Growth hacking: come utilizzarlo per far crescere il tuo business
La crescita dell’azienda è uno degli obiettivi di ogni business: per questo, soprattutto negli ultimi anni, il growth hacking si è diffuso a macchia d’olio in ambito marketing.
Si tratta in effetti di un’opportunità per consentire alle imprese di espandersi, molto utilizzato soprattutto in ambito start up o per aziende ancora nuove sul mercato.
Ma, anche se si sta diffondendo come soluzione ottimale per la crescita del business, non tutti sanno ancora cosa sia in realtà il growth hacking.
Se anche tu rientri tra coloro che non sanno cosa sia, non preoccuparti: oggi scopriremo insieme sia di cosa si tratta, sia come utilizzarlo efficacemente per far crescere la tua attività.
Che cos’è il growth hacking?
Possiamo definire il growth hacking come un metodo nuovo di fare marketing, che consiste nell’attivare delle strategie finalizzate ad una crescita rapida del business, analizzando e risolvendo i punti critici.
Gli esperti in growth hacking, nello specifico, si occupano di implementare strategie che permettano di scoprire eventuali lacune che, se risolte, si trasformano in opportunità da cogliere per consentire la crescita rapida del business di cui si occupano.
Nella maggior parte dei casi, il growth hacker si occupa di effettuare degli esperimenti sul prodotto che l’azienda intende commercializzare, per poi individuare quali sono i canali pubblicitari (di solito digitali) più adatti alla sua sponsorizzazione.
Il motivo per cui questo metodo di fare marketing si è diffuso prima di tutto in ambito start up è proprio questo: questo tipo di azienda, per essere considerata tale, deve riuscire a crescere rapidamente. Questo consentirà la start up di diventare, in breve tempo, una grande azienda.
Il termine growth hacking è stato per la prima volta introdotto da Sean Ellis: colui che ha battezzato questo metodo lo definisce anche come marketing orientato verso l’esperimento.
Criticità e KPI di un’azienda sono infatti la base che darà avvio ad esperimenti di crescita che, se adeguatamente condotti, consentiranno di conseguire importanti risultati in poco tempo.
Proprio il tempo è ciò che rende differente il growth hacking dalle altre tipologie di marketing: si punta infatti al migliore risultato, da raggiungere nel periodo più breve e al costo minore.
Chi è il growth hacker
Da quanto appena detto, è possibile ricavare anche un profilo del growth hacker, ossia il professionista che si occupa di implementare la corretta metodologia di growth hacking.
Questo professionista del marketing seleziona ed utilizza le strategie più convenienti, che aiutano l’azienda ad acquisire clienti e a piazzare il proprio prodotto sul mercato al minor costo possibile.
Si tratta, in altre parole, dell’esperto che si occupa delle strategie di crescita del business, rifacendosi ai dati ottenuti dagli esperimenti messi in atto.
Un buon esperto di growth hacking sa identificare i canali giusti per acquisire più clienti possibili, riesce a quantificare il successo ottenuto dall’implementazione delle strategie e, soprattutto, conosce i metodi giusti per garantire la scalabilità del business.
Un growth hacker, insomma, si pone come obiettivo quello di garantire la crescita, senza necessariamente considerare le altre metriche.
Crescita che dovrà ottenere attraverso strumenti a basso costo: generalmente, infatti, anche se è possibile ricorrere alla pubblicità massiva, attraverso l’implementazione di strategie di growth hacking si potrà ottenere una crescita del business ricorrendo al content marketing, grazie a social media e utilizzando opzioni freemium o sconti.
Il successo del business in quattro fasi
Fin qui sembrerebbe tutto facilissimo oltre che molto conveniente, ma in realtà il growth hacking prevede molto impegno e l’intervento di un esperto (o, talvolta, di un intero team di growth hacker).
Un approccio vincente di solito comprende ben quattro fasi, che sono fondamentali per garantire il rapido successo dell’azienda:
- creazione di un prodotto adatto al mercato
- implementazione delle strategie di crescita
- ottimizzazione
- scalabilità
Il primo passo per una strategia di growth hacking vincente è quello che prevede la creazione di un prodotto che sia adeguato al mercato.
Creare un prodotto che sia desiderato è indice di successo; viceversa, un prodotto che non è in grado di destare l’interesse del pubblico, condurrà l’azienda al fallimento.
Per questo, in questo primo step del growth hacking è necessario comprendere desideri e bisogni delle persone, oltre che il percorso di acquisto tipico del mercato di riferimento.
Una volta ottenuto un prodotto desiderabile dal pubblico, si può procedere all’interno del percorso di growth hacking con il secondo passaggio: l’implementazione di strategie di crescita aziendale.
In questa seconda fase, inizia la sperimentazione vera e propria, che terrà conto sia dei punti di forza che delle debolezze del prodotto. Sfruttandoli al meglio, si attireranno i primi acquirenti.
Grazie a questa fase, si accumulerà una grande quantità di dati, che consentirà di apportare delle modifiche al prodotto stesso.
Si passa quindi all’ottimizzazione, che consente di migliorare la soddisfazione degli utenti e di diventare virali dopo aver identificato i canali di marketing idonei, attraverso i quali raggiungere il pubblico di riferimento.
Se la strategia di growth hacking implementata funziona, il prodotto giunge all’ultima fase, quella della scalabilità.
L’azienda registrerà cioè una crescita rapida, mostrando il suo potenziale di scalabilità. Non è detto però che tale crescita diventerà virale.
Perché questo approccio al marketing può fare la differenza?
Il growth hacking, comunque, non si esaurisce qui: si tratta di un approccio continuo, che garantisce un miglioramento costante e regolare, per migliorare l’esperienza degli utenti e aumentare così il successo dell’azienda.
Anche se abbiamo analizzato approfonditamente le quattro fasi di cui si dovrebbe comporre un processo di growth hacking, potrebbe non esserti ancora chiaro il perché tale approccio potrebbe fare la differenza.
Cerchiamo dunque di capirlo insieme.
Il growth hacking, come abbiamo visto, prevede una lunga fase di sperimentazione, che tiene conto della risposta esatta da parte del pubblico.
Quando si implementa una strategia di marketing tradizionale, al contrario, l’azienda deve tentare di convincere il pubblico a sceglierla, senza tener conto delle esigenze reali del mercato di riferimento.
Col growth hacking le cose cambiano radicalmente.
Si traggono dati e informazioni direttamente da coloro che utilizzeranno il prodotto, al fine di modificarlo e di migliorare la sua usabilità. Questo permette inoltre di risparmiare su eventuale pubblicità inutile per un prodotto che non incontrerebbe il favore del pubblico.