Il parere degli esperti e l’approccio scientifico
I ricercatori, dopo un’analisi di un insieme di testi su vari argomenti hanno osservata come viene impiegata la lingua.
Innanzitutto, si sono chiesti di quante parole si ha bisogno per comprendere discorsi in lingua straniera e saper esprimere i propri pensieri:
- bambino madrelingua: 4.000/5.000 parole;
- laureato: 20.000 parole;
- persona che studia lingua straniera: vocabolario di solamente 5.000 parole.
La buona notizia è che un vocabolario di 2.000 parole è sufficiente per comprendere l’80% di una lingua. Infatti, una volta raggiunte le 2.000 parole, aggiungerne altre 1.000 aiuta a capire solamente il 4% in più di un testo in lingua straniera.
Gli esperti sostengono che sia più facile memorizzare parole che hanno una carica emotiva. Proprio per questo motivo è una buona idea imparare tramite:
- giochi;
- film;
- canzoni;
- libri.
La memoria mnemonica è un’ottima soluzione: bisogna creare associazioni vivide. Questo permette di imparare anche le parole difficili da pronunciare. Esistono risorse specifiche per l’apprendimento che sfruttano diversi tipi di tecniche mnemoniche per la memorizzazione del lessico in inglese. Tuttavia, è meglio cercare da soli delle associazioni di idee: le emozioni sono estremamente personali.
Come non dimenticare il lessico memorizzato
Il cervello umano possiede due diversi tipi di memoria: a breve e a lungo termine. La memoria a breve termine permette di trattenere le informazioni per 15–30 minuti. Trascorso questo tempo, quando l’informazione non viene più utilizzata, il cervello smette di ricordarla
Come far capire al proprio cervello che questo lessico deve essere memorizzato in modo permanente? La soluzione è ripeterle molte volte.
Lo psicologo tedesco Herman Ebbinghaus ha sviluppato la cosiddetta curva dell’oblio. Questa rappresenta la velocità con cui dimentichiamo i dati se non li ripetiamo. Nello specifico:
- dopo 20 minuti da quando abbiamo imparato qualcosa, ricordiamo il 60%;
- trascorsa un’ora: perdiamo il 50% dell’informazione;
- dopo tre giorni: in memoria è restato solamente il 20% di quanto appreso.
Alla luce di ciò, diventa importantissimo ripassare ciò che si ha studiato di frequente. Bisogna ripetere le parole ed usare il lessico memorizzato nelle conversazioni quotidiane. Questo procedimento aiuta a fissare le parole imparate, altrimenti il tempo impiegato per studiarle è sprecato.
Come esprimersi con più rapidità
Ognuno di noi vorrebbe che il lessico immagazzinato ci uscisse di bocca senza sforzo. Un modo per parlare con più rapidità in una lingua straniera esiste: allenare il muscolo della memoria. I muscoli degli organi fonatori hanno infatti anch’essi una memoria. Questa memoria fa sì che i muscoli compiano dei movimenti in modo automatico ed inconscio.
Per poter creare una memoria muscolare, è necessario:
- pronunciare le parole ad alta voce nel momento in cui le si impara, muovendo la lingua e le labbra;
- immaginare, non solo la parola, ma anche l’oggetto a cui si riferisce.
Con il tempo, non dovrai più pensare a quale parola usare, i tuoi muscoli funzioneranno in automatico. In questo modo sarà possibile far lavorare insieme la memoria a lungo termine e quella muscolare. E di conseguenza ampliare rapidamente il tuo vocabolario e ricordare il lessico per molto tempo.
Ampliare il lessico: tecniche di memoria utili
Per imparare una lingua nuova è importante avere le idee chiare e farlo in maniera metodica:
- focalizzarsi su alcuni argomenti specifici: concentrarsi sulle parole utili per ogni settore ad esempio (lavorativo, casalingo, divertimento, hobbie e così via;
- leggere ed ascoltare: cercare materiale relazionato con argomenti e settori scelti. E quindi ad esempio libri riviste, canali YouTube, serie tv, film e profili Instagram sui temi d’interesse. Esistono dei profili Instagram che propongono delle lezioni rapide quotidiane tramite un post;
- annotare le parole su un’agenda: segnare le parole che si desidera memorizzare e poi ripeterle nel tempo è un buon metodo;
- creare frasi con le nuove parole imparate: potrebbero tornare utili durante una conversazione vera e propria;
- giocare con le parole: e quindi analizzarle e smembrale, cercando di pensare a possibili collegamenti per ricordarle più facilmente. Le associazioni sono personali e si può dare libero sfogo alla fantasia. Ricorda inoltre che esistono due tipi di memoria, uditiva e visiva. Utilizza quella più adatta a te
- memorizzare poco ma frequentemente: non imparare troppe parole in una sola giornata ma meno in maniera frequente.
L’importanza del cervello
Un gruppo di ricercatori della McGill University e del Montréal Neurological Institute ha cercato di capire perché imparare le lingue è un processo complicato, soprattutto per alcuni soggetti. I risultati sono consultabili sul Journal of Neuroscience.
La risposta sembra risiedere nel cervello. Il linguaggio è infatti regolato da una regione del cervello detta area di Broca. Qui avviene la traduzione dei pensieri nella lingua parlata. Quando si impara una lingua, la mente diviene maggiormente flessibile ed aumentano le connessioni cerebrali.
Gli studiosi hanno analizzato, tramite risonanza magnetica funzionale, alcuni madrelingua inglese intenti a studiare francese. Scopo primario: valutare le abilità linguistiche prima e dopo il corso e l’attivazione cerebrale in fase di riposo.
Si è osservato che i partecipanti che avevano imparato più facilmente il nuovo linguaggio, avevano:
- connessioni cerebrali tra due zone del cervello. Nello specifico l’insula anteriore sinistra/opercolo frontale e una zona della circonvoluzione temporale superiore sinistra;
- maggiore connettività fra una regione del lobo temporale e un’altra zona della circonvoluzione temporale superiore sinistra.
Secondo i ricercatori quindi imparare le lingue implica in parte una predisposizione innata, in base a come comunicano alcune zone del cervello. Alcune persone hanno un’organizzazione cerebrale che permette loro di imparare una seconda lingua con più facilità. La predisposizione del cervello non è però l’unico fattore, dal momento che il nostro cervello è molto plastico.