Frequenza di rimbalzo: come migliorare il Bounce Rate
La frequenza di rimbalzo, definito anche bounce rate, è uno dei fattori che può preoccupare chi gestisce un sito web, sia per il fenomeno stesso sia per la sua ambiguità.
Ma come si calcola questo indicatore?
È la percentuale di visitatori che entra in una pagina web e poi l’abbandona senza compiere nessuna azione: cliccare su un link, realizzare un acquisto o compilare un modulo.
La frequenza di rimbalzo e la sua importanza
Ci sono tre motivi principale che evidenziano l’importanza della frequenza di rimbalzo. In primo luogo chi rimbalza da un sito non converte, se si evita che un utente rimbalzi, si può aumentare il tasso di conversione.
Il bounce rate è considerato un fattore di ranking di Google. Uno studio di settore ha messo in evidenza come la frequenza di rimbalzo è connesso al posizionamento in prima pagina su Google.
Se vi è un elevata frequenza di rimbalzo, questo indica che il sito, o solo alcune pagine dello stesso, abbiano dei problemi. Questi possono essere di diverse tipologie:
- di contenuto;
- riguardare l’esperienza utente;
- riferirsi al layout della pagina;
- interessare il copywriting.
Il tasso di rimbalzo, quindi, indica la percentuale di visitatori che va via da un sito web dopo aver visualizzato una sola pagina.
Dopo aver visto quell’unica pagina tornano alla pagina dei risultati di ricerca o sul sito dove era presente il link in uscita che portava al sito da cui sono rimbalzati.
La frequenza di rimbalzo, dal punto di vista matematico, altro non è che il rapporto tra il numero totale di utenti che visualizza una sola pagina (sessioni di una sola pagina) e il numero totale di entries che avvengono sulle pagine del sito (totale delle sessioni).
La frequenza media di rimbalzo
GoRocketFuel.com ha messo in evidenza in un suo report qual è la frequenza media.
Quest’ultima è compresa tra il 41 e il 51%. La frequenza di rimbalzo ottimale dipende da due fattori: il settore in cui si opera e la provenienza del traffico.
Diversi tipologie di siti web, secondo Custom Media Labs, presentano una frequenza di rimbalzo diversa.
I siti e-commerce, ad esempio, hanno la frequenza di rimbalzo media molto basso, la percentuale è tra 20-45%; i blog, invece, hanno una frequenza di rimbalzo molto alta, la percentuale può arrivare fino al 90%.
Una frequenza di rimbalzo ideale può essere individuata solo se si confrontano un sito con altri siti della stessa categoria. Se hai un sito di scarpe, dovrai fare il confronto con siti che trattano scarpe come te.
Un elemento che può influire sulla frequenza di rimbalzo riguarda le fonti di traffico di un sito web: la frequenza di rimbalzo delle e-mail e del traffico di riferimento è molto bassa; il traffico dai social media e gli annunci pubblicitari, invece, hanno la tendenza ad avere una frequenza di rimbalzo alquanto alta.
Motivazioni per cui le persone abbandonano un sito web
È utile conoscere quali sono le motivazioni per cui le persone decidono di abbandonare una o più pagine di un sito web.
Il contenuto risulta non rilevante. Nel momento in cui il contenuto del sito non è di gradimento dell’utente e/o non soddisfa le sue aspettative e le sue domande, molto spesso lascia il sito senza esplorarlo.
Se l’utente si rende conto che la navigazione del sito è troppo difficile per lui, o i tempi di caricamento sono lenti o, ancora, ci sono delle problematiche tecniche che ne ostacolano la sua navigazione, l’unica azione da fare è abbandonare il sito web. Attenzione, quindi, ai problemi di usabilità. I contenuti e la navigazione del sito web devo essere facili da fruire, in questo modo la frequenza di rimbalzo sarà bassa.
L’utente decide di abbandonare rapidamente un sito web quando quest’ultimo presenta un design poco attraente.
Quando un sito è stato realizzato con un design poco accattivante o poco professionale, gli utenti sono scoraggianti nell’interagire con il sito o da esplorarne il contenuto.
A un sito ci si può arrivare con un link o una ricerca: se l’utente non trova quello che si aspettava, la sua reazione sarà quella di abbandonare in modo rapido quel contesto. La cattiva corrispondenza delle aspettative rientra tra i motivi per cui si verifica il cosiddetto rimbalzo.
Quando manca chiarezza nell’offerta l’utente abbandona il sito. Se i prodotti, i servizi o le informazioni offerti dal sito non sono chiari, gli utenti potrebbero non sentirsi motivati a rimanere e a esplorarlo.
La presenza di interstiziali e annunci invadenti che bloccano l’accesso al contenuto desiderato, può spingere gli utenti a lasciare il sito. Le persone, in sintesi, possono rimbalzare da un sito web se l’esperienza complessiva non soddisfa le aspettative che si sono costruite o se incontrano ostacoli che rendono difficile, o poco invitante, l’interazione con il sito.
Consigli per migliorare la frequenza di rimbalzo
In primo luogo occorre lavorare per migliorare gli elementi sopra elencati, affinché l’esperienza dell’utente sia gradevole e i contenuti siano facilmente fruibili. Ci sono altri consigli utili per migliorare la frequenza di rimbalzo, ecco degli esempi.
Incorporare video da Youtube
Aggiungere video alle proprie pagine, secondo quanto evidenziato dall’azienda di video hosting Wistia, consente di raddoppiare il tempo medio di permanenza in una pagina. Incorporare qualsiasi video da Youtube, purché sia attinente con l’argomento del sito web, permette di diminuire la frequenza di rimbalzo e di aumentare il tempo di permanenza sulla pagina.
Usare le parole ponte
Distribuire le parole ponte è tra i modi migliori per ridurre la frequenza di rimbalzo dei post del blog e delle landing page. In tutte le pagine presenti sul web sono presenti delle aree che possiamo definire zone morte, che fanno annoiare gli utenti. Per evitare che questi ultimi lascino il sito, occorre aggiungere una frase ponte, in modo da mantenere viva l’attenzione.
- dai un’occhiata qui;
- infatti;
- in altre parole;
- la domanda è;
- ecco un esempio;
- e la seguente statistica lo conferma;
- questo mi ha fatto pensare che;
- una storia veloce.
Queste frasi ponte spingono le persone a una lettura più approfondita, abbassando di molto la frequenza di rimbalzo.
Migliorare la velocità e la struttura del sito
Migliorare la velocità del sito web è un ottimo modo per evitare che gli utenti lo abbandonino velocemente. PageSpeed Insights di Google è uno strumento gratuito che consente di comprendere i parametri di velocità di un sito web.
L’introduzione del sito è il proprio biglietto da visita, quindi deve coinvolgere l’utente e invogliarlo a continuare nella lettura. I tuoi contenuti devono essere facile da leggere, devono avere:
- degli spazi bianchi nel testo, in modo che i tuoi contenuti respirino;
- paragrafi scorrevoli, se sono lunghi suddividili in sezioni più piccole;
- un carattere tra i 15/17 punti;
- sottotitoli per suddividere i contenuti in sezioni differente.
Il tuo sito deve soddisfare i criteri di ricerca dell’utente di Google, se non troveranno ciò che stanno cercando torneranno ai risultati di ricerca. Le pagine che non soddisfano gli intenti di ricerca sono dannosi per la frequenza di rimbalzo, ma anche per la SEO.
L’uso di link interni, inoltre, sono molto utili, oltre che per la SEO, soprattutto per migliorare la frequenza di rimbalzo. Con questo sistema, infatti, porterai l’utente a visitare altre pagine del tuo sito e aumenterai le visualizzazioni delle stesse.
Puoi, inoltre, proporre al tuo lettore un contenuto extra, che sia in linea al 100% con ciò che sta leggendo in quel momento. L’upgrade dei contenuti di livello superiore è un elemento specifico, che ti consentirà di evitare l’effetto rimbalzo.