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Come gestire il conflitto: 3 tecniche efficaci

Come gestire il conflitto: 3 tecniche efficaci

gestire il conflitto
  • Sara Elia
  • 23 Febbraio 2024
  • Vendita e comunicazione
  • 5 minuti

3 tecniche efficaci per gestire il conflitto

Saper gestire il conflitto è una qualità molto importante da acquisire per poter agire sia nella vita quotidiana, familiare e in quella lavorativa. Da sempre, il conflitto è parte integrante delle relazioni all’interno di un gruppo, di qualsiasi tipologia esso sia.

La gestione dei conflitti si riferisce all’insieme di pratiche e processi utilizzati per mitigare, risolvere o gestire in modo costruttivo i disaccordi o le divergenze che emergono tra individui, gruppi oppure organizzazioni. I conflitti possono derivare da differenze di opinioni, obiettivi, valori o percezioni.

Gestire il conflitto implica identificare e analizzare le cause di fondo del disaccordo, una comunicazione efficace tra le parti coinvolte, nonché l’impiego di tecniche specifiche per trovare soluzioni accettabili per tutte le parti.

Analizziamo insieme cosa si intende, come si può affrontare e quali attività possono essere messe in atto.

Indice
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Gestire il conflitto sul lavoro: come agire?

I conflitti sul luogo di lavoro sono una variabile spesso presente che si verifica quando sussiste:
  • incompatibilità di pensiero e/o comportamento;
  • mancata condivisione di progetti e obiettivi;
  • bassa coerenza d’intenti da parte dell’azienda.
Di per sé, il conflitto sul lavoro non è necessariamente un aspetto negativo. Al contrario, può essere visto in ottica di crescita e sviluppo. Si definisce un conflitto costruttivo laddove favorisca la crescita del team e il confronto in un clima di collaborazione. Un gruppo in cui non si percepisce conflitto è infatti statico, stagnante e non orientato a confronto, dialogo, sfida quotidiana e cambiamento.
 
Le controversie in un team possono essere frequenti ma ciò non è un indicatore di mancata efficacia. Lo è la modalità con cui vengono gestite e risolte. Diventano però distruttive quando le persone adottano un atteggiamento di chiusura, rimanendo ferme sulle proprie posizioni.
 
Di certo, è necessario saper riconoscere la situazione il prima possibile per gestire il conflitto attraverso strategie di comunicazione efficace e tecniche di ascolto attivo. 
 Evitare che essi si radichino significa:
  • prevenire situazioni di malcontento che possono minare il clima lavorativo e influire sul rapporto con i clienti dell’azienda;
  • evitare conseguenze personali dannose come la sindrome di burnout;
  • avere un team immerso in un clima che favorisca il benessere organizzativo e
  • funzioni efficacemente.

Tipologie di controversie lavorative più comuni

Come abbiamo visto insieme finora, il conflitto non è di per sé un male ove è indice di un potenziale trasformativo e di una spinta evolutiva.
 
Le controversie più tipiche all’interno di un contesto di lavoro sono quelle di identità. Esse si verificano quando viene impedito il soddisfacimento di un bisogno fondamentale per l’individuo e, nello specifico:
 
  • contingente: la sua causa è di semplice individuazione cosi come lo è trovare soluzioni per gestire il conflitto in modo ottimale;
  • dislocato: il vero motivo non è evidente ma si nasconde dietro una situazione all’apparenza poco importante;
  • erroneamente attribuito: anche detto invisibile, in quanto le persone coinvolte non lo percepiscono chiaramente, ed esso rimane latente.
Riconoscerne la tipologia di conflitto è un primo importante passo, a cui devono seguire:
  • tecniche di negoziazione, che possono essere apprese anche grazie al coinvolgimento di uno psicologo in azienda;
  • capacità di leadership, skill fondamentale per lavorare in ambito aziendale. Consiste nella capacità del manager di guidare con autorevolezza il gruppo guadagnandosi la fiducia e raggiungendo gli obiettivi che prefissati;
  • ascolto attivo: tecnica che promuove l’impegno reciproco nel cercare di comprendere l’altro. Si tratta di un atto intenzionale tramite il quale ci si impegna a percepire sia il messaggio esplicito dell’altro sia quello implicito.

Il metodo vincente

Alcuni campanelli d’allarme che dimostrano che si sta verificando una situazione controversa nell’ambiente di lavoro sono:
  • calo della produttività;
  • poca comunicazione e minore disponibilità all’apertura e all’ascolto;
  • diffusione di pettegolezzi.
Per gestire il conflitto in modo ottimale esiste un metodo pratico che consiste nell’adottare una soluzione condivisa. In questo modo nessuno cercherà di imporre la propria decisione, ma tutte le parti coinvolte ne trarranno beneficio.
 Infatti, un conflitto non è risolvibile se per risoluzione intendiamo decidere chi ha ragione e chi torto. La controversia si può però trasformare da scontro a incontro di bisogni e di valori. 
 
Le fasi di gestione del conflitto fondamentali sono:
 
  • esporre i propri bisogni senza assumere un atteggiamento difensivo;
  • assicurarsi che il proprio punto di vista sia chiaro, chiedendo un feedback a chi ascolta;
  • accogliere il punto di vista altrui con empatia;
  • elencare una serie di possibili soluzioni in maniera libera e creativa;
  • valutare quali possono essere le soluzioni più consone;
  • scegliere di comune accordo la soluzione che sembra più efficace;
  • mettere in pratica la soluzione;
  • verificare, dopo aver fatto trascorrere un lasso di tempo, se la scelta implementata si è dimostrata realmente efficace;
  • prevenire altre possibili situazioni e/o comportamenti che possono generare problemi.

Approcci psicologici per gestire il conflitto

Come abbiamo visto insieme, le controversie sul lavoro possono nascere per problemi di comunicazione tra le parti o dalle condizioni lavorative che il singolo sta vivendo in quel momento.
 
Come fare allora a superarli?
La premessa di base per poter gestire il conflitto, in ambito lavorativo o interpersonale, è la consapevolezza. Infatti, per raggiungere una possibile soluzione è necessario esserne consci e mantenere un atteggiamento equilibrato, non giudicante e di apertura.
 
La psicologia può essere di supporto per:
 
  • reale comprensione del problema: tramite l’analisi delle possibili cause alla base di difficoltà di comunicazione;
  • comunicazione interpersonale: suggerisce strategie che possano favorire abilità comunicative competenze relazionali del singolo;
  • gestione creativa del conflitto: stimola l’attitudine al problem solving e al pensiero laterale;
  • negoziazione: guida la persona verso un atteggiamento di apertura e il compromesso;
  • senso di autostima ed autoefficacia: supporta nella crescita personale, rende più consapevole delle proprie emozioni e della loro gestione.
Quando si parla di teorie e tecniche di gestione dei conflitti, è necessario anche accennare ad alcune modalità di risoluzione non costruttive:
 
  • evitamento: consiste nell’evitare il confronto e si verifica laddove una discussione sia ritenuta inutile o poco importante.
  • dominio: orientata al potere, non collaborativa;
  • sottomissione: si dà maggior importanza al bisogno altrui.
Di certo, da utilizzare in alternativa tra loro in base alla situazione, le soluzioni più efficaci sono invece le modalità collaborative o di compromesso.
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Sara Elia
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