Il ruolo dello zigote nello sviluppo del feto
La fecondazione è il processo che dà origine allo zigote, la prima cellula dell’embrione che poi si svilupperà in un bambino. Mentre sia lo spermatozoo che l’ovulo hanno un corredo cromosomico aploide (23 cromosomi), questa cellula che deriva dalla loro unione ne ha 46. Si tratta perciò di una cellula diploide autosomica, non più di un gamete.
Dalle divisioni successive a cui va incontro (segmentazione) si arriva circa 3 giorni dopo allo stadio di morula, ossia un aggregato di cellule identiche alla prima. Questa arriverà all’utero e si andrà ad insidiare nelle sue pareti, dopodiché svilupperà una cavità interna. Questo passaggio marca il passaggio allo stadio di blastocisti.
Come inizia la formazione dello zigote
La formazione della prima cellula del feto non è un fenomeno repentino come si crede. Nel momento in cui uno spermatozoo arriva in prossimità dell’ovulo deve superare due ostacoli: la corona radiata e la zona pellucida.
La prima è un sottile strato di cellule che circonda la cellula uovo, mentre la seconda è una membrana di natura glicoproteica.
Per attraversare la zona pellucida lo spermatozoo deve rilasciare le sostanze contenute nel suo acrosoma. Si tratta della vescicola che si trova sulla sommità della loro testa, al cui interno si trovano degli enzimi litici che aiutano lo spermatozoo a scavarsi un passaggio. Questo processo si definisce reazione acrosomale, e la completa solo il primo spermatozoo che arriva all’ovocita.
Una volta che i nuclei dei due gameti si incontrano non si forma subito lo zigote ma la loro fusione stimola un secondo processo chimico. Vale a dire la reazione corticale, una modifica che rende inaccessibile l’ovulo ad altri spermatozoi.
Questo permette di evitare la polispermia (penetrazione di più spermatozoi) che porterebbe alla morte dell’embrione.
L’unione dei nuclei avviene in due fasi, di cui la prima è la fusione della membrana plasmatica dell’oocita con la membrana spermatica. A questo punto si forma il cono di fertilizzazione, ovvero una specie canale che collega i citoplasmi dei due gameti. Da questo cono passa il nucleo dello spermatozoo che si andrà a fondere con quello dell’ovocita.
Il percorso della cellula fecondata
Una volta che lo spermatozoo penetra la membrana plasmatica della cellula uovo questa va incontro a una serie di trasformazioni per formare lo zigote.
Per la precisione c’è una rotazione dell’asse della cellula che avviene nelle prime 24 ore successive alla fecondazione. La grandezza di questa cellula diploide è di appena 0,1 mm, esattamente come l’oocita non fecondato.
Dall’ovaio una volta che la fusione dei nuclei è completa la prima cellula dell’embrione inizia a spostarsi lungo la tuba di Falloppio, fino ad arrivare all’utero. Nel lume della tuba ci sono delle ciglia che la spingono verso questa direzione, ma durante il percorso ha luogo la segmentazione. Lo zigote inizia a dividersi in più cellule, fino a formare un agglomerato detto morula per la forma simile al frutto.
Il viaggio fino all’utero dura dai tre ai cinque giorni per l’ovulo fecondato. Tra il quarto e il quinto giorno si passa da un aggregato simile a una mora ad una sfera cava, la blastocisti. A questo stadio non possiamo ancora parlare di embrione ma dalla prima cellula fecondata ormai si è arrivati a un centinaio. La blastocisti si insedia nell’utero intorno al sesto giorno successivo alla fecondazione.
Le cellule interne di questa struttura cava andranno a formare l’embrione, mentre quelle esterne si svilupperanno nella placenta per nutrirlo. L’organogenesi invece inizierà a circa 3 settimane dalla fecondazione.
Lo zigote e il caso dei gemelli
Gli esiti possibili a questo punto sono vari, ma quello più probabile è che si sviluppi una sola placenta con due sacchi amniotici. Questo vale nei casi in cui la divisione avvenga entro il terzo giorno dalla fecondazione.
Più tardi si verifica la separazione tra i due embrioni più difficile sarà che lo sviluppo dei gemelli sia sereno. Se avviene il tredicesimo giorno infatti la separazione non è più totale, e si hanno i gemelli siamesi.
Nel caso dei gemelli eterozigoti, che tra di loro sono diversi, non c’è più uno zigote solo che si divide. Semplicemente all’arrivo gli spermatozoi trovano ad attenderli due oociti anziché uno, che possono essere fecondati simultaneamente da due diversi spermatozoi. Per questo non è raro che seppur gemelli nascano due bambini di sesso diverso.
I gemelli eterozigoti rappresentano il 70% delle gravidanze gemellari, dato che l’ovulazione multipla non è un fenomeno così raro. Per i gemelli omozigoti le complicanze sono più frequenti, e può capitare che l’ovulo fecondato si divida anche in più di due parti. Al giorno d’oggi per fortuna è più facile gestire le gravidanze plurigemellari, che sono spesso soggette a parti prematuri.
La fecondazione in vitro
Per realizzarla occorre prelevare gli spermatozoi del padre e degli ovociti maturi dalla madre, almeno due.