Giovani artigiani: scopri i 10 mestieri più richiesti dalle imprese
Per molti gli esami di riparazione, ovvero per colmare il debito ricevuto a chiusura del passato anno scolastico, sono solo più una formalità. Ben il 90% infatti viene promosso.
Ma è davvero così semplice non venire bocciati? E quali studenti sono più a rischio? Scopriamo tutto questo e molto altro insieme.
2022: sospesi in giudizio ed esami di riparazione
2022: i dati della differenza negli esami di riparazione
.Esami di riparazione: quali studenti sono più a rischio bocciatura?
Gli studenti che dovrebbero prestare maggior attenzione durante gli esami di riparazione sono quelli degli Istituti Tecnici e Professionali.
Nell’ultimo anno infatti la percentuale di bocciati a settembre è arrivata a quota 10%: rispettivamente 10,81% per Tecnici e 11,11% per Professionali. Partendo inoltre da alte percentuali di:
- non ammessi già da giugno: 9,4% nei Tecnici e 10,7% nei Professionali.
- debitori: 22,2% per i Tecnici e 15,3% nei Professionali.
Scenario del tutto differente invece nei Licei. Dopo gli scrutini di giugno 2022, i non ammessi alla classe successiva sono stati solamente il 3,8% del totale. A settembre si è aggiunto l’8,61% dei rimandati.
Un altro fattore da considerare è il livello scolastico in cui ci si trova. Parlando sempre di esami di recupero del debito, le classi più complicate sono quelle centrali:
- seconda superiore: non hanno superato gli esami di riparazione di settembre il 10,10% dei rimandati (che erano il 19,8%) e quota più alta di non ammessi direttamente a giugno (l’8,5%);
- terza superiore: si è arrivati al 10,67% del 17,8% degli studenti che in quella classe avevano preso almeno un debito.
Il ruolo centrale della pandemia
Una spiegazione plausibile alla netta variazione dei numero di bocciati durante gli esami di riparazione nelle due differenti annate può essere ricercata nella pandemia di COVID-19.
Dallo scoppio della pandemia ci si è infatti dovuti confrontare con la Didattica a distanza. E con un condono che ha limitato le bocciature solo ai casi estremi.
Il quadro si è aggravato anche dagli strascichi delle lacune accumulate in quel periodo. Questo potrebbe voler dire che i numeri sugli esiti degli esami di recupero della scorsa estate siano stati gonfiati da quanto accaduto nel biennio del picco della pandemia. Altrimenti è difficile capire come si sia potuti passare dal 6,5% di bocciati dopo la verifica di settembre dell’anno 2018-2019 addirittura al 9,25% del 2020/2021 (oltre il 40% in più). A fronte di un numero di bocciati sostanzialmente stabile: 7% nel 2018/2019, 6,7% nel 2020/2021.