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Batteri gram-positivi: infezioni batteriche

Batteri gram-positivi: infezioni batteriche

batteri gram-positivi
  • Nausicaa Tecchio
  • 9 Luglio 2024
  • Consigli per lo studio
  • 5 minuti
  • 10 Luglio 2024

I batteri gram-positivi

La distinzioni fra batteri gram-positivi e gram-negativi è possibile grazie alla tecnica di colorazione cellulare sviluppata nel 1884. Il suo inventore, ossia il patologo danese Hans Joachim Christian Gram, ebbe l’idea esaminando tessuti polmonari infetti dei pazienti deceduti per polmonite. Fu il primo metodo di distinzione netta fra i batteri.

Dal punto di vista della loro patogenicità, i ceppi positivi alla colorazione sono meno pericolosi dei gram-negativi, ma non significa che siano innocui. Tra i più pericolosi possiamo citare Clostridium tetani, un batterio che vive nell’intestino dei mammiferi e che provoca l’infezione del tetano.

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La colorazione di Gram

Sono necessari quattro passaggi per la colorazione di Gram, che vediamo di seguito:

  •  La colonia o le colonie fatte crescere si diluiscono in soluzione fisiologica e si distribuiscono su un vetrino. Appena questo risulta asciutto si può procedere, con o senza fissaggio al calore. A questo punto si utilizza il primo dei due coloranti, il cristal-violetto, dove il vetrino si lascia immerso per 5 minuti. Tutte le cellule batteriche lo assorbono bene.
  • Si passa a lavare i vetrini con il Lugol, una soluzione contenente ioduro di potassio. La sua funzione è quella di migliorare e stabilizzare l’assorbimento del cristal-violetto da parte della parete cellulare delle cellule. Per questo si dice che si tratta di una sostanza con effetto condensatore. 
  • Il terzo passaggio prevede la decolorazione dal cristal-violetto e si tratta della fase cruciale per riconoscere i batteri gram-positivi. Nel momento in cui le colonie batteriche ricevono un lavaggio in acetone infatti solo i gram-negativi perdono il colorante, mentre gli altri rimangono viola.
  • L’ultimo passaggio prevede una seconda colorazione con la safranina, che conferisce ai batteri che hanno perso la colorazione viola una sfumatura rossa. Serve come colorante di contrasto per quando si osserva il vetrino al microscopio. Quelli che hanno mantenuto il cristal-violetto infatti restano uguali.

La parete cellulare dei batteri gram-positivi

Il motivo per cui questo tipo di microorganismi riesce a resistere al lavaggio con l’acetone è dovuto a una componente della loro parete cellulare. Vale a dire il peptidoglicano, detto anche mureina. Si tratta di un polimero formato da unità ripetute composte da N-acetilglucosammina (NAG) e acido N-acetilmuramico (NAM) a cui si lega una catena di quattro amminoacidi (tetrapeptide).

A essere precisi il peptidoglicano è presente nelle pareti cellulari di tutti i batteri. La differenza sta nella sua quantità o meglio nello spessore dello strato che forma. Nei batteri gram-positivi questo polimero costituisce il 90% della parete cellulare, mentre nei gram-negativi appena il 10%. Inoltre ci sono alcune variazioni a livello della composizione fra le due tipologie di batteri. 

Nel tetrapeptide nominato prima infatti i batteri positivi alla colorazione di Gram hanno una L-lisina, mentre quelli negativi presentano il DAP (acido meso-diaminopimelico). Inoltre i legami fra le molecole adiacenti nel primo caso  sono rafforzati da una catena di cinque glicine, mentre nei gram-negativi è diretto, tra gl amminoacidi del tetrapeptide in terza e quarta posizione.

La sintesi del peptidoglicano avviene nel citoplasma delle cellule batteriche. Una volta completata un’unità questa si trasporta a livello della membrana accorpata a quella adiacente grazie all’enzima transpeptidasi. Molti antibiotici puntano a inattivare questo enzima, in modo da compromettere la parete cellulare. 

Le infezioni più comuni: Bacillus anthracis

Tra i batteri gram-positivi che provocano infezioni un esempio è il bacillo che provoca l’antrace.
Si tratta di un’infezione che colpisce principalmente la pelle e i tessuti polmonari, che si può contrarre sia per contatto che attraverso l’ingestione di carne contaminata o l’inalazione. Bacillus anthracis infatti è endemico nel bestiame erbivoro (cavalli, bovini, ovini).
 
Questo batterio forma delle forme dormienti dette spore che possono sopravvivere a lungo nel terreno, e tollerano anche grossi sbalzi di temperatura. Per quanto l’antrace sia rara nell’uomo, chi la sviluppa può trasmettere l’infezione tramite il contatto cutaneo con altre persone. In tal caso sulla pelle si sviluppano delle vescicole rosse, che poi si ricoprono con una crosta nera.

Lavorando con prodotti di origine animale è possibile che le spore di questi batteri gram-positivi siano inalate e finiscano nei polmoni. Da qui possono infettare i macrofagi e raggiungere i linfonodi e provocare delle emorragie interne, accumulando liquido nel torace. Questo nel giro di qualche giorno provoca difficoltà respiratorie e la pressione sanguigna crolla, arrivando a provocare il coma. 

La diagnosi si effettua attraverso delle colture batteriche ricavate dalle vescicole cutanee o tramite gli esami del sangue. Per curare l’antrace ricorre alla somministrazione di antibiotici per via endovenosa, o per via orale nelle forma più leggere. Quelli più efficaci sono  ciprofloxacina, levofloxacina e moxifloxacina.

Batteri gram-positivi resistenti: Staphylococcus aureus

Tra i cocchi che appartengono a questa classe di batteri si tratta forse del più pericolose. Staphylococcus aureus si localizza nel naso e sulla cute del 30% della popolazione adulta, ma molti di essi sono portatori sani e non presentano sintomi. Si può trasmettere da una persona all’altra può avvenire per via cutanea, non solo per contatto diretto ma anche passandosi degli oggetti.
 
Le infezioni che provoca questo batterio possono variare di gravità, da leggere a letali. Le meno pericolose sono quelle che colpiscono la cute, e che provocano degli ascessi, simili alla follicolite. Se però lo stafilococco raggiunge il sangue può iniziare a circolare e dare luogo a infezioni a carico dei diversi organi Spesso la contaminazione ematica avviene in ospedale, attraverso cateteri non sterilizzati a dovere. 
 
Dal sangue questi batteri gram-positivi possono raggiungere il cuore e provocare una forma di endocardite. I sintomi includono febbre alta, affaticamento e tachicardia (più di 100 battiti al minuto). I patogeni possono arrivare a formare dei coaguli in grado di occludere le valvole cardiache o circolare provocando emboli. 
 
in caso lo stafilococco raggiunga le ossa invece si manifesta una condizione detta osteomielite. Questa comporta sintomi tra cui tumefazione della zona infetta e dolore persistente, oltre che una limitazione dei movimenti se colpisce un arto.
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