I benefici dell'esperienza di tutorship
Fare il tutor universitario non solo arricchisce il proprio percorso accademico, ma sviluppa anche competenze trasversali essenziali per una carriera di successo. Il ruolo del tutor universitario, noto anche come “tutorship“, rappresenta un’opportunità unica per acquisire soft skills richieste dalle aziende.
Esploriamo come l’esperienza di fare il tutor all’università possa influenzare positivamente il futuro professionale, secondo l’indagine dell’Università Cattolica di Milano.
L’esperienza del tutor universitario: i benefici
Il tutor universitario svolge un ruolo cruciale nell’accompagnamento degli studenti lungo il loro percorso accademico.
Fare il tutor all’università significa fornire assistenza su aspetti tecnico-organizzativi, metodologici e di orientamento, facilitando l’integrazione degli studenti nel contesto accademico. Questa esperienza offre un bagaglio di competenze che si rivela prezioso anche nella futura vita lavorativa.
Il ruolo del tutor universitario permette di sviluppare competenze comunicative e relazionali avanzate.
Le principali soft skills acquisite includono
- Capacità Comunicative: adeguare lo stile comunicativo a diversi interlocutori e canali.
- Competenze Relazionali: intuire le richieste degli altri e gestire le emozioni legate alle interazioni.
- Problem Solving: affrontare e risolvere problemi in modo efficace.
- Organizzazione del lavoro: pianificare e gestire attività in modo efficiente.
Queste competenze sono estremamente richieste nel mondo del lavoro moderno, dove la capacità di comunicare efficacemente e gestire relazioni complesse è fondamentale.
Approfondimenti dalla ricerca dell’Università Cattolica
L’indagine realizzata da alcuni psicologi dell’Università Cattolica di Milano conferma l’importanza del tutorato universitario nello sviluppo delle soft skills. I partecipanti allo studio hanno riportato che l’esperienza di fare il tutor ha contribuito significativamente a migliorare le loro competenze comunicative e organizzative.
Inoltre, il 94% degli ex tutor intervistati si è dichiarato soddisfatto della propria occupazione attuale, sottolineando il valore delle competenze acquisite durante il tutorato.
L’indagine ha coinvolto 155 ex tutor, prevalentemente provenienti da facoltà economico-giuridiche. L’80% dei rispondenti lavora in ruoli da dipendenti, dottorandi, assegnisti di ricerca, o come liberi professionisti. Questi dati dimostrano come l’esperienza di tutorato possa migliorare significativamente l’employability e la soddisfazione lavorativa.
Cosa fa un tutor di gruppo della Cattolica
Oggi, i tutor della Cattolica svolgono un ruolo fondamentale nell’accoglienza e nel supporto degli studenti. Durante il Welcome Day, i tutor di gruppo forniscono informazioni sui corsi di laurea, l’organizzazione del piano di studi e la pianificazione degli esami. Inoltre, attraverso incontri di gruppo e individuali, accompagnano gli studenti durante tutto il loro percorso accademico, aiutandoli a superare eventuali difficoltà e a evitare il rischio di isolamento.
Chi è il tutor universitario: profilo generale
Il tutor non è semplicemente un insegnante, ma una figura di raccordo fondamentale tra gli studenti e l’università.
Il tutor svolge un ruolo chiave di mediazione, assistendo gli studenti in aspetti tecnico-organizzativi, metodologici e di orientamento, lungo tutto il loro percorso universitario, dall’ingresso in facoltà fino alla laurea.
Il principale compito del tutor è fornire informazioni, chiarire dubbi e aiutare gli studenti a superare difficoltà organizzative o didattiche. Spesso, il tutor è uno studente o ex-studente universitario laureato presso lo stesso ateneo dove offre il suo servizio. Questo permette al tutor di avere una conoscenza approfondita delle problematiche specifiche del percorso universitario e di offrire una consulenza mirata e competente.
L’importanza delle soft skills per i tutor universitari
Per lavorare a contatto con il pubblico e svolgere attività di consulenza, possedere soft skills o competenze trasversali è fondamentale.
Ecco le competenze più rilevanti per un tutor universitario.
- Organizzazione e precisione: interagire con segreterie, amministrazioni e il personale universitario richiede una notevole precisione e organizzazione, specialmente per rispettare scadenze e formalità nella presentazione dei documenti.
- Capacità comunicative: il tutor universitario funge da intermediario tra studenti e università. È quindi cruciale avere eccellenti doti comunicative, sia verbali che scritte, per garantire una comunicazione efficace. Saper adattare il registro della conversazione a seconda dell’interlocutore è altrettanto importante.
- Resistenza allo stress: soprattutto vicino alle scadenze burocratiche o in presenza di problemi logistici, è vitale mantenere un atteggiamento calmo e professionale per trasmettere sicurezza agli studenti.
- Ascolto ed empatia: comprendere le problematiche e le esigenze degli studenti con un approccio di ascolto attivo e mostrare empatia sono competenze cruciali per instaurare un rapporto di fiducia e facilitare la comunicazione.
- Problem solving e flessibilità: gli studenti si rivolgono ai tutor per assistenza nella risoluzione di problemi specifici o per consulenze. Il tutor deve quindi essere abile nel risolvere un’ampia gamma di problemi e deve essere flessibile e adattabile alle singole situazioni.
Essere un tutor universitario richiede un mix di competenze trasversali che vanno oltre le conoscenze accademiche. Sviluppare queste soft skills è essenziale per eccellere nel ruolo e fornire un supporto efficace agli studenti.