Feedback: la loro importanza nella valutazione della didattica
Università, corsi su corsi e lezioni da incastrare. E quando la tensione pre-esame è alle stelle, ecco che arrivano loro, chiedendo un feedback. No, non i rimorsi per i festini a cui non si è saputo rinunciare. Parliamo dei famosi questionari di valutazione della didattica da svolgere su carta o online. E senza aver compilato la valutazione sul portale universitario spesso non ci si può iscrivere all’esame. Come mai?
Il Feedback degli studenti è una prova anche per loro
Alle scuole elementari, medie e superiori sembra che le uniche critiche ricadano sugli studenti. Potremmo dire che il voto di condotta tanto temuto sia una sorta di valutazione di recezione della didattica. All’Università un po’ i ruoli si invertono, dando la possibilità di essere a propria volta giudici.
Niente più interminabili consigli di classe per decidere il giudizio. Nessuna minaccia di mettere 8 sulla pagella per segnalare la scarsa attenzione. Ora occorre davvero capire se il docente che si ha davanti stia svolgendo ciò che ci si aspetta.
In un certo senso è più difficile giudicare che essere giudicati in questo ambito. Prima bastava cercare di accontentare. Ma la valutazione richiede di esprimere per iscritto cosa ci si aspetta dal professionista che si ha di fronte. Molti si ritrovano persi in questo scambio dei ruoli.
Allo stesso tempo è necessario essere obiettivi sulle lezioni. Un feedback ben giostrato può dare un giudizio duro a un professore che piace come persona. Ma magari ha un metodo che risulta difficoltoso per molti dei suoi studenti.
A scuola ci si lamentava delle preferenze dei docenti. Nel momento in cui occorre fornire una panoramica su di loro si realizza quanto l’imparzialità sia difficile. Un grado di consapevolezza che altrimenti non si sarebbe raggiunto così presto.
Sotto esame sono sia studenti che professori dunque. I primi sono chiamati a dimostrare di avere la maturità per fornire delle critiche costruttive. I secondi a mettere in discussione le proprie convinzioni e metodologie.
Perché subito prima dell’esame?
Come si diceva, l’imparzialità è l’ingrediente principale per fornire una buona valutazione della didattica. E una delle cose che può comprometterla irrimediabilmente è il classico brutto voto all’esame. O una domanda scomoda infilata all’ultimo.
Per riuscire ad avere obiettività occorre domandare un feedback prima di guardare il risultato. Finire il corso non vuol dire essere già pronti per l’esame. Lo studio personale, che determina buona parte del successo agli esami, avviene in separata sede. In aula si vuole raccogliere un parere sui contenuti ricevuti e sulle modalità con cui sono stati forniti.
I questionari di valutazione costruiti al meglio esordiscono chiedendo quale percentuale di ore si è seguita. Questo serve perché serve una visione globale del corso che si è seguito. Alcune lezioni possono risultare più o meno noiose di altre. Ma conta il quadro generale come è giusto che sia.
Allo stesso modo se un esame viene rimandato di un anno o due e il docente cambia, si riparte. Questo ovviamente presupponendo che lo studente abbia considerato di seguire nuovamente il corso…
Oltre che prima dell’esame, spesso il feedback viene richiesto prima ancora che finisca il corso. In questo caso non con un test online ma con un documento cartaceo, fisico. Il docente può leggere i pareri degli studenti e in caso aggiustare il tiro in tempo.
Ad esempio, se un argomento viene citato da tutti come poco chiaro, può rispiegarlo. Una delle domande riguarda sempre i contenuti che non sono apparsi esaustivi durante il corso.