Buona scuola: di cosa si tratta?
Con “Buona scuola” viene intesa la Legge 107, che ha riformato in maniera sostanziale il mondo della scuola. Si tratta di una vera e propria riforma che mette al centro insegnanti e studenti, visti come veri e propri pilastri del binomio insegnamento – apprendimento. È proprio questo il binomio che garantisce un funzionamento ottimale della società del futuro.
Promossa dal Governo Renzi, questa legge ha rivoluzionato il mondo dell’istruzione, puntando su innovazione, merito e formazione continua.
Sono diversi i punti fondamentali che regolano questa Legge. In questo articolo abbiamo scelto i cinque più rilevanti e li abbiamo analizzati, proprio per rendere appieno l’idea.
1. Autonomia scolastica
Uno dei pilastri della riforma della Buona Scuola è la valorizzazione dell’autonomia scolastica. La legge prevede che ogni istituto possa organizzarsi in modo più flessibile, ricevendo risorse economiche e strumenti operativi per personalizzare l’offerta formativa.
Il Dirigente scolastico assume un ruolo centrale nel coordinare le attività, promuovere l’innovazione didattica e gestire il personale secondo le esigenze dell’istituto. L’obiettivo? Rendere la scuola più efficiente, moderna e vicina ai bisogni degli studenti.
2. Alternanza scuola – lavoro obbliglatoria
Uno dei punti deboli dell’Italia, rispetto al resto dell’Unione Europea, è stato fin’ora lo scarso approccio relativo al sistema alternanza scuola – lavoro. La Buona Scuola apporta, invece, un cambiamento sostanziale rispetto a questo consolidato “tallone d’Achille“
Con la Legge 107, l’alternanza scuola-lavoro è diventata parte integrante del percorso scolastico. L’obiettivo è avvicinare gli studenti al mondo professionale e favorire lo sviluppo di competenze pratiche.
Le ore minime previste dalla riforma Buona Scuola sono:
- 200 ore nei licei
- 400 ore negli istituti tecnici
- 400 ore negli istituti professionali
L’alternanza scuola-lavoro è stata in seguito riformata, ma resta uno degli strumenti più discussi e significativi introdotti con la Buona Scuola.
3. Rinnovamento della didattica
La riforma ha investito nella modernizzazione della didattica, con un piano nazionale di innovazione e digitalizzazione. Sono stati stanziati 30 milioni di euro per dotare le scuole di tecnologie avanzate e promuovere l’uso di metodologie innovative.
L’intento è formare cittadini digitalmente competenti, capaci di coniugare le discipline tradizionali con le competenze del futuro.
4. Piano straordinario da 100.000 assunzioni
Uno degli interventi più attesi è stato il piano straordinario per l’assunzione di 100.000 docenti.
La Buona Scuola ha infatti previsto l’immissione in ruolo di migliaia di insegnanti precari, selezionati direttamente dai Dirigenti scolastici in base al fabbisogno dei singoli istituti. Questa misura ha avuto un impatto importante sulla stabilità del personale scolastico, anche se ha suscitato critiche per la gestione degli spostamenti territoriali e dei criteri di assegnazione.
5. Introduzione della Carta del Docente
Il Ministero dell’Istruzione ha introdotto, per i docenti, un ulteriore vantaggio: un bonus annuale da 500 € che può essere richiesto per poter accedere a diversi servizi, utili all’aggiornamento professionale.
La Carta del Docente è un bonus annuale destinato agli insegnanti di ruolo e può essere utilizzato per:
- Acquistare libri, riviste, strumenti digitali
- Partecipare a corsi di formazione, master e convegni
- Acquistare biglietti per spettacoli teatrali, cinema e musei
La misura punta a incentivare l’aggiornamento professionale continuo degli insegnanti e a rafforzare la qualità dell’insegnamento.
Cosa è cambiato dopo la Buona Scuola: aggiornamenti normativi e PNRR
Dopo l’entrata in vigore della Legge 107/2015, il sistema scolastico italiano ha continuato a evolversi grazie a nuovi interventi normativi e riforme mirate, soprattutto in risposta alle sfide imposte dalla pandemia e dagli obiettivi europei di modernizzazione.
Tra gli aggiornamenti più rilevanti troviamo:
1. PNRR Scuola (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
Il PNRR, finanziato con fondi europei Next Generation EU, ha introdotto una serie di riforme e investimenti per il rilancio della scuola italiana. I principali ambiti di intervento includono:
- Potenziamento del digitale e delle STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)
- Riforma del reclutamento e della formazione dei docenti
- Riqualificazione degli edifici scolastici e messa in sicurezza
- Estensione del tempo pieno, con nuovi spazi per la didattica e il benessere degli studenti
L’obiettivo è creare una scuola più inclusiva, innovativa e sostenibile, capace di affrontare le sfide del futuro.
2. Nuovo sistema di formazione iniziale e continua per i docenti
Con il D.Lgs. 36/2022 (convertito nella Legge 79/2022), è stato introdotto un nuovo modello per la formazione iniziale e abilitazione degli insegnanti, che prevede:
- Un percorso universitario abilitante da 60 CFU
- Un tirocinio diretto nelle scuole
- Una valutazione finale nazionale
Inoltre, è stato rafforzato il sistema di formazione continua obbligatoria, legata anche agli incentivi economici previsti dal nuovo sistema di progressione di carriera.
3. Scuola 4.0 e transizione digitale
La trasformazione digitale delle scuole è diventata una priorità. Il piano Scuola 4.0 mira a:
- Trasformare le classi in ambienti digitali e laboratori immersivi
- Migliorare la connettività e dotare le scuole di dispositivi all’avanguardia
- Formare il personale scolastico alle nuove competenze digitali
Questo programma rappresenta una naturale evoluzione degli investimenti già avviati con la Buona Scuola nel campo dell’innovazione.
4. Revisione dell’alternanza scuola-lavoro
Dal 2019, l’alternanza scuola-lavoro è stata riformulata in Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Pur mantenendo l’impianto generale introdotto dalla Legge 107, si è cercato di migliorarne la qualità e la coerenza con i percorsi formativi degli studenti.
In sintesi, la Buona Scuola ha rappresentato l’inizio di un percorso di cambiamento che continua ancora oggi, con il supporto del PNRR, della normativa europea e delle nuove esigenze formative. La scuola italiana è al centro di una trasformazione profonda, orientata alla qualità, all’inclusione e alla preparazione dei cittadini di domani.