Privacy a scuola: come preservare i propri dati
Anche a scuola la privacy degli alunni e la tutela dei dati personali deve essere sempre garantita.
Gli istituti di formazione si trovano a gestire un numero consistente di dati sensibili. Questo è giustificato dall’interesse pubblico rilevante che svolgono, garantire la formazione su più livelli, scolastico, professionale, superiore o universitario.
Ecco tutto quello che c’è da sapere per poter tutelare i propri dati personali.
Quali dati le scuola possono raccogliere
È importante in primo luogo sapere che possono raccogliere solamente i dati che servono a garantire una formazione migliore. Possono quindi essere richieste informazioni sulla provenienza degli alunni, perché garantiscono un’integrazione più efficace o sulla salute, in modo da intervenire con la giusta assistenza.
A inizio anno va lette con attenzione l’informativa della scuola che chiarisce quali parametri saranno richiesti, come verranno utilizzati e dove saranno confermate le informazioni.Questo agevola anche in caso di eventuale rettifica o necessità di dover cambiare le informazioni fornite.
Deve anche essere specificato chi sia il titolare del trattamento dei dati personali e i nominativi di tutti gli incaricati.
Ovviamente l’istituto scolastico non può utilizzare i dati sensibili raccolti per inviare materiale di marketing che riguarda aziende o prodotti specifici.
Per quanto riguarda i sondaggi sono legittimi solo se i genitori sono stati informati su come verranno conservati i dati. L’adesione, inoltre, deve sempre essere facoltativa con una spiegazione chiara su come non aderire all’iniziativa.
La privacy nella didattica e valutazione
Gli insegnanti hanno la facoltà di assegnare temi d’italiano che riguardino la vita personale o familiare degli alunni, anche se le informazioni dovranno essere trattate con riserbo nel rispetto della riservatezza e del segreto d’ufficio previsto.
Le informazioni sul rendimento scolastico, sono invece soggette a un regime di trasparenza, per cui i voti degli esami di Maturità, degli scrutini e degli esami devono essere pubblicati nell’albo degli istituti. Non va però specificato se si tratti di “prove preferenziali” con diversi parametri di valutazione, relativi a disabilità dell’alunno.
I docenti possono anche comunicare ai privati i risultati degli alunni per aiutarli nell’inserimento professionale.
Utilizzo degli smartphone a scuola
Infine, il tema più spinoso è l’utilizzo degli smartphone, che generalmente sono permessi all’interno della scuola, a patto che si rispettino i diritti di tutti.
È vietata la diffusione delle immagini di persone ben riconoscibili, ragazzi o professori, senza il loro consenso in rete ma anche attraverso whatsapp e altri servizi di messaggistica istantanea.
Queste azioni rappresentano una violazione della privacy punibile con sanzioni disciplinari e pecuniarie, come per le registrazioni delle lezioni, lecite solo se destinate a scopi personali.
Per le foto di classe, per la registrazione di attività didattiche come saggi, spettacoli o momenti specifici di formazione, non c’è bisogno del consenso dei genitori. Tutti possono effettuare le riprese di questi momenti, ma solamente per fini personali, mentre in caso di diffusione sistematica è necessario ottenere l’autorizzazione delle persone presenti nel video o dei genitori.
Per quanto riguarda le telecamere di sorveglianza, possono essere presenti ma solamente all’esterno della scuola e con un’angolatura specifica, a patto che siano ben segnalate anche di notte.
Questi sono i principali punti da osservare per garantire sia la raccolta di dati finalizzati ad una maggiore efficienza della formazione, sia il rispetto della privacy di ognuno.