Invalsi: iniziano le prove per più di 500mila maturandi
Le prove invalsi per il 2023 sono ufficialmente cominciate: dal 1 marzo fino alla fine del mese gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori dovranno dimostrare le conoscenze acquisite. Si conta che quest’anno gli studenti che sosterranno le invalsi nell’anno dell’esame di Stato siano oltre i 500 mila.
I test di quest’anno portano con sé molte novità per gli studenti: per la prima volta, infatti, le prove invalsi sono requisito di ammissione per l’esame di maturità e proprio per questa ragione, oltre alle date ufficiali, sono state considerate anche delle date suppletive per consentire agli studenti di accedere all’esame di Stato.
L’altro cambiamento sta nelle modalità in cui viene eseguita la prova: carta e penna sono state sostituite con il computer.
Le materie di esame sono tre: italiano, matematica e inglese. Lo scopo di queste prove è quello di misurare non solo le conoscenze degli studenti, ma le loro capacità di analisi, riflessione e valutazione.
Invalsi 2023: le novità per i maturandi
Come ogni anno gli studenti dell’ultimo anno delle superiori dovranno sottoporsi alle prove invalsi. Queste, per chi non lo sapesse, sono uno strumento ufficiale impiegato per misurare l’apprendimento degli alunni italiani in modo da identificare i traguardi che studenti e insegnanti devono raggiungere. Le prove sono a livello nazionale e sono formulate secondo le indicazioni del Ministero dell’Istruzione.
Tuttavia, quest’anno c’è un’importante novità: le prove invalsi sono requisito necessario per l’accesso all’esame di maturità. Per la prima volta dall’entrata in vigore del Dlgs 62/2017, non si potrà prendere parte all’esame di Stato senza aver svolto gli esami invalsi. Proprio per questa ragione sono state programmate anche delle date suppletive per coloro che, per qualsiasi motivo, le hanno saltate.
Le date ufficiali, dunque sono: al 1 al 31 marzo in tutte le scuole del Paese, secondo un calendario organizzato dall’istituto, purché in questo periodo di tempo. Dal 22 maggio al 5 giugno, invece, si svolgeranno le prove suppletive sia i maturandi che gli studenti del terzo anno delle scuole medie, in modo che possano partecipare agli esami finali.
Per quando riguarda le materie d’esame, le prove vertono su tre materie: italiano, matematica e inglese.
L’altra grande novità delle prove invalsi di quest’anno è che non si utilizzeranno più fogli di carte e penna, ma il computer. Sarà lui il nuovo protagonista che entrerà a far parte a pieno titolo degli strumenti per sostenere le prove.
Prove e durata
Come abbiamo visto, l’arco temporale in cui si svolgeranno le prove invalsi è piuttosto esteso. Per le classi superiori occupa tutto il mese di marzo e alcune date di maggio per chi non ha potuto prendervi parte. I risultati, invece, si avranno intorno alla metà di giugno. Anche le materie d’esame sono chiare: italiano, matematica e inglese.
La prova di italiano analizza la capacità di comprensione di un testo scritto in lingua italiana e la sua grammatica. Il test si compone di diverse unità ciascuna delle quali caratterizzata da circa 7 domande. Il tempo a disposizione per concludere la provare è di 120 minuti.
La prova di matematica si concentra su quattro ambiti: numeri-aritmetica, geometria, algebra, statistica e probabilità. Il dato che vuole indagare questa prova è la capacità degli studenti di capire il problema proposto, risolverlo e argomentarlo in maniera completa e puntuale. Nello specifico, per quanto riguarda i licei scientifici, la prova è costituita anche da domande pertinenti all’indirizzo, mentre le domande di matematica per gli istituti tecnici economici e tecnologici sono caratterizzati da quesiti di analisi matematica. Anche per questa materia, il tempo a disposizione è di 120 minuti.
La prova di inglese, invece, si compone di due parti che vengono svolte nella stessa giornata: il reading e il listening. Queste due prove servono ad accertare le capacità di lettura, ascolto e comprensione della lingua. Al reading vengono dedicati 90 minuti, mentre al listening il tempo a disposizione è di 60 minuti. Gli ambiti di riferimento riguardano la vita di tutti i giorni, sia sociale che professionale. Può toccare temi come la salute della persona, il tempo libero, ma anche la storia, l’arte, la musica e i problemi dell’attualità, come la criminalità e i problemi globali.
Questa particolare prova si allinea con il Quadro Comune Europeo di Riferimento per lingue (QCER) che prevede che gli studenti raggiungano quantomeno una conoscenza e padronanza della lingua inglese nel livello B2 per gli studenti delle scuole superiori. Tuttavia, per andare incontro ai maturandi, si è deciso di optare anche per quest’anno delle prove a due livelli in modo tale che se anche non si riesce a raggiungere il livello B2, si possa ottenere comunque il certificato di livello B1.
Per chi non vuole farsi cogliere impreparato può trovare esercitazioni e simulazioni sul sito di invalsiopen.it. Questa piattaforma va incontro a chi vuole vuole familiarizzare con domande e quesiti per essere sicuro di affrontare le prove al meglio delle proprie capacità.
Cosa accade se si va male alle prove invalsi
Un problema cruciale per gli studenti è il timore di ottenere scarsi risultati alle prove invalsi. Questa preoccupazione accomuna tutti gli alunni di ogni grado, ma si sente con particolare forza nei maturandi e soprattutto quest’anno.
Una delle novità del 2023 è che sostenere queste prove è necessario per poter accedere all’esame di Stato. Ma cosa succede se si va male? In realtà, non c’è da preoccuparsi. I risultati ottenuti vengono utilizzati per fare delle stime e non fanno media con i voti scolastici e non influiscono in alcun modo sul voto finale dell’esame di Stato.
Le prove invalsi, ricordiamo, nascono come strumento di analisi e monitoraggio dell’andamento generale degli studenti in tutto il Paese, per capire se la Scuola si sta muovendo nella direzione giusta oppure se ci sono aspetti da modificare e migliorare.
Inoltre, sono un mezzo utile a comprendere se i giovani sono in grado di applicare le conoscenze acquisite sui banchi di scuola non solo per ottenere un buon voto, ma anche per relazionarsi con la realtà e superare le difficoltà che li aspettano una volta diplomati.
I parametri di riferimento, poi, non sono universali o prestabiliti, ma vengono fissati in base ai risultati delle classi campione. Le classi campione, come dice il nome stesso, sono classi scelte come rappresentanti del sistema scolastico italiano. Queste, infatti, svolgono le prove invalsi in date differenti, che precedono di poco (solitamente qualche giorno) le prove di tutte le altre e ne dettano lo standard di riferimento.