Diritto di recesso in negozio: regole e limitazioni del diritto
Quello del diritto di recesso in negozio è un argomento ampiamente dibattuto. Spesso e volentieri, infatti, chi fa acquisti presso esercenti fisici pensa di poter cambiare merce in maniera indiscriminata. Eppure, la realtà è ben diversa: in alcuni casi, non è consentito cambiare la merce acquistata.
Non mancano infatti negozio che, per determinati articoli (o, talvolta, per tutta la merce) non concedono cambi.
In molti, dunque, si chiedono come funzionano le politiche di reso e se ci sono dei diritti dei consumatori che vanno necessariamente rispettati. La questione, poi, si fa ancor più complessa se parliamo di acquisti avvenuti online.
Dati i numerosi dubbi che attanagliano i consumatori, abbiamo creato questa guida in cui chiariremo gli interrogativi sul diritto di recesso.
La legge sul diritto di recesso
Prima di analizzare, in dettaglio, il diritto di recesso in negozio, esamineremo brevemente la normativa di base sul diritto di recesso.
Si tratta della facoltà che permette di sciogliere un contratto in modo unilaterale. In questo senso, non si avrà bisogno del consenso della seconda parte. La normativa in merito è contenuta sia nel Codice Civile, sia nel Codice del Consumo.
Questo diritto, in diversi casi, è previsto dalla legge, e può essere esercitato dai consumatori nei contratti a distanza o fuori dai locali commerciali. In ogni caso, il diritto di recesso non sempre è consentito: esistono diverse limitazioni, che variano a seconda del contratto stipulato.
Ad esempio, il diritto non è previsto per contratti legati a trasporti, noleggi auto e similari. Non è previsto per attività che devono essere svolte in un determinato periodo, né per beni prossimi alla scadenza.
Viene infine esclusi per tutti quei beni sigillati che, per motivi igienici, non possono essere restituiti.
Diritto di recesso in negozio: cosa dice la normativa
Chiariamo ora il primo interrogativo sul diritto di recesso in negozio. In realtà, non esiste un diritto all’ottenimento al cambio merce.
In sostanza, non c’è nessuna legge che tuteli il cliente nel caso in cui abbia cambiato idea.
La norma sul diritto di recesso si riferisce infatti ai casi che abbiamo analizzato al paragrafo precedente, e non agli acquisti in negozio.
Il diritto di recesso, infatti, può essere esercitato solo per contratti conclusi a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali.
Lo stabilisce l’art. 52 del Codice del Consumo.
La possibilità o meno di ottenere il cambio merce dipende quindi esclusivamente dal negozio dove l’acquisto è stato effettuato. Anzi, la normativa italiana stabilisce che l’acquisto può essere considerato come un contratto vero e proprio. E, in quanto tale, ha forza di legge tra le parti e non può essere sciolto, se non per ragioni stabilite dalla legge stessa.
Il che significa, in altre parole, che quando un cliente richiede il cambio di un prodotto, non esiste nessuna legge che imponga al venditore di accontentare l’acquirente.
Quando è possibile richiedere il cambio
Dato che non esiste alcun diritto di recesso in negozio, viene spontaneo chiedersi perché gli esercenti concedano spesso i cambi.
La risposta è molto semplice: ciascun negozio può decidere le proprie regole interne. Non di rado, soprattutto quando il prodotto acquistato è un dono, il negozio fornisce addirittura uno scontrino di cortesia per agevolare i cambi. Il che significa che, in questi casi, il cambio è concesso e previsto.
Moltissimi esercenti, in effetti, prevedono delle politiche di cambio e di diritto di recesso in negozio flessibili. Questa flessibilità dipende in larga parte dalla volontà di fidelizzare gli acquirenti e di garantire loro un’esperienza di acquisto ottimale. Ecco spiegato, inoltre, per quale motivo le politiche interne legate ai cambi possono variare da negozio a negozio.
Diritto di recesso in negozio: quando l’esercente è obbligato al cambio?
Anche se, in base a quanto detto fino ad ora, generalmente non esiste un diritto di recesso in negozio, abbiamo anche delle eccezioni. In alcuni casi, il negozio dovrà necessariamente concedere il cambio merce agli acquirenti.
Secondo quanto disposto dal Codice del Consumo, se la merce è difettosa o non funzionate, vige l’obbligo di cambio. Il Codice stabilisce infatti che, in questi specifici casi, il negoziante debba sostituire o riparare il prodotto.
C’è poi l’obbligo di rispettare la garanzia dei prodotti, che dura due anni e che ha delle specifiche caratteristiche. Stando alla garanzia, il venditore dovrà riparare o sostituire il prodotto senza richiedere costi aggiuntivi al cliente.
Attenzione, però: la garanzia vale solamente per difetti di fabbrica e non per danni causati dall’utilizzo improprio della merce.
La questione dello scontrino
Molto spesso, per esercitare il diritto di recesso in negozio o per tentare un cambio merce, ci si chiede se è necessario lo scontrino. La necessità di presentare questo documento, in realtà, dipende dalla specifica situazione in cui ci si trova.
Se la merce è difettosa e vige il diritto alla sostituzione o alla riparazione per difetto di fabbrica, lo scontrino non è necessario. Questo perché, in questo caso, vige l’obbligo di garanzia legale. Tuttavia, al consumatore verrà richiesta una prova di acquisto, che può quindi essere diversa dallo scontrino.
Nel caso in cui, invece, ci si affidi al cambio merce secondo le regole previste dal negozio, la situazione è diversa. Questo perché, come abbiamo detto, la possibilità di concedere cambi è a discrezione del venditore.
Di solito, in questo caso il negozio richiede uno scontrino per concedere il cambio merce. Senza il documento, il cambio generalmente non viene accettato.
Le regole per gli acquisti online
Se non esiste un vero e proprio diritto di recesso in negozio, per quanto riguarda gli acquisti online la situazione cambia sensibilmente. Infatti, nel caso di acquisti di consumo effettuati su e-commerce o, comunque, online, si ha il diritto di esercitare il proprio ripensamento.
Gli acquisti online rispondono infatti a una normativa specifica. Il diritto di recesso in negozio online, comunque, deve rispettare tempistiche ben precise. Di solito, si può richiedere di esercitare il diritto alla restituzione entro quattordici giorni dalla ricezione della merce.
In questo specifico caso, comunque, non si parla di cambio, ma di un vero e proprio reso. Un istituto nato per tutelare gli utenti che acquistano online.