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Testi canzoni: come sfruttarle per la conoscenza delle lingue

Testi canzoni: come sfruttarle per la conoscenza delle lingue

testi canzoni conoscenza lingue
  • Nausicaa Tecchio
  • 8 Dicembre 2021
  • Lingue
  • 4 minuti

Testi canzoni: come struttarle per la conoscenza delle lingue

Testi canzoni, a volte si sanno a memoria altre sono troppo intricati. Possono essere veicolo di sentimenti, pensieri personali o persino idee politiche/religiose. Ma soprattutto sono un’espressione letteraria  che esiste in tutte le lingue. Meno lunga e pedante della semplice prosa, più orecchiabile delle poesie.

Proprio per queste caratteristiche può avere una funzione inaspettata per imparare una nuova lingua.

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Testi canzoni, una guida per la studio della pronuncia.

Una delle prime utilità dell’ascolto delle canzoni è che permettono di sentire una voce in lingua nativa spontanea. Non l’intonazione meccanica e apatica  di Google traduttore, non quella appositamente rallentata dei lettori che lavorano nelle scuole.

Sentire le parole di una lingua che si sta imparando pronunciate con spontaneità aiuta molto a intenderne il suono corretto. A differenza di quanto avviene a scuola con gli insegnanti non c’è riflessione dietro a ogni frase.

Certo, c’è l’aspetto della musica che accelera o rallenta il discorso. Ma anche il cambio di velocità può tornare utile. In fono nel quotidiano ci si può trovare di fronte un interlocutore che parla cadenzato come uno che si mangia le parole.

Per fare tesoro di questo metodo che può sfruttare testi canzoni come anche canti corali, occorre la ripetitività. Non basta un singolo ascolto, ma piuttosto una serie, a distanza di qualche tempo in modo da vedere quanto si è memorizzato. Possibilmente con le parole davanti o che compaiono come sottotitoli.

Non solo inglese…

Quasi tutti gli insegnanti d’inglese raccomandano l’ascolto di dialoghi o brani, ma ci sono anche altre lingue che possono tornare utili. Non bisogna quindi limitarsi a sfruttare i brani musicali solo per questa lingua, anche se è quella in apparenza più utile.

Del resto nonostante la prevalenza di hit americane e inglesi per radio e nelle playlist, esistono anche brani spagnoli e francesi di rilievo. Tramite Internet inoltre è facile trovare in breve qualche brano d’autore straniero con cui fare pratica.

Spagnolo, francese e tedesco sono studiate anche a scuola nelle secondarie di primo grado. Eventualmente quindi i libri di testo possono fornire qualche titolo o nome d’artista.

Per le lingue neolatine e germaniche inoltre l’associazione fra parola e pronuncia è semplice visto che l’alfabeto è comune all’italiano. Esistono dittonghi e suoni propri di ogni lingua ma i caratteri scritti perlopiù sono comuni.

Una volta imparato come leggere le lingue straniere basta ascoltare con il testo in sovraimpressione. Anzi anche la lettura può risultare più semplice nel tempo tramite questa modalità di ascolto dei testi canzoni.

Un discorso sulle lingue orientali.

La faccenda cambia quando si prendono in considerazione gli idiomi che presentano una scrittura ideografica. Quindi anziché avere un simbolo per ogni suono fanno uso di ideogrammi, che possono rappresentare intere parole o concetti.
La loro pronuncia non ha nulla a che fare con i segni delle parole corrispondenti. L’ascolto di testi canzoni in cinese o giapponese aiuterebbe poco per la lettura. Tuttavia per la pratica del parlato può ancora avere la sua utilità.
 
L’apprendimento della scrittura ideografica è un processo lungo. Proprio per questo se si ha a che fare con le lingue orientali per lavoro o studio il primo approccio non è rivolto alla grammatica.
 

Si parte più dall’associare le espressioni più ricorrenti dei dialoghi alla situazione in cui sono più consone. Si deve lentamente modificare anche il proprio modo di pensare per comprendere l’utilizzo di questi idiomi.

Il giapponese si presta di più a uno studio che comprenda i testi canzoni data la sua musicalità, come il coreano. Il cinese presenta suoni più aspirati e meno facili da memorizzare a meno che non si tratti di melodie lente.

Per ricorrere a questo metodo comunque occorre avere già delle buone basi quando si entra nel campo delle lingue ideografiche. Ogni cosa a suo tempo.

Lettura ad alta voce, o meglio karaoke.

Finora si è parlato solo di ascolto o di semplice lettura dei testi canzoni. Ma la sfida arriva quando si tratta di emulare la voce dell’artista, per capire quanto si è interiorizzata la sua pronuncia.

Dopo un certo numero di ascolti si può tentare inizialmente a seguire la guida della voce dell’artista. Come seconda voce ci si può sovrapporre senza coprire del tutto la canzone, in modo da sentire eventuali dissonanze. Non le stonatureovviamente, ma le differenze di pronuncia. Per l’accento si può perdonare qualcosa ovviamente.

Dopo questo primo passo si può osare oltre e togliere direttamente la voce guida. A quel punto meglio registrare l’esecuzione per poi confrontarla con quella originale.

Non saranno mai uguali, ma così si avrà anche un’idea più definita di quale sia il suono che emettiamo realmente. Infatti spesso si tende a sopravvalutare la propria capacità nelle lingue.

Magari in testa si ha chiara la pronuncia, ma la sua resa è ancora carente. Un errore che si può correggere di fronte alla realtà dei fatti.

 

Quali canzoni prediligere?

 Chiaramente bisogna fare riferimento al proprio livello corrente quando si devono scegliere i testi canzoni da usare. Se si è alle prime armi meglio testi facilmente comprensibili. Se si ha un’idea chiara del contesto in cui i termini si possono trovare, anche assimilarli sarà più rapido.

Un altro aspetto da considerare è la velocità del brano. Il rap per esempio è meglio evitarlo, dato che si tratta di una pronuncia veloce e che tende a legare fra loro le parole. Così si rischia solo di confondersi e perdersi nel testo.

Allo stesso modo un brano elaborato dal punto di vista melodico può distrarre con il ritmo o gli assoli. Il pop leggero o i brani di cantautori sono più incentrati sulle parole che sulla base quindi sono ottimi.

 
 
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