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Costi indiretti: cosa sono, esempi e come calcolarli

Costi indiretti: cosa sono, esempi e come calcolarli

costi indiretti - cosa sono, esempi e come calcolarli
  • Laura Danesi
  • 8 Agosto 2025
  • Vendita e comunicazione
  • 6 minuti

Cosa sono i costi indiretti

I costi indiretti rappresentano una componente fondamentale nella gestione economica di qualsiasi attività produttiva o di servizi. Essi sono quei costi che non si possono attribuire direttamente a un singolo prodotto o servizio, ma che sostengono il funzionamento complessivo dell’azienda.

In questo articolo esploreremo cosa sono i costi indiretti, come si differenziano dai costi diretti e come calcolarli correttamente.

Indice
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Costi indiretti: cosa sono e perché sono importanti

I costi indiretti sono quei costi che non si possono associare facilmente a un prodotto specifico o a una singola commessa.
A differenza dei costi diretti, non si riferiscono direttamente alla produzione ma contribuiscono a mantenere attiva l’intera struttura aziendale. Essi supportano l’azienda nel suo complesso e sono indispensabili per il funzionamento quotidiano. Questi costi includono, ad esempio, l’affitto dei locali aziendali, l’energia elettrica, la manutenzione degli impianti e gli stipendi del personale amministrativo.

Nonostante non siano facilmente imputabili a singole attività, i costi indiretti rappresentano una spesa rilevante e incidono significativamente sui risultati economici. Una gestione efficace di questi costi consente di evitare sprechi e di allocare risorse in modo più efficiente, migliorando così la competitività aziendale. Comprendere e calcolare correttamente i costi indiretti è, quindi, essenziale per una buona contabilità industriale e per la definizione di prezzi di vendita adeguati.

Costi diretti e indiretti: le differenze fondamentali

Per capire bene cosa sono i costi indiretti, è utile partire dalla distinzione tra costi diretti e indiretti. I costi diretti sono quelli che si possono attribuire immediatamente a un prodotto, a una commessa o a un servizio specifico.
I materiali utilizzati nella produzione o la manodopera impiegata direttamente, per esempio, sono costi diretti. Questi costi sono facilmente quantificabili e misurabili, e si riferiscono a un singolo oggetto di spesa.

I costi indiretti, al contrario, non possono essere collegati a una singola attività o prodotto in modo diretto.
Essi coinvolgono più aree dell’azienda e sostengono funzioni generali come l’amministrazione, la manutenzione e la gestione delle infrastrutture. La distinzione è importante perché la determinazione dei costi totali di produzione si basa sulla somma di costi diretti e indiretti. Una corretta separazione consente una migliore valutazione della redditività e una gestione più accurata delle risorse. È, inoltre, fondamentale per stabilire i prezzi di vendita, evitando sottovalutazioni o sovrastime.

Costi indiretti esempi: quali sono i più comuni e come riconoscerli

Gli esempi di questa tipologia di costi variano a seconda del settore e della struttura aziendale, ma alcune voci sono ricorrenti in quasi tutte le realtà. Tra i più frequenti troviamo:

  • l’affitto dei locali aziendali;
  • le bollette di energia elettrica;
  • l’acqua e il riscaldamento;
  • le spese di pulizia e sicurezza;
  • i salari del personale amministrativo;
  • i costi di manutenzione delle macchine e gli ammortamenti degli impianti;
  • i costi di gestione del magazzino;
  • le spese generali di marketing e pubblicità;
  • le assicurazioni aziendali.

Riconoscere quali spese rientrano nei costi indiretti è importante, perché queste voci devono essere allocate su più prodotti o servizi. La corretta identificazione consente un miglior controllo dei costi e aiuta a evitare che alcune attività risultino artificialmente troppo onerose o sottostimate. L’analisi degli esempi aiuta a capire quali spese possono essere ottimizzate o ridotte per migliorare la redditività.

Costi di amministrazione: come calcolarli correttamente per una gestione efficace

Calcolare i costi di amministrazione non è semplice, perché non possono essere imputati direttamente a un prodotto o a un servizio. Per distribuirli correttamente, le aziende adottano diversi metodi. Il più diffuso è il metodo della ripartizione per centri di costo: si suddividono i costi indiretti in base ai reparti o alle funzioni aziendali e si assegnano proporzionalmente in base a criteri scelti, come le ore macchina, i metri quadrati occupati o i costi del personale.

Un altro metodo comune è quello di applicare una percentuale fissa sui costi diretti o sul costo totale di produzione, chiamata tasso di assorbimento. Questo metodo è semplice, ma può essere meno preciso. Esistono anche metodi più sofisticati, come l’Activity Based Costing (ABC), che associa i costi indiretti alle attività che li generano, migliorando la precisione.

In ogni caso, è importante aggiornare regolarmente i dati e utilizzare criteri di ripartizione coerenti per mantenere attendibili i calcoli. Una corretta imputazione dei costi generali aiuta a definire prezzi più realistici e a migliorare la redditività.

Gestione costi diretti e indiretti: come strutturarla per il successo aziendale

Gestire in modo efficace sia i costi diretti sia i costi indiretti è una delle sfide più importanti per ogni impresa. Il controllo continuo delle spese permette di individuare inefficienze e di ridurre gli sprechi.
La distinzione tra costi diretti e indiretti aiuta a capire dove intervenire per migliorare i processi produttivi e gestionali. La riduzione dei costi diretti, per esempio, si può ottenere ottimizzando l’uso delle materie prime o migliorando la produttività del personale operativo.

La riduzione dei costi indiretti, invece, passa attraverso una migliore organizzazione degli uffici, una gestione più attenta delle forniture e una manutenzione programmata degli impianti. Le aziende che adottano sistemi di contabilità analitica e monitorano i costi con frequenza riescono a mantenere un vantaggio competitivo. La gestione integrata dei costi, inoltre, consente di prendere decisioni strategiche più informate e di pianificare investimenti mirati.

Costi di struttura: differenze e applicazioni nei diversi settori

I costi di struttura assumono forme diverse a seconda del settore in cui opera l’azienda. Nel settore manifatturiero, per esempio, i costi indiretti principali riguardano la manutenzione delle linee di produzione, i consumi energetici e l’ammortamento delle macchine.

Nel settore dei servizi, invece, prevalgono costi indiretti come l’affitto degli uffici, le spese di cancelleria, i salari del personale amministrativo e le spese di gestione delle infrastrutture tecnologiche. Nel commercio, invece, le spese indirette più importanti sono quelle legate alla gestione del punto vendita, alla sicurezza e al personale di supporto.

Comprendere queste differenze permette di adottare metodi di calcolo e di controllo più efficaci e tarati sulle specificità del settore. Permette, inoltre, di fare benchmarking e analisi comparative più precise, fondamentali per migliorare la gestione aziendale.

Costi di gestione aziendale: ruolo chiave nella contabilità e nel controllo di gestione

I costi di gestione aziendale giocano un ruolo centrale nella contabilità industriale e nel controllo di gestione.
Essi influenzano il calcolo del costo totale di produzione e, di conseguenza, i margini di profitto di un’azienda. Senza una corretta imputazione e gestione dei costi indiretti, i prezzi di vendita rischiano di essere falsati, con conseguenze negative sulla competitività e sulla redditività. La corretta gestione di questi costi permette anche di identificare inefficienze, sprechi e aree di miglioramento.

La capacità di monitorare e controllare i costi indiretti, inoltre, aiuta a pianificare investimenti e a valutare la sostenibilità economica di nuovi progetti. Molte aziende, per questo motivo, adottano software di gestione e sistemi di contabilità analitica avanzati, che facilitano l’allocazione precisa dei costi e il monitoraggio continuo. I costi indiretti, in definitiva, sono una componente critica per la trasparenza e l’efficienza aziendale.

Costi indiretti: conclusioni e consigli pratici per ottimizzarli

I costi indiretti, in conclusione, rappresentano una voce di spesa imprescindibile e spesso complessa da gestire. Distinguere con chiarezza tra costi diretti e indiretti consente di migliorare la precisione nel calcolo dei costi totali.
Gli esempi di costi indiretti aiutano a individuare quali spese includere e come monitorarle nel tempo. Per calcolarli correttamente è fondamentale adottare metodi di ripartizione adeguati, aggiornare costantemente i dati e usare sistemi di contabilità analitica.

Una gestione attenta dei costi indiretti contribuisce a una migliore pianificazione finanziaria e a decisioni strategiche più solide e consapevoli. Tra i consigli pratici, è utile programmare revisioni periodiche delle spese indirette, implementare procedure di controllo interne e investire in formazione per il personale contabile. Questo approccio permette di mantenere sotto controllo i costi, aumentare l’efficienza e garantire la sostenibilità economica dell’azienda nel lungo termine.

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Laura Danesi
Sono laureata in Teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo (DAMS quadriennale) presso l’Università degli Studi di Torino. Ho conseguito due qualifiche professionali: una come Tecnico multimediale, con indirizzo comunicazione televisiva e una come Tecnico di produzione di contenuti multimediali e comunicazione per il Web 2.0. Lavoro per privati, professionisti e Tribunali in qualità di trascrittrice file audio/video; sottotitolatrice audiovisiva; grafica; copywriter; ghostwriter; editor e correttore di bozze.
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