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Collegamenti ipertestuali: per Google non sono così importanti

Collegamenti ipertestuali: per Google non sono così importanti

Collegamenti ipertestuali - importanza per Google
  • Sara Elia
  • 16 Maggio 2024
  • Digital marketing
  • 4 minuti

Collegamenti ipertestuali: l'importanza per Google

Di recente, è arrivata la notizia da parte di Google, della necessità sempre minore di collegamenti ipertestuali nella strategia SEO.

Analizziamo insieme che cosa sta succedendo e perché!

Indice
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Collegamenti ipertestuali: un’importanza secondaria 

In questo momento storico, l’importanza dei collegamenti ipertestuali sta andando sempre più a scemare.
Google ha infatti affermato che, il motore di ricerca necessita pochissimi link, concentrandosi maggiormente su altri fattori.
 
Google non ha quindi realmente bisogno di tanti collegamenti per aumentare l’autorevolezza delle pagine e classificarle al meglio.
 
Le cose, infatti, ad oggi sono cambiate rispetto al passato.
I collegamenti ipertestuali venivano utilizzati principalmente come mezzo per inviare traffico da un sito web all’altro. Nello specifico, nelle diverse annate
  • 2004/2005: utilizzo di strumenti di analisi per comprendere ove un collegamento fosse manipolato;
  • 2006: perdita di valore ove affiancati a termini quali “pubblicitario”.
  • 2012: implementazione di un algoritmo chiamato Penguin, in grado di valutare e classificare i risultati della ricerca. Il suo obiettivo era quello di eliminare o penalizzare i siti web che manipolavano artificialmente il loro referenziamento attraverso la pratica di Spam SEO.
L’algoritmo ha distrutto le classifiche di milioni di siti, tanto che da allora la presenza di link ha iniziato a valere sempre meno. Le politiche anti spam, infatti, ne minimizzano l’importanza ai fini del posizionamento.
Proprio per questo motivo, ad oggi, i collegamenti ipertestuali non sono più  nemmeno tra i primi tre fattori di ranking.
 

Google Penguin: il contributo dell’algortimo

L’algoritmo di Google, Penguin, ha nettamente contribuito a minimizzare l’importanza dei collegamenti ipertestuali, decretando la fine di un’epoca.
 
Google usa i link come strumento d’influenza sui fattori di ranking. Tramite essi, infatti, un sito si posiziona tra i risultati primati. Il motore di ricerca vuole che i link siano naturali e inseriti spontaneamente dagli utenti. Solo così si può sapere l’interesse reale nei confronti di una risorsa web. 
Tutte le altre tipologie di link, acquistati, scambiati o altri tipi di manipolazione sono considerati inorganici. Tra i principali link a pagamento, falsi profili, commenti spam, link automatizzati e blog artificiali.
 
Penguin è uno strumento per rifiutare link in entrata, i cosiddetti backlink. Google è infatti in grado di valutare quali link ritenere attendibili. È inoltre possibile:
  • chiedere a Google di ignorare i link non controllabili direttamente;
  • comprendere che stanno danneggiando il posizionamento del proprio sito web;
  • rinnegare i backlink ove presenti numero considerevole di contenuti quali spam e/o che causano problemi. 
Il suo obiettivo è quindi quello di
  • diminuire il posizionamento nei motori di ricerca di siti web che violano le linee guida;
  • scoprire chi utilizza tecniche black-hat SEO per aumentare il posizionamento di una pagina web;
  • capire che manipola il numero di link che puntano ad essa.

Collegamenti ipertestuali: cosa sapevamo finora

I collegamenti ipertestuali sono sempre stati ritenuti come buon segnale da utilizzare per verificare l’autorevolezza di un sito web.
 
In passato, infatti, erano presenti troppe pagine web e non esisteva un modo oggettivo per filtrare i risultati della ricerca in base alla qualità delle stesse.
I collegamenti ipertestuali sono sempre stati ritenuti utili per:
  • valorizzare il sito rendendolo più credibile;
  • fornire nuove informazioni all’utente, attinenti al contenuto al quale sono collegate, per completarlo o approfondirlo;
  • navigare da una pagina all’altra del sito;
  • rafforzare la presenza del sito sul web;
  • pianificare il percorso che l’utente fa al suo interno fruendo di determinati contenuti, collegati per argomento fra loro;
  • rafforzare credibilità e pertinenza del sito da parte di Google;
  • migliorare l’esperienza dell’utente;
  • aumentare il tempo di permanenza del visitatore nel sito web;
  • categorizzare contenuti in modo chiaro;
  • massimizzare l’attrattiva della modalità di consultazione.
Il crawler di Google sembrava infatti apprezzare coerenza e autorevolezza dei collegamenti interni, premiandoli con valore. L’algoritmo, aggiornato per analizzare in maniera approfondita il profilo qualitativo di ogni link, era in grado di indicizzare di conseguenza la pagina.
 
In quest’ottica, la link building è stata finora considerata una strategia SEO ottimale per creare ranking, ovvero far si che i motori di ricerca posizionassero un determinato sito tra i primi risultati.
 

Performance SEO: nuovi criteri per la valutazione del ranking

Di recente sono stati introdotti in modo ufficiale nuovi criteri per la valutazione delle performance SEO dei siti web:
 
  • caricamento delle pagine: la LPC (Largest Contentful Paint) è la velocità di caricamento di una pagina web. Ma non solo! Anche quella di visualizzare gli elementi principali (titolo, immagine, contenuto visibile all’utente) in modo veloce. Il consiglio di Google è di non superare i 2,5 secondi per il caricamento;
  • interattività della pagina: il FID (First Input Delay) indica la reattività del caricamento di una pagina web;
  • stabilità visiva: il CLS (Cumulative Layout Shift) misura la stabilità visiva di una pagina durante il caricamento. Lo scopo è quello di evitare ritardi degli elementi e dovrebbe essere inferiore a 0,1.
Per analizzare le prestazioni del proprio sito web è necessario utilizzare i seguenti strumenti:
 
  • Web Vitals: estensione di Chrome che permette di visualizzare le prestazioni di LCP, FID e CLS;
  • Lighthouse: audit automatizzato che individua i problemi sulla pagina;
  • Page Speed Insights: sito che consente di analizzare la velocità di caricamento delle pagine;
  • console di ricerca di Google: per identificare i gruppi di pagine che richiedono un’attenzione particolare.
Come abbiamo visto, occorre sempre tenersi aggiornati sulle strategie Google per poter procedere ad un ottimizzazione efficace.
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Sara Elia
Copywriter, content creator & SEO specialist freelance. Turin based, London lover.
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