfetto per raggiungere il maggior numero di persone. Ma gli esperti di marketing hanno realizzato che i messaggi di promozione incorporati nelle pagine possono risultare fonte di fastidio. Che metodo usare allora?
Serviva un modo per avvicinare gli utenti utilizzando un linguaggio a loro noto, familiare. E immediato, senza perderci troppo tempo. Il meme marketing è partito proprio da questa idea. Sfruttare lo stesso metodo di comunicazione dei contenuti web per veicolare la pubblicità.
Una sorta di mimetismo all’interno della rete. Guarda caso una strategia biologica…
Va considerato che non solo sfruttare questo metodo avvicina agli utenti, ma si aggiunge un’arma ulteriore al proprio arsenale. Parliamo dell’umorismo, che è il tema della maggior parte dei contenuti che diventano virali. Un messaggio semplice, breve e ironico è perfetto per essere trasmesso rapidamente.
I giovani soprattutto sono il target perfetto per questa strategia di marketing. Dato che quando si tratta di meme sono tra i maggiori esperti.