Introduzione all'economia comportamentale per comprendere le decisioni
L’economia comportamentale è un campo di studi che integra le scienze comportamentali con i principi economici per comprendere meglio come le persone prendono decisioni. Questo approccio innovativo sfida le teorie economiche tradizionali che considerano gli individui come esseri completamente razionali, sempre in grado di massimizzare il loro guadagno a lungo termine.
In realtà, le decisioni umane sono influenzate da emozioni, impulsività e circostanze ambientali, rendendo l’economia comportamentale cruciale per una comprensione più realistica dei comportamenti economici.
In questo articolo esploriamo i principi alla base dell’economia circolare e il contributo di Richard H. Thaler, premio Nobel per l’Economia 2017 per “il suo contributo negli studi sull’economia comportamentale”.
Decisioni razionali vs. Economia Comportamentale
L’economia tradizionale presuppone che gli individui siano assolutamente consapevoli dei costi e dei benefici associati a ogni possibile azione, e che agiscano sempre per massimizzare il proprio vantaggio a lungo termine.
Questo modello, tuttavia, non tiene conto delle influenze psicologiche ed emotive che spesso guidano le nostre decisioni.
D’altro canto, gli economisti comportamentali assumono che gli individui siano spesso miopi riguardo a ciò che è meglio per loro. Essi credono che il processo decisionale sia intrinsecamente irrazionale, con le persone che cedono frequentemente alle tentazioni e prendono decisioni impulsive, anche quando esistono opzioni migliori che potrebbero ottimizzare i risultati a lungo termine.
Perché le persone evitano l’esercizio fisico nonostante i benefici noti? Perché i giocatori d’azzardo rischiano di più dopo aver vinto o perso, ignorando le probabilità costanti?
Queste domande illustrano come l’economia comportamentale possa spiegare tali comportamenti irrazionali, considerando gli individui come esseri umani influenzati da emozioni e contesti.
L’economia comportamentale ha influenzato notevolmente le politiche governative e aziendali, aiutando a sviluppare strategie per incoraggiare scelte migliori tra i consumatori. Comprendere i principi fondamentali dell’economia comportamentale può migliorare la consapevolezza delle proprie decisioni personali e finanziarie, portando a scelte più informate e razionali.
Principi base
Diversi principi chiave sono emersi dalla ricerca sull’economia comportamentale, tra cui
- Framing: il modo in cui una scelta viene presentata può influenzare significativamente le decisioni degli individui.
- Euristica: le persone tendono a fare affidamento su scorciatoie mentali per prendere decisioni piuttosto che impegnarsi in processi di ragionamento complessi.
- Avversione alle perdite: gli individui preferiscono evitare le perdite piuttosto che ottenere guadagni equivalenti, influenzando le loro decisioni in modo significativo.
- Contabilità mentale: le persone gestiscono il denaro in modo diverso in base alla sua fonte e utilizzo.
- Potere della gratuità: un prodotto gratis è maggiormente desiderato rispetto a uno dal prezzo basso, anche se dalle qualità inferiori.
- Fallacia dei costi irrecuperabili: l’attaccamento emotivo ai costi già sostenuti. Consumatori e investitori spesso faticano a “lasciar andare” investimenti falliti o capitale impegnato.
La teoria del premio Nobel Richard H. Thaler
Richard H. Thaler, uno dei principali studiosi nel campo dell’economia comportamentale, ha ricevuto il Premio Nobel per i suoi contributi alla comprensione dei processi decisionali.
La sua teoria enfatizza come fattori psicologici, come i bias cognitivi e le fallacie logiche, influenzino le scelte economiche.
Egli ha dimostrato che le persone spesso prendono decisioni che contraddicono i modelli economici tradizionali di razionalità. Ad esempio, la sua ricerca ha dimostrato che le persone tendono a sottostimare i costi futuri e sovrastimare i benefici immediati.
Premio Nobel per le Scienze Economiche 2017, Richard H. Thaler (economista alla Chicago University) ha sfidato la rigidità della teoria economica standard troppo perfetta nella legge della domanda e dell’offerta e troppo distante dalla realtà. Thaler ha rivoluzionato il modo di guardare il mondo reale, osservando le scelte umane nella loro fallacia, irrazionalità e mancanza di autocontrollo.
L’economia comportamentale, di cui Thaler è uno dei fondatori universalmente riconosciuti, è una branca della scienza economica che applica i principi della psicologia ai fenomeni finanziari. L’Accademia delle Scienze Svedese ha spiegato che l’economia comportamentale descrive quei “tratti umani che influenzano sistematicamente le decisioni individuali e gli esiti del mercato”.
Secondo le teorie di Thaler, le persone tendono a semplificare le loro decisioni finanziarie, creando ragionamenti isolati e focalizzandosi sull’impatto limitato di ogni singola decisione piuttosto che sugli effetti complessivi.
Inoltre, la maggior parte delle persone attribuisce un valore diverso a un bene a seconda che esso sia in loro possesso o meno. Questa “naturale avversione alla perdita” porta a valutare un bene posseduto con un valore più alto rispetto a uno non posseduto.
Alla base di tutto c’è il fatto che gli esseri umani commettono errori costantemente, al punto che è possibile prevedere questi errori e costruire modelli di comportamento alternativi rispetto a quelli della teoria economica classica.
Queste limitazioni cognitive tipicamente umane devono essere attentamente valutate, specialmente nei contesti decisionali e di gestione.
Gli studi di Thaler sono stati così apprezzati da essere integrati nelle politiche economiche di numerosi governi, inclusa la Casa Bianca e Paesi emergenti. Le teorie di Thaler hanno trovato ampio spazio anche fuori dagli ambienti accademici grazie ai suoi libri divulgativi, in particolare “Nudge – La Spinta Gentile”, che è diventato un best seller nel 2008.
Le 4 tappe dell’economia comportamentale
Prima tappa: Nobel e teoria del nudge (spinta gentile)
Nel 2002, lo psicologo Daniel Kahneman ha vinto il Nobel per aver integrato, insieme al suo amico e collega Amos Tversky (scomparso nel 1996), i risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, in particolare riguardo al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni di incertezza.
Sulla stessa linea di pensiero, Robert Shiller ha ricevuto il Nobel nel 2013 per i suoi contributi alla finanza comportamentale. Quattro anni dopo, anche l’economista Richard Thaler, che ha approfondito il filone di ricerca inaugurato da Kahneman, è stato insignito del premio Nobel.
Thaler è noto come il padre della teoria del nudge, o spinta gentile, una tecnica utilizzata anche dai regolatori per orientare le persone verso comportamenti virtuosi. Un esempio è l’opzione automatica di adesione a un fondo pensione per i neoassunti, che sfrutta la tendenza delle persone a non modificare le scelte predefinite.
Per approfondimenti, leggi Kahneman e Tversky: economia comportamentale.
Seconda Tappa: ultimatum e contabilità mentale
Il gioco dell’ultimatum esplora il rapporto tra razionalità, altruismo e finanza. L’uomo perfettamente razionale delle teorie economiche classiche farebbe scelte diverse rispetto ai reali e imperfetti esseri umani.
Immaginate che qualcuno vi dia 100 euro con la condizione che dovete offrire una parte di questa somma a un collega. Se il collega accetta la vostra offerta, voi potrete tenere la differenza tra i 100 euro e la parte che avete deciso di dargli. Se invece rifiuta, nessuno dei due riceverà nulla. Anche il collega conosce queste regole. Quanto offrireste?
La teoria economica classica non ha dubbi: anche con un’offerta di 1 euro, il collega dovrebbe accettare, perché rinunciare a soldi gratis, anche se pochi?
Ma gli esperimenti dimostrano che la realtà differisce dalla teoria. Nella pratica, non attribuiamo sempre lo stesso valore ai soldi: la stessa banconota da 100 euro può valere di più o di meno per via di fattori emotivi.
Si è osservato, infatti, che chi riceve tende a rifiutare offerte inferiori a 25-30 euro (a seconda del paese). Questo per un senso di giustizia, equità, orgoglio, o per “punire” chi si comporta in modo avaro.
Chi offre, invece, tende a proporre più di 1 euro. Questo per magnanimità, ma anche per paura che l’offerta venga rifiutata e quindi perdere tutto.
Secondo i test, le offerte medie si aggirano intorno al 50% dell’importo totale, e le offerte basse (25-30 euro) hanno oltre il 50% di probabilità di essere respinte.
Terza tappa: l’eccesso di fiducia (overconfidence)
Esistono due tipi principali di eccesso di fiducia o overconfidence.
Il primo è l’effetto sopra la media, dove ci si percepisce come un po’ più abili della media degli altri: un po’ meglio alla guida, un po’ più preparati rispetto agli altri studenti del nostro corso, o migliori investitori rispetto alla media del mercato.
Il secondo tipo di overconfidence si basa su due illusioni: l’illusione del controllo e l’illusione della conoscenza. L’illusione del controllo ci fa credere di poter gestire fenomeni imprevedibili come l’andamento dei mercati finanziari. L’illusione della conoscenza, invece, ci induce a pensare di avere informazioni sufficienti per prendere le migliori decisioni in contesti rischiosi o incerti.
Chiaramente, avere fiducia in sé stessi è cruciale nella vita quotidiana: ci guida, ci motiva, ci fa avanzare e migliora le nostre relazioni con gli altri. Tuttavia, l’eccessiva sicurezza diventa problematica quando ci porta a sottovalutare rischi importanti.
L’overconfidence è particolarmente comune tra coloro che investono online.
Le piattaforme online favoriscono le due illusioni alla base dell’overconfidence: il controllo e la conoscenza. Siamo noi direttamente a dare gli ordini, alimentando la nostra illusione del controllo e facendoci sentire responsabili del successo di un investimento fatto senza l’aiuto di un intermediario.
Quarta tappa: la diversificazione
Immaginate di investire in due aziende: l’azienda Pioggia, che produce ombrelli, e l’azienda Sole, che produce creme solari.
Chiaramente, i cambiamenti climatici influiranno diversamente sui profitti di queste due aziende. Quando piove, non compriamo creme solari, e quando c’è il sole, non compriamo ombrelli. In altre parole, le perdite di una società sono compensate dai guadagni dell’altra. Questo è un esempio di diversificazione corretta.
Al contrario, se dividiamo i nostri risparmi in parti uguali tra dieci titoli senza considerare le loro caratteristiche specifiche non diversifichiamo in modo ottimale: questo è noto come diversificazione ingenua.
Ripartire i propri risparmi in più attività è una buona regola empirica. Tuttavia, è fondamentale investire in titoli con caratteristiche diverse, i cui rendimenti non seguono lo stesso andamento nel tempo.
L’economia comportamentale rappresenta un cambiamento paradigmatico nella comprensione delle decisioni umane. Integrando le scienze comportamentali con i principi economici, offre una visione più accurata e umana di come prendiamo decisioni. Per le aziende e i governi, questa comprensione può portare a politiche e strategie più efficaci. Per gli individui, può aumentare la consapevolezza e migliorare la qualità delle decisioni personali e finanziarie.