Spinoza Baruch: la guida per lo studio del filosofo
Baruch Spinoza è uno dei maggiori filosofi dell’era moderna. Il suo pensiero riprende e rivoluziona i principi cartesiani, lo stoicismo antico, i principi filosofici di Thomas Hobbes.
Uno dei suoi maggiori contributi alla filosofia moderna riguarda la sua identificazione di Dio con la Natura.
Secondo Spinoza, la divinità non trascende il mondo, ma è insita nel mondo stesso.
La sua particolare visione che vede Dio come insito nella natura, unita alla sua particolare concezione del mondo e dell’essere umano, fanno di Spinoza uno dei più rilevanti filosofi del Seicento.
Breve biografia del filosofo
La famiglia Spinoza, ebrea portoghese, fu vittima dell’Inquisizione spagnola.
I genitori del filosofo, prima della nascita di Baruch, dovettero addirittura fingere una conversione al cristianesimo per evitare le persecuzioni degli spagnoli. Tuttavia, continuarono la pratica della religione ebraica in segreto, almeno fino a che non furono scoperti ed arrestati.
Riuscirono dunque a fuggire ad Amsterdam, dove il filosofo nacque nel 1632.
Durante i primi anni di vita, Spinoza fu educato alla Torah e secondo i precetti della comunità ebraica di Amsterdam.
Ma, a soli 24 anni, venne scomunicato dalla sinagoga della città come eretico, plausibilmente per via del suo rifiuto della trascendenza di Dio e dell’immortalità dell’anima.
Dopo la scomunica, si sposto all’Aia, dove visse in semplicità lavorando come artigiano, fino alla sua morte precoce. Morì infatti nel 1677, a 44 anni, a causa delle complicanze di una tubercolosi.
In vita, le sue opere e la sua filosofia non furono molto conosciute ma, dopo la sua morte, Spinoza inizio ad essere studiato ed annoverato tra i più grandi filosofi del suo secolo.
Spinoza e il concetto di Dio
La sua visione che Spinoza ha del mondo e della fede è molto vicina al panteismo. Per il filosofo, in altre parole, sacro e natura sono in realtà coincidenti. Non c’è alcuna distinzione tra Dio e Natura.
Questo lo differenzia molto da altri filosofi, come Cartesio, che invece prevedeva una netta distinzione tra res cogitans e res extensa. Per Spinoza, al contrario, la realtà è basata sull’esistenza di una sostanza unica.
Sostanza che non coincide con altro che con la divinità.
La materia, ma anche il pensiero, sono frutto dell’espressione di tale sostanza. Ogni essere vivente ed ogni cosa al mondo non è altro che parte del divino stesso.
Rifiutando totalmente i precetti della propria religione, Spinoza concettualizza un Dio tutto nuovo. Non un’entità personificata, ma lo stesso insieme di ogni cosa che esiste al mondo.
Il divino di Spinoza, insomma, coincide con la realtà del mondo intorno a noi.
Il parziale rifiuto della metafisica cartesiana
Sebbene d’accordo con quanto enunciato dalla fisica cartesiana, Spinoza rifiutò quasi totalmente la metafisica di Cartesio.
Non possiamo infatti negare che Cartesio abbia rappresentato una delle più grandi influenze per Baruch, ma, d’altro canto, per molti versi la filosofia spinoziana si allontana e si distacca da molti dei principi di Cartesio.
In particolare, vista la sua idea di Dio come sinonimo di Natura, è ovvio che Spinoza non avrebbe mai potuto accettare l’idea cartesiana di una divinità trascendente.
Inoltre, Spinoza rifiuta i concetti cartesiani di libero arbitrio e dualismo tra spirito e materia. L’anima non è esclusiva dell’uomo, ma è insita in ogni elemento che compone il mondo.
Esiste una sola materia, che permea sia il corporeo che il divino.
La conoscenza e la morale
Per Spinoza, esistono tre tipi di conoscenza (ed altrettanti gradi spirituali), ossia:
- quella immaginativa;
- quella secondo ragione;
- quella intuitiva.
La conoscenza immaginativa è quella che riusciamo ad esperire grazie ai sensi. Per questa sua caratteristica, l’immaginazione è limitata ai sensi e non riesce a cogliere alcuna causalità nei fatti che avvengono, né i nessi tra i vari fenomeni. La conoscenza immaginativa è per Spinoza una forma di schiavitù, ossia la schiavitù delle passioni che caratterizza l’uomo.
Ci si può liberare della schiavitù delle passioni grazie al secondo grado di conoscenza, ossia la conoscenza secondo ragione, o conoscenza discorsiva. In questo caso, la ragione riesce a prevalere sulle passioni umane. Grazie alla conoscenza secondo ragione, l’uomo riesce a collegare in modo razionale gli eventi. In questo modo, finalmente, ne distingue il nesso causa-effetto.
La conoscenza secondo ragione è, per Spinoza, quella propria delle varie scienze.
La conoscenza intuitiva, infine, coincide con amore intellettuale di Dio. Coincide cioè con l’intelletto, ed è in grado di comprendere la natura, l’intero universo, con grande immediatezza. Per mezzo dell’intelletto, l’uomo riesce finalmente a comprendere la natura, la sostanza e la forma.
In questo senso, possiamo dire che l’intelletto coincide con la percezione metafisica del mondo.
La politica e la religione secondo Spinoza
Le idee spinoziane su religione e politica sono contenute in due trattati opera del filosofo, il Trattato politico ed il Trattato teologico-politico.
Secondo il pensiero di Spinoza, la fede rappresenta solo ed unicamente un atto di obbedienza. Inoltre, per il filosofo, teologia e filosofia hanno obiettivi discordanti e, per questa ragione, vanno tenute separate.
Mentre la teologia mira all’obbedienza nei confronti delle scritture, l’obiettivo ultimo della filosofia è, al contrario, la comprensione.
Spinoza si è anche espresso contro i cosiddetti eventi soprannaturali tanto cari alla religione, affermando che per questo genere di eventi c’è sempre una spiegazione, che sta alla base delle leggi naturali (e quindi divine).
Per quanto riguarda la sua concezione della politica, infine, le idee di Spinoza erano molto vicine a quelle di Thomas Hobbes. Lo Stato, per Spinoza, nasce da una sorta di patto sociale, che garantisca la sicurezza e l’incolumità dei singoli.
Questo perché, di base, l’uomo parte da uno stato di natura, ma la sua potenza lo porta a scontrarsi con gli altri esseri umani: per questo decide di unirsi a loro, nel tentativo di vivere meglio.
L’accordo implicito che porta all’esistenza dello Stato, ovviamente, causa agli uomini una perdita di alcune libertà. La politica, infatti, limita l’uomo con leggi e regole, ma ha vantaggi e garantisce il diritto naturale.
Senza uno Stato a garantirne la sicurezza, secondo Spinoza, l’uomo non solo non riuscirebbe a salvarsi dagli scontri con altri essere umani, ma rischierebbe anche di soccombere ai propri bassi impulsi.