Fuga di mille medici all'anno dall'Italia e spesa in formazione di 150 milioni
In Italia, la grande fuga dei medici dagli ospedali, è una triste realtà ormai consolidata da molti anni. Almeno mille medici ogni anno scelgono di trasferirsi all’estero in cerca di maggiori possibilità di carriera e stipendi più alti.
Analizziamo insieme la situazione attuale e le cause del fenomeno.
Medici: la grande fuga all’estero
- stipendi mediamente più bassi rispetto ai colleghi europei o comunque non adeguati;
- pandemia di Covid-19;
- turni massacranti;
- stress;
- tetti di spesa alle assunzioni;
- anni di spending review.
Medici a gettone: un’altra alternativa
- svolgono il lavoro da liberi professionisti;
- giovane età, senza esperienza né specializzazione;
- vengono pagati molto di più rispetto ai colleghi;
- servono a tappare eventuali buchi dell’amministrazione;
- non essendo assunti dall’azienda ospedaliera hanno bassa responsabilità e minimi compiti burocratici.
- 37,6%: vuole spostarsi alle coop;
- al 50% per le fasce più giovani;
- 45% per chi ha tra i 36 e i 45.
- Piemonte: 50%;
- Liguria: al 70%;
- Veneto: l’80%.
Cervelli in fuga fin dalla scelta scolastica
- 43%: vorrebbe formarsi all’estero per poi cercare un’occupazione stabile nel Paese d’accoglienza;
- 41%: vorrebbe studiare in Italia per poi trasferirsi all’estero nella speranza di avere maggior opportunità di crescita professionale;
- 16% studierebbe all’estero per poi rientrare in Italia e tornare con un bagaglio più ricco di esperienza.
- 20%: desidera rimanere fuori dai confini nazionale per sempre;
- 43% tornerebbe in patria solo nel caso in cui l’esperienza fosse particolarmente deludente;
- 37%: considera di poter pensare in un futuro di rientrare in Italia.
Possibili soluzioni
Quali sono le soluzioni che si possono attuare per arginare il fenomeno della fuga all’estero dei medici? La risposta è complessa.
La situazione è infatti anche esito di anni di tagli sulla sanità. I posti letto sono infatti ad oggi in misura decisamente minore rispetto alle necessità. Inoltre il tetto di spesa per il personale impedisce alle strutture sanitarie di assumere e pagare meglio i dipendenti. In più bisogna tenere presente il blocco del turnover. Negli ultimi anni infatti chi è andato in pensione non è stato sostituito in maniera proporzionale.
La situazione non potrà quindi di certo migliorare con rapidità. Alcune misure da attuarsi possono essere:
- assumere specializzandi inquadrandoli come dirigenti medici in formazione;
- riconoscere come attività usurante l’emergenza-urgenza;
- rifondare l’intero sistema tramite l’istituzione della figura di dottore unico. Questo deve avere il compito di operare nel sistema pre-ospedaliero, nei servizi di pronto soccorso e nella Medicina di emergenza-urgenza;
- valorizzare l’aspetto economico;
- dotare il territorio di medici che si occupino dei pazienti senza l’ausilio del ricovero ospedaliero.
Speriamo che il fenomeno si riesca ad arginare al più presto per non perdere talenti e provocare ulteriori danni alla categoria di medici in Italia.