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Leadership: cos’è e come capire se sei un vero leader

Leadership: cos’è e come capire se sei un vero leader

leadership come capire se sei un vero leader
  • Nausicaa Tecchio
  • Maggio 19, 2022
  • Vendita e comunicazione
  • 4 minuti

Leadership: cos'è e come capire se sei un vero leader

Un leader si riconosce da diversi dettagli: il suo linguaggio del corpo, il suo approccio mentale, il suo modo di reagire. Tante caratteristiche che combinate nel mondo corretto trasmettono ciò che è il significato della leadership. Un punto di riferimento in una società come in una scuola o in un’organizzazione no profit non deve mancare.

Non tutti però sono portati per farlo. E tu? Ecco come puoi riuscire a identificare la tua attitudine alla leadership.

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Cosa significa essere un leader

La leadership come definizione è la capacità di saper motivare e guidare un gruppo. Il gruppo sotto la supervisione del leader agisce secondo un obiettivo comune. Per riuscire a ispirare il proprio seguito servono diverse doti. Prima di tutto le idee e gli spunti, ma è essenziale trovare anche un modo di comunicare che risulti coinvolgente e convincente.

Per fare il leader serve combinare abilità e personalità per risultare un punto di riferimento. Ogni capo ha il proprio stile e il proprio approccio, che può variare a seconda degli obiettivi che ha prefissato per sé ed il suo team. I tratti comuni più evidenti per poter guidare un team però sono definiti. 

Prima di tutto occorre avere empatia con i propri collaboratori. Non solo per incoraggiare al meglio ma anche ad individuare chiaramente i punti di forza di ciascuno, per impiegarli in ciò che sanno fare meglio. Collegato a questa qualità c’è il focus sugli obiettivi, la capacità di mantenere ben viva l’attenzione sul traguardo a discapito di imprevisti o problemi sia lavorativi che privati. 

Non c’è focus senza ottimismo, a patto di non perdere il senso pratico. L’ottimismo in termini di leadership significa saper vedere oltre le difficoltà ed essere pronti ad affrontarle quando si presentano. Ecco perché va a braccetto con la concretezza. Un leader visionario che parla solo in termini generici ispira poca fiducia, perché pare distaccato da quello che è il lavoro reale.

Il volto della leadership

Non si tratta solo della posizione di braccia e spalle. Il linguaggio del corpo in una condizione di vicinanza o a tu per tu è concentrato a livello del viso. Espressioni e tick possono tramettere in breve tempo la sensazione di trovarsi davanti ad un leader. Ecco a cosa si può prestare attenzione cercando chi punta ad assumere la leadership di una società:

  • Contatto visivo. Se durante una conversazione il tuo interlocutore distoglie lo sguardo è segno che non è in grado di imporsi. Al contrario quando sei tu a cercare e mantenere il contatto visivo allora buon per te, potresti avere la stoffa del leader. Se parlando non ti senti a disagio a guardare negli occhi significa che sei convinto e sicuro del tuo pensiero. Al contrario se non lo fai potresti apparire dubbioso o addirittura bugiardo.
  • Sorriso sicuro. Durante riunioni o conferenze i dirigenti e i leader tendono a mostrare un sorriso molto particolare. Né troppo ostentato né appena accennato, ma un segno che sanno quello che stanno facendo. Si tratta di un segnale del linguaggio del corpo per incoraggiare gli altri. Se qualcosa viene detto col sorriso chi ascolta si sente subito più sicuro, e un leader lo sa bene.
  •  Volto scoperto. Non dipende dal fatto che si sia attraenti o meno, chi è orientato alla leadership tenderà a presentarsi sempre mostrando il viso senza ritocchi. Poco trucco per le donne, sbarbato o con la barba corta per gli uomini. Un modo per dire: non ho nulla da nascondere, sono così. Del resto come ci ricorda Il Manzoni i banditi e chi agiva di nascosto era noto per celare i tratti del viso con capelli o barba.

 Leadership nel dialogo, gesticolare serve?

Questo punto è u po’ controverso, poiché nel linguaggio del corpo gesticolare è visto anche come segno di insicurezza. Esistono però dei gesti iconici associati alla leadership, che ritroviamo ad esempio in diversi film. Nelle scene in cui il capo di un ufficio, della polizia o il presidente di una società parla agli altri impiegati mostra una gestualità ricorrente.

Prima di tutto congiunge i polpastrelli  davanti a sé, formando una sorta di piramide con le dita. All’altezza del petto o del viso, a seconda di come sono seduti in quel momento. Si tratta di una posa che anche molti politici usano, perché tramette concentrazione e convinzione. Il gesto di chi è sicuro perché ha trovato la soluzione che cercava. 

Un altro elemento del linguaggio del corpo associato ai leader è l’orientamento dei palmi delle mani. Nei loro gesti questi saranno sempre o prevalentemente rivolti verso il terreno. Le mani alzate, esponendo i palmi, è il movimento che indica resa, il classico “mani in alto”. Il suo opposto indica invece sicurezza e fermezza delle proprie posizioni. 

Insomma se gesticoli non preoccuparti, puoi ancora assumere posizioni di leadership. 

Oltre i gesti

 Ci sarebbero diversi altri dettagli da sottolineare. Un leader tende a occupare tutto lo spazio a disposizione quando espone le proprie idee. Si allarga sulla scrivania condivisa, si muove mentre parla da un alto all’altro della stanza. Un modo di “marcare il territorio” che considera di sua competenza. E soprattutto quando lo fa il suo tono di voce è alto, ma non griderà mai.
 
Non è solo il linguaggio del corpo corretto a rendere una persona degna di stare al comando. Serve un carattere disposto a rischiare, a mettersi contro il parere comune anche se questo può comportare giudizi negativi. Essere dominanti non significa per forza prevaricare, ma rendere chiara la propria posizione. Restare aperti al dialogo, ma senza trasmettere l’idea di poter fare un passo indietro senza battere ciglio.
 
Si tratta di capire la propria essenza. Il resto, postura e modo di fare, viene da sé quando si è pronti alla leadership.
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