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La dipendenza dai social: gli effetti sui giovani

La dipendenza dai social: gli effetti sui giovani

dipendenza social - effetti sui giovani
  • Laura Danesi
  • 12 Luglio 2024
  • Digital marketing
  • 6 minuti

Giovani e dipendenza dai social

La dipendenza da social, o social media addiction, è una delle tante implicazioni negative e patologiche provocata da un uso eccessivo dei canali social. La natura intrinseca dei social media incoraggia la comparazione e la competizione, fattori che possono portare l’individuo a sviluppare sentimenti di insicurezza e di inferiorità, o di aggressività e rabbia.

I social media, inoltre, portano a una vita sedentaria: l’impatto che ne deriva sulla salute fisica e mentale è negativo.

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Dipendenza da social network: che cos’è

La dipendenza dai social media non è precisamente inclusa tra le patologie psichiatriche ufficiali: il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), difatti, reputa solo il disturbo da gioco su internet come una patologia riconosciuta. L’uso eccessivo e compulsivo dei social network, però, è ormai considerato una dipendenza comportamentale, simile a quella per il sesso, lo shopping compulsivo o il gioco d’azzardo.

La dipendenza dai social network è definita dagli studiosi Andreassen e Pallesen come una condizione in cui si è esageratamente preoccupati dai social network, tanto da provare una forte motivazione a collegarsi e a utilizzarli. Questo sentire rischia di compromettere altre attività sociali, di studio o lavorative, relazioni interpersonali, la salute psicologica e il benessere.

I sintomi della dipendenza da social network

Andreassen, in uno studio del 2015, ha individuato un’impressionante somiglianza tra dipendenze chimiche e dipendenze comportamentali. Questi due tipi di dipendenze hanno in comune sette sintomi principali:

  • salienza, passare molto tempo sui social network e pensare costantemente a come trovare ancora più tempo per rimanere connessi;
  • tolleranza, una crescente sensazione di urgenza a rimanere connessi per raggiungere il medesimo livello di piacere;
  • cambiamento dell’umore, i social network vengono usati per allontanare sensazioni di ansia, colpa, depressione, impotenza e irrequietezza e per dimenticarsi dei propri problemi personali;
  • astinenza, l’incapacità di accedere ai propri account social provoca stress, impazienza, disturbo o irritabilità;
  • ricaduta, chi usa molto i social network rifiuta i consigli di ridurre il tempo online e spesso fallisce nel tentativo di farlo;
  • conflitto, in quanto cambiano le priorità. Non sono più, ad esempio, i familiari e/o gli amici, ma il passare più tempo possibile sui social;
  • problemi, l’uso eccessivo dei social network porta a ricadute importanti nella vita quotidiana.

Bisogna, quindi, distinguere tra dipendenza digitale e normale coinvolgimento nei social.
La dipendenza dai social network vera e propria è assimilata a conseguenze ostili, dal momento che l’essere connessi diventa involontario e compulsivo. Questo atteggiamento può portare a delle possibili ricadute sui ritmi del sonno, sulle relazioni, sul benessere e su altre attività, compromettendo la capacità di condurre una vita multidimensionale. Questo tipo di dipendenza comportamentale è in crescita, ma sono necessari ulteriori studi per comprenderne la prevalenza e i fattori di rischio.

Gli effetti psicologici dei social network

Cosa rende i social network così attraenti?
Il documentario The Social Dilemma apre una discussione fondamentale su social network e salute mentale. Il documentario firmato Netflix spiega che l’obiettivo di piattaforme come Instagram e Facebook è ottenere l’attenzione degli utenti per il maggior tempo possibile.
Aumentare la nostra rete sociale incrementa il numero di inserzionisti che competono per gli spazi pubblicitari delle piattaforme. Gli inserzionisti, in questo contesto, sono i clienti e noi utenti siamo il prodotto venduto.

Modificare il comportamento delle persone per indurle a utilizzare di più le piattaforme digitali è stato oggetto di studio del Stanford Persuasive Technology Lab. La bacheca di Facebook, per esempio, si aggiorna costantemente grazie a un semplice movimento del dito, mostrando sempre qualcosa di nuovo, simile al meccanismo di ricompensa delle slot machine.

Anche coloro che hanno contribuito alla creazione di queste piattaforme sono diventati dipendenti da questi meccanismi, nonostante la loro contezza. La consapevolezza non è sufficiente per modificare questo tipo di comportamento nocivo, così come non è sufficiente essere consapevole che il consumo di alcol, droghe e sigarette fa male per evitarne l’abuso.

L’uomo come animale sociale

Il dottor Yuval Noah Harari, storico e saggista israeliano, nel suo libro Sapiens: A Brief History of Humankind racconta come circa 70.000 anni fa l’Homo sapiens abbia iniziato a sviluppare nuovi modi di pensare e comunicare, portandolo alla supremazia sulle altre specie umane.

La nostra capacità unica di linguaggio, secondo la teoria dell’uomo come animale sociale, si è evoluta per condividere informazioni sul mondo circostante e sugli altri esseri umani sotto forma di gossip.
Questa teoria si basa sul presupposto che la cooperazione sociale sia la chiave dell’individuo per la sopravvivenza e la riproduzione. l’Homo sapiens di oggi fonda la maggior parte della sua comunicazione sugli strumenti digitali, ma gli argomenti sono sempre gli stessi!

Uno studio del 2016 illustra come il bisogno biologico di connetterci con le altre persone abbia effetti immediati sulle regioni chiave del cervello responsabili del rilascio di dopamina e dell’attivazione del sistema di ricompensa. Questo sistema è analogo a quello che produce sul sistema nervoso gli effetti della droga.
Dai risultati dello studio è emerso che un maggiore livello di dipendenza da Facebook è associato a un minore volume del cervello, con una significativa riduzione della materia grigia e dell’amigdala. Questo processo è simile alla morte delle cellule cerebrali nei soggetti dipendenti da cocaina.

Perché i social creano dipendenza?

I social media offrono una gratificazione immediata.
Nel momento in cui si ricevono commenti, condivisioni e/o like si attiva nel cervello umano il sistema di ricompensa. Questi eventi portano al rilascio di dopamina e, di conseguenza, provocano una sensazione di benessere in chi li riceve. Questa gratificazione istantanea può diventare una fonte di piacere e comfort, spingendoci a cercare costantemente l’approvazione e l’attenzione degli altri.

I social media sono progettati per essere coinvolgenti e stimolanti, con notifiche, novità e feed infiniti che catturano la nostra attenzione e ci mantengono connessi il più a lungo possibile. Il design è, quindi, premeditato e questa intenzionalità può creare delle difficoltà all’utente nel staccarsi dai social media e, nello stesso tempo, può cooperare alla dipendenza.

I social media, inoltre, possono fungere da meccanismo di evasione dalla realtà, offrendo un’opportunità di fuga dai problemi e dallo stress della vita quotidiana. La nostra tendenza a confrontare le nostre vite con quelle degli altri viene amplificata sui social, dove le persone tendono a mostrare solo i momenti migliori e più felici delle loro vite.

Dipendenza dai social: le conseguenze principali

Cadere in questo circolo vizioso può alimentare sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima, isolamento sociale, disturbi del sonno, depressione, ansia sociale e solitudine. Le interazioni sui social media possono portare a una sensazione di connessione sociale falsa o illusoria.

Le generazioni più giovani non sono le uniche a rischio di sviluppare una dipendenza dai social network. Uno studio del 2017 mette in evidenza che il 40% delle mamme e il 32% dei papà hanno affermato di usare la tecnologia digitale in modo problematico. L’interferenza della tecnologia durante le attività con i figli era associata a una percezione peggiore della condivisione dei compiti genitoriali, sintomi depressivi e stress genitoriale.
È paradossale come delle piattaforme nate per facilitare la condivisione e la connessione possano portare all’effetto opposto, facendoci sentire isolati e inadeguati rispetto agli standard irraggiungibili che vediamo nelle bacheche virtuali.

Evitare la dipendenza dai social network richiede consapevolezza, autodisciplina e l’adozione di strategie pratiche. Alcune soluzioni efficaci sono:

  • limitare il tempo di utilizzo dei social network;
  • fare pause regolari, in modo da disintossicarsi da questo mondo;
  • coltivare relazioni offline;
  • creare un equilibrio, includendo altre attività come leggere, meditare, fare una passeggiata all’aperto;
  • utilizzare i social network per scopi specifici e positivi, come connettersi con amici, apprendere nuove competenze o partecipare a comunità di interesse.

Evitare la dipendenza dai social network è possibile con consapevolezza e azioni concrete. Implementare queste strategie può migliorare significativamente la qualità della vita, permettendo di godere dei benefici dei social media senza cadere nelle loro trappole.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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