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Legge di Murphy: quanto prenderla sul serio all’università

Legge di Murphy: quanto prenderla sul serio all’università

legge di murphy
  • Nausicaa Tecchio
  • Novembre 12, 2021
  • Università
  • 4 minuti

Legge di Murphy: quanto prenderla sul serio all'università.

“Sai è la legge di Murphy!” Alzi la mano che non ha mai sentito questa massima filosofica. Almeno non una, ma cento volte nella vita, se qualcosa tende ad andar male. Entrata nel linguaggio quotidiano viene citata a sproposito nelle circostanze più disparate. Vediamo però cosa si intende intanto quanto si tira in ballo il povero Edward.

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Enunciato della legge di Murphy

La forma colloquiale in inglese è “Anything that can go wrong, will go wrong.” Chiaro, coinciso e diretto come un colpo di pistola. La traduzione viene “Qualunque cosa possa andar male, lo farà.” E certo non possiamo dire di non averlo pensato anche senza conoscere questa legge,

Tuttavia, secondo quanto Robert Murphy, figlio di Edward, riporta, la legge sarebbe più lunga. E anche meno banale.

La massima del genitore suonava più tecnica dato anche il suo lavoro di ingegnere aerospaziale. “Se ci sono uno o più modi di svolgere un lavoro, e uno di questi avrà effetti disastrosi, allora andrà a finire così”.

Pare anche che in un’intervista si fosse spinto oltre con la sua filosofia. Parlando del suo assistente disse “Se quel tizio ha anche un solo modo di sbagliare, lo farà.” Qui di pedagogico possiamo dire ci fu ben poco.

L’applicazione della legge appare lampante. In ambito tecnico, vuol dire considerare ogni possibilità, anche quando remota, per evitare il disastro. Soprattutto per i test dei macchinari che Murphy svolgeva quotidianamente. E che spesso visti gli anni fallivano clamorosamente.

Secondo alcuni, questa massima rispecchia in realtà la seconda legge della termodinamica. Ossia che l’universo tende sempre ad un aumento dell’entropia, del caos.  Provocare la circostanza più complicata possibile è il maggior divertimento di madre natura.

I suoi postulati

Come ogni assioma che si rispetti ha diversi corollari. Nove in tutto sono i principali, che si riferiscono soprattutto a situazioni pratiche che si possono incontrare. Vediamo i postulati della legge di Murphy:
 
  • Niente è facile come sembra. Che sia il tuo esame, preparare una torta, i lavoretti di Art Attack…
  • Tutto richiede più tempo di quanto si pensi. Hai presente l’esame da “tre giorni intensi e via” o il famoso dolce pronto in “5 minuti”?
  • Se varie cose possono andare male, quella che crea il danno maggiore sarà la prima a farlo. Perché dimenticare la calcolatrice quando puoi lasciare direttamente a casa lo zaino?
  • Se conosci tot modi per fare una cosa e li sai bene tutti, sappi che ce n’è un’altro. E che andrà male. E chi lo consiglia merita il peggio.
  • Senza fare nulla, le cose peggioreranno sempre. Purtroppo.
  • Non puoi iniziare una nuova attività senza dimenticarti altro. Magari molto più importante.
  • Ogni soluzione porta nuovi problemi. Ma te ne accorgerai quando è tardi.
  • Se lavori con uno stupido e lo tieni d’occhio, sappi che farà comunque del suo peggio. Niente da dire.
  • Anche la cosa più insignificante può portare a una catastrofe. Un battito d’ali di una farfalla…

L’ansia dello studente universitario

Prima di un esame, una presentazione o un semplice parziale viene da prospettare il peggio. E questo può sottindere molte cose: un brutto voto, una scena muta, una guerra termonucleare…
 
Ma se invece si potesse imparare dalla legge di Murphy? Invece che tremare all’idea di un imprevisto si può essere costruttivi. Sapendo che il castello di carte può crollare, chiudi le finestre!
 
Questo principio, per quanto pessimista, può valere come monito. Per schivare la maggior parte dei problemi infatti è sufficiente essere previdenti.
 
Nel pratico? Pianificare, pianificare e farsi molte domande. Del resto l’università è la palestra della vita. Spesso ci si deve arrangiare fra segreterie disperse in luoghi misteriosi e professori fantasma. Proprio per questo occorre allenarsi nella preparazione agli imprevisti.
 
Qualcosa può sempre andar male. Ma non per forza, se ci sono le giuste precauzioni. Spesso la sfortuna terribile che assale lo studente di turno è solo superficialità.
 

Esami, segreterie e…gruppi di studio

Per evitare il panico ingiustificato, tanto vale riderci su. Quando è che la legge di Murphy potrebbe pugnalare alle spalle l’incauto studente?
 
La prima situazione che viene in mente è quella più temuta: gli esami. Un assistente capitato all’ultimo e pronto a bocciare, una domanda inaspettata. Il classico è che ci siano due prove distribuite a caso. Ovviamente per molti sarà proprio la più difficile a cadere sul banco. 
 
Cosa fare? Essere preparati, magari non al meglio, ma su tutto il programma. Che vada in modo eccellente o appena discreto, l’importante è passare spesso. E mai, mai, mai cambiare posto all’ultimo. O il test più facile finirà sul banco dove si era prima.
 
Poi, le segreterie. Quante volte un modulo non si trova? O la propria iscrizione è misteriosamente sparita da tutti i server? Presto detto. Qui c’è poco da fare, basta portare un minimo di pazienza.
 
L’unico caso in cui forse ci si può disperare è la magia dello sportello. Sì, quando sparisce da ogni mappa e ricordo di chi ci è stato. Ricomparirà, ma per allora probabilmente il problema sarà stato risolto. Scomparirà di nuovo appena ce ne sarà un altro
 
Infine, la dannazione di tutti. Il famigerato gruppo di studio, male assortito il 90% delle volte. La legge di Murphy qui regna sovrana. Cambiarlo? Sarà già tardi.
 

Conclusioni

L’unica qui è puntare ad arrangiarsi. Come sempre in fondo, nulla di nuovo. A meno che non siano colleghi fantastici, vale la massima dei latini. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Prendersi avanti non ha mai fatto male a nessuno.
 
Certo, a volte si è fortunati. Come ci ricorda questo articolo.
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