Educazione civica: obbligatoria dal 2020
Quest’anno scolastico, appena iniziato, non vedrà l’inserimento dell’educazione civica come materia obbligatoria, posticipato al prossimo settembre 2020 dal nuovo Governo.
Più tempo alle scuole per questo cambiamento
In questi giorni nuovo Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, dopo la bocciatura del decreto da parte del Consiglio superiore dell’Istruzione, ha deciso di concedere più tempo per permettere alle scuole di arrivare preparate a questo cambiamento.
Ai primi di agosto il Senato aveva approvato il disegno di legge, con 12 articoli pronti a entrare in vigore dal 5 settembre di quest’anno nel primo e secondo ciclo di istruzione, inclusa l’introduzione dell’educazione civica.
Questo insegnamento avrebbe dovuto, secondo quanto inserito nel decreto: “sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società con iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile avviate a partire dalla scuola dell’infanzia”
Come era stata pensata l’educazione civica
La legge prevedeva almeno 33 ore di insegnamento da distribuire durante l’anno, senza modifica dell’orario curriculare. Sarebbe stato necessario quindi tagliare le ore di alcune materie, con una logica ancora non chiara.
Le tematiche avrebbero riguardato lo studio della Costituzione Italiana “perché i ragazzi si possano riconoscere nei valori che stanno alla base della società civile e applicarli nella vita quotidiana. Cultura della legalità e rispetto delle istituzioni”, come dichiarato dallo stesso ex ministro.
Tra gli insegnamenti anche la storia delle istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione Europea e degli organismi internazionali, quella della bandiera e dell’Inno Nazionale. Erano stati inserite anche alcune ore dedicate alla cittadinanza digitale, al diritto alla salute, al bullismo e cyberbullismo.
Si tratta di argomenti che ricalcano le attività previste nelle ore di “Cittadinanza e Costituzione” già inserite nelle scuole. La differenza è che l’educazione civica sarebbe entrata in pagella con tanto di voto final, come sarà a partire dal prossimo anno scolastico.
Secondo il nuovo ministro Fioramonti mancava una programmazione sera, supportata da fondi aggiuntivi in Legge di Bilancio per preparare in maniera efficace le scuole a questo cambiamento. La sua intenzione è pensare a un percorso di formazione dove l’ambiente sia un filo rosso che colleghi tutte le iniziative, rimodulate in relazione all’Agenda 2030 stabilita dalle Nazioni Unite.
Per attuare questi cambiamenti in maniera sistematica bisognerà, quindi, attendere il 2020.