Il PoliTO promuove il primo corso di laurea in Ingegneria Quantistica
Si tratta di una novità nel nostro Paese: è nato finalmente a Torino il primo corso di laurea italiano in Ingegneria Quantistica. Il nuovo corso inaugurato recentemente è frutto del lavoro del Politecnico di Torino, che a partire dal corrente Anno Accademico ha inserito il corso all’interno del proprio piano di studi magistrali.
Nella volontà del Politecnico c’è quella di stare al passo coi tempi. Una necessità, più che una volontà di innovazione, che è figlia di un recente studio. Secondo alcuni studi europei, in Italia metà dei cittadini manca di competenze digitali.
Solamente un cittadino su due mostra di avere un livello adeguato in tali competenze. A ciò si aggiunge la penuria di specialisti nel settore dell’ICT. Entro l’anno 2030, secondo le stime, tale penuria si concretizzerà nella mancanza di almeno 8 milioni di specialisti.
Per tutte queste ragioni, il Politecnico di Torino non è rimasto a guardare, e ha concretizzato la necessità di innovazione di Corsi di Laurea all’avanguardia proprio con l’istituzione del corso in Ingegneria Quantistica.
Le specifiche del corso in Ingegneria Quantistica
Recentemente intervistato da Adnkronos, il professor Matteo Cocuzza, ordinario al Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, ha raccontato nel dettaglio il nuovo corso.
L’insegnamento dell’Ingegneria Quantistica presso il Politecnico di Torino, innanzitutto, permetterà di colmare la carenza di competenze digitali denunciata dall’Europa.
Una carenza che l’intero continente europeo è attualmente impegnato a combattere. Secondo quanto affermato dal Prof. Cocuzza, in effetti, il Politecnico di Torino non è l’unica Università attualmente impegnata nell’ampliamento della propria offerta formativa. Sono molti gli Atenei in tutta Europa che, in questo preciso momento, stanno agendo per migliorare i propri corsi di laurea, creando degli insegnamenti che siano in grado di rispondere alle nuove esigenze digitali.
In particolare la ricerca dell’Ingegneria Quantistica, con il suo studio rivolto alle particelle subatomiche, potrebbe garantire degli sviluppi positivi in aree correlate, come l’informatica.
Le applicazioni informatiche dell’Ingegneria Quantistica non sono affatto cosa da poco. Come chiaramente spiegato dal Professor Cocuzza, infatti, tale applicazione permetterebbe lo sviluppo di computer quantistici. Si tratta di calcolatori in grado di fare previsioni accurate, oltre che molto rapide, attraverso calcoli simultanei in tempi che, utilizzando i classici computer, potremmo solamente sognare.
Inoltre, l’utilizzo dei computer quantistici potrebbe permettere di trovare soluzioni rapide a grandi problemi che oggi ci riguardano da vicino. Dalla sconfitta di patogeni alle riduzioni di emissioni di carbonio, i computer quantici potrebbero essere in grado di garantirci simulazioni accurate in tempi davvero molto brevi.
Le opportunità per gli studenti
Andando ancor più nel dettaglio, il corso di Laurea in Ingegneria Quantistica del Politecnico di Torino permette agli studenti di diventare ingegneri quantistici. I futuri laureati potranno applicare la scienza quantistica in vari settori. Non solo quello che abbiamo già citato, ossia l’informatica, ma anche nei settori di comunicazione e dei rilevamenti, in quelli legati ai servizi e alle scienze della vita, nella sicurezza.
Le figure professionali che verranno formate non saranno quindi solo ingegneri, ma anche progettisti, esperti in simulazioni per i settori farmaceutici, chimici e biologici, esperti in sicurezza informatica, sviluppatori di soluzioni finanziarie ma anche di algoritmi di machine learning.
L’eterogeneità dei professionisti che, potenzialmente, verranno formati dipende dalle vaste opportunità applicative dell’Ingegneria Quantistica.
Si tratta di un corso di laurea che permetterà allo studente di acquisire una formazione multidisciplinare, che gli permetterà di trovare il proprio posto in differenti settori e contesti.
Il numero di posti disponibili
Per l’Anno Accademico 2023/2024 il numero di posti disponibili non è stato però ufficialmente chiarito. Secondo le ultime informazioni, prima della partenza del corso 70 studenti hanno manifestato interesse. Tra questi, solo 30 hanno poi concretizzato l’iscrizione e stanno attualmente frequentando il corso.
Ma il Politecnico di Torino non ha dubbi: entro la fine dell’anno 2023 il corso di laurea magistrale in Ingegneria Quantistica potrebbe superare anche i 50 iscritti.
I numeri da record
Come già anticipato, il nuovo corso di Laurea è una nuova introduzione all’interno dell’offerta formativa del Politecnico di Torino. E appare da record il tempo di attivazione del nuovo corso in Ingegneria Quantistica da parte dell’Ateneo.
Generalmente, per l’introduzione di un nuovo corso di laurea all’interno dell’offerta formativa sono necessari anni. In media, gli Atenei impiegano dai due ai tre anni di tempo.
Il Politecnico di Torino, invece, è riuscito nell’encomiabile impresa in un solo anno e mezzo. Per ammissione del Prof. Cocuzza, parte del merito si deve al Mur, che ha accorciato i tempi relativi alle procedure esterne all’Università. Delle procedure comunque necessarie per l’attivazione del corso e che hanno a che fare con aspetti burocratici.
Col sostegno del Ministero, ma anche del Consiglio Universitario Nazionale, il Politecnico è riuscito nell’attivazione accorciando di molto i tempi.
Ma abbreviare le tempistiche di attivazione non significa affatto rinunciare alla qualità. Anzi, tutt’altro: il corso di Ingegneria Quantistica del Politecnico è stato valutato come eccellente dall’ANVUR, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
I corsi di Laurea in Ingegneria Quantistica in Europa
Quello del Politecnico di Torino non è comunque il primo corso di laurea in Ingegneria Quantistica a livello europeo. L’Ateneo italiano è il quinto in Europa ad aver attivato questo tipo di corso di studi.
I primi Paesi dell’Unione Europea ad aver attivato precedentemente dei corsi di laurea in Quantum Engineering sono l’Olanda, la Francia, la Svizzera e la Gran Bretagna.
L’Italia ha dunque sentito la necessità di creare un nuovo corso ad hoc non solo per anticipare i tempi e tentare di evitare la penuria di professionisti specializzati. Nelle volontà del Politecnico di Torino, molto probabilmente, c’è anche quella di mantenere l’Ateneo competitivo in Europa.
In effetti, sono ad oggi moltissimi gli studenti italiani che decidono di specializzarsi all’estero, mediante corsi di laurea molto specifici. In tal senso, l’ampliamento dell’offerta formativa nostrana, con l’introduzione di corsi e specializzazioni orientati verso il futuro e verso l’innovazione, potrebbe evitare la fuga di cervelli, trattenendo le eccellenze nel nostro Paese.