Tecnico di laboratorio biomedico: dalla laurea alla professione
La figura professionale del Tecnico di laboratorio biomedico viene spesso e volentieri confusa con altre, o si tende direttamente ad essere ignari dell’esistenza di questa professione. Si tratta di una figura di fondamentale importanza, nel contesto della ricerca ma anche in quello della sanità, pubblica e privata, a vari livelli: dalla raccolta e analisi di dati, alla manutenzione delle attrezzature, e molto altro ancora, il tecnico di laboratorio biomedico è un professionista di riferimento nell’ambito della medicina.
Ti interessa saperne di più su questa figura professionale sanitaria? Stai considerando quella di tecnico di laboratorio biomedico come potenziale carriera futura? Sei in procinto di iniziare l’Università e ti interessa un corso attinente alla ricerca e alla sanità? Se hai dato una risposta affermativa ad almeno una di queste domande, continua a leggere per scoprire di più riguardo alla laurea e alla professione di tecnico di laboratorio biomedico.
Di cosa di occupa il Tecnico di laboratorio biomedico
Non importa quale sia lo scopo o l’attività che svolge un laboratorio, nell’ambito della medicina e della ricerca, la presenza di almeno un tecnico di laboratorio è fondamentale per la sicurezza e per il corretto svolgimento di tutte le fasi di analisi e di ricerca all’interno di esso. Innanzitutto, il tecnico di laboratorio biomedico è in grado di occuparsi delle questioni relative al controllo, alla manutenzione e all’uso degli strumenti presenti in quel determinato laboratorio: oltre ad assistere medici e ricercatori nell’uso di tali strumenti, il tecnico si occupa lui stesso di certe fasi di esperimenti e raccolte dati. Compito del tecnico è anche quello di assicurarsi che i materiali necessari siano sempre presenti, ordinandone eventualmente di nuovi, e di gestirne pulizia, scarto, uso corretto e integrità.
Altra caratteristica del Tecnico di laboratorio biomedico, importantissima per lo svolgimento di ricerche e analisi dati, è proprio quella di essere in grado di raccogliere ed elaborare i dati: il suo contributo ai ricercatori è attivo e fondamentale, dalla raccolta dai dati al loro accertamento, e via dicendo.
Il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico
Per poter diventare Tecnico di laboratorio biomedico, in Italia, è necessario conseguire la laurea triennale omonima in Tecniche di laboratorio biomedico. Si tratta di un corso interno all’ambito delle Professioni Sanitarie, con codice L/SNT3 (Professioni Sanitarie Tecniche), ed è l’unico corso che abilita il laureato all’esercizio di questa professione.
Ma quali sono le materie caratterizzanti di questo corso di studi? Come viene preparato lo studente a diventare tecnico di laboratorio biomedico? Sebbene i dettagli relativi ai singoli esami e ad altro siano a discrezione dei singoli Atenei, è possibile parlare di alcune caratteristiche comuni a tutti i piani di studi sul territorio nazionale.
A livello di suddivisione delle lezioni, vi è un alternarsi di lezioni frontali, esperienze di laboratorio, e di tirocinio, spesso già presente dal primo anno di studi, in modo da preparare già da subito lo studente all’ambiente professionale. Le materie caratterizzanti di questo corso riguardano gli ambiti dell’anatomia, fisiologia e patologia umana, ma anche biologia, microbiologia e chimica, perché un tecnico deve far fronte a diversi tipi di materiali biologici e non. Tutte queste conoscenze teoriche vengono affiancate ad un forte insegnamento improntato sulla pratica, come abbiamo visto in precedenza.
Per una completa descrizione del piano di studi, e non solo, rimandiamo il lettore alla pagina dedicata a questo corso dell’Alma Mater Studiorum (Università di Bologna), poiché riassume molto bene alcuni concetti fondamentali riguardo cosa aspettarsi da questo corso di laurea.
Come si viene ammessi al corso di laurea
Il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico è a numero programmato, ovvero è disponibile un numero limitato di posti a seconda dell’Ateneo di riferimento. Per sapere quanti posti mette a disposizione l’Ateneo a cui si è interessati, è bene rivolgersi direttamente all’Università stessa oppure consultare il bando di concorso.
Per poter entrare in graduatoria, e da lì essere ammessi se il punteggio ottenuto lo permette, è necessario svolgere il test di ammissione alle Professioni Sanitarie. Tale test viene erogato dal MIUR ma, a differenza di quello per Medicina e Chirurgia, le graduatorie di riferimento sono legate alle singole Università anziché essere nazionali.
Come struttura del test, quello di Professioni Sanitarie ricalca esattamente quello di Medicina e Chirurgia, (diciotto domande di biologia, dodici di chimica, dodici di cultura generale, dieci di logica e otto di matematica e fisica).
Dopo la laurea: formazione continua e prospettive lavorative
Dopo essersi laureato, il tecnico di laboratorio biomedico è tenuto a iscriversi all’Albo di riferimento, inserito nella Federazione Nazionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche. Dopodiché, le prospettive lavorative sono molto buone: quella del tecnico di laboratorio biomedico è una figura molto ricercata, sia nel pubblico che nel privato, e tende ad essere anche piuttosto ben retribuita. Da non dimenticare, come succede spesso per queste professioni, la formazione continua tramite corsi di aggiornamento previsti dal programma Educazione Continua in Medicina (ECM), per mantenersi al passo con le ultime tecnologie e avanzamenti nel campo della ricerca.