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Il ruolo del cervello primitivo nel prendere decisioni

Il ruolo del cervello primitivo nel prendere decisioni

cervello primitivo - ruolo nel prendere decisioni
  • Sara Elia
  • 23 Marzo 2025
  • Vendita e comunicazione
  • 4 minuti

Il ruolo del cervello primitivo nel prendere decisioni

Recenti studi compiuti sia nel mercato internazionale hanno evidenziato che la spinta iniziale a focalizzare l’attenzione su uno specifico prodotto arriva dal cervello primitivo. Questo dato sorprendente ci porta a riflettere su quanto le nostre scelte quotidiane — anche quelle che riteniamo razionali o ponderate — siano in realtà influenzate da una parte arcaica del nostro sistema nervoso, responsabile delle reazioni istintive e della sopravvivenza.

In questo articolo analizzeremo il ruolo del cervello primitivo nel processo decisionale, esplorando come agisce, perché è così potente e in che modo viene sfruttato, ad esempio, nelle strategie di marketing e comunicazione per catturare l’attenzione e orientare i comportamenti d’acquisto.

Indice
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L’importante ruolo del cervello primitivo

Il cervello primitivo è la parte più irrazionale del cervello. Esso, infatti, è suddiviso in tre diverse parti che si attivano e intervengono nel processo decisionale in modo differente in base agli stimoli che ricevono.

Nello specifico:

  • limbico: sede delle emozioni e della socialità;
  • neocorteccia: presiede linguaggio, logica e razionalità, ragiona per cause-effetto e cerca di governare istinto ed emozioni;
  • primitivo: legato all’istinto e ai bisogni primari, risponde agli stimoli legati a sicurezza, a sessualità e riprova sociale.

Occorre inoltre sapere che il cervello primitivo:

  • è desideroso di sicurezza e da sempre priorità alla salvaguardia;
  • ama un ambiente statico ed è molto pigro;
  • detesta ogni cambiamento ed è resistente all’adozione di nuove idee o comportamenti;
  • è irrazionale e risponde a stimoli specifici.

Alla luce di ciò, il processo comunicativo deve tenere conto dell’esistenza e dell’età di questi tre cervelli. È infatti quello primordiale a prendere una decisione in pochi secondi in modo irrazionale, senza la mediazione di terze parti. In questo senso, in un mercato sempre più competitivo è fondamentale comprendere al meglio questi meccanismi inconsci per poter influenzare le decisioni d’acquisto di potenziali clienti e basare le strategie di vendita di conseguenza.

Come comunicare con il cervello primitivo in modo ottimale

Un linguaggio adeguato è la chiave per comunicare efficacemente con il cervello primitivo ed influenzare il processo decisionale del cliente.
 
Nello specifico è necessario:
 
  • utilizzare messaggi semplici, diretti e concreti: pochi concetti di valore che puntano sul contrasto dello stato attuale con quello futuro;
  • fare leva sulle emozioni: esse sono risposte istintive agli stimoli sensoriali. Di conseguenza, più sensi vengono associate al brand, più emozioni vengono coinvolte e più comportamenti d’acquisto sono influenzati;
  • utilizzare in modo pertinente le immagini: quelle che raccontano una storia emozionante migliorano attenzione e memoria, permettendo di immedesimarsi nelle situazioni;
  • rafforzare l’identità visiva del brand e il packaging dei prodotti: utilizzare metafore visive per veicolare i tuoi messaggi. Il nervo ottico è infatti collegato direttamente con il cervello primitivo, che risponde a velocità elevate agli stimoli visivi;
  • comunicare attraverso il contrasto: esso viene percepito rapidamente ed accelera il processo decisionale. In questo senso, ad esempio, usare immagini che mostrano il prima e il dopo o la difficoltà e la felicità generato dall’uso di un prodotto;
  • focalizzare l’attenzione all’inizio e alla fine: curare la prima impressione e lasciare il consumatore con un’esperienza positiva. Il cervello primitivo è impegnato nella sopravvivenza e per risparmiare energia focalizza l’attenzione in punti specifici.

Strategie di coinvolgimento

Come abbiamo visto finora, le scelte di acquisto e il modo in cui rispondiamo a brand, prodotti e servizi sono guidati dall’irrazionalità del cervello primitivo.
Per attirare l’attenzione, è quindi necessario saper riconoscere le giuste strategie per coinvolgerlo. Nello specifico:
 
  • sfruttare l’individualismo: la parte più profonda del cervello è impegnata nella propria sopravvivenza e quindi più coinvolta se interpellata in maniera diretta e palese. In quest’ottica, utilizzare termini quali “tuo/vostro” in modo che possa immedesimarsi è molto efficace;
  • rendere semplice e tangibile il proprio prodotto/servizio: l’attrazione va, di primo impatto, verso ciò che è familiare, tangibile e dimostrabile e non su concetti astratti che richiedono un’elaborazione razionale. Utile quindi evidenziare i benefici concreti, utilizzare immagini reali che permettono di visualizzare l’informazione e sfruttare le recensioni positive;
  • puntare sull’evitamento del dolore: nel prendere una decisione si tende a concentrarsi più sull’evitare il dolore piuttosto che sulla necessità di raggiungere il piacere. Rintracciare quindi il punto di dolore del consumatore e trovare il modo per alleviarlo;
  • provocare il compiacimento sociale o la sfera sessuale: in pubblicità vengono usati molto spesso messaggi espliciti o impliciti che toccano questi ambiti in quanto parlano direttamente al cervello primitivo.

Dimostrare il guadagno per vendere

Saper parlare correttamente al cervello primitivo è ottimo ma non è sufficiente. 
Esistono approcci differenti per farlo in modo ottimale:
 
  • testimonianza di un cliente soddisfatto: la prova più efficace. Ascoltare l’opinione di un proprio pari ha infatti un impatto molto forte;
  • proposta di una breve dimostrazione, o prototipo: dimostra nell’immediato il guadagno che si può ottenere, senza dover per forza passare attraverso tutte le spiegazioni tecniche;
  • dimostrazione del possibile risparmio attraverso l’acquisto di un determinato servizio/prodotto: il risparmio di una cifra significativa nel breve e nel lungo periodo aiuta a dare un valore economico a ciò che si sta vendendo. In questo caso però, esiste il rischio che il cervello primitivo sollevi domande e obiezioni se gli vengono presentati dei numeri non troppo impattanti;
  • storytelling: raccontare l’idea in modo corretto utilizzando una narrazione adeguato costruito su metafore e creare analogie per permettere al potenziale cliente di comprendere i vantaggi che riceverebbe dal prodotto acquistandolo. Si tratta di una prova meno efficace rispetto alle altre, perché non ha una testimonianza diretta e richiede un atto di fede da parte del consumatore.
Come abbiamo visto insieme, è necessario essere in grado di fornire prove concrete del guadagno che si può trarre dal prodotto/servizio in questione per convincere il cervello primitivo.
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Sara Elia
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