SafeSearch di Google: cos'è e come utilizzarlo per una navigazione sicura
SafeSearch è uno strumento di Google che permette di filtrare nella SERP risultati espliciti, come contenuti non adatti a minori. Analizziamo insieme questo strumento e scopriamo nel dettaglio perché è molto utile al giorno d’oggi!
SafeSearch: cos’è e come funziona
- iscriversi in modo gratuito a Google Accounts;
- creare un account Google che permetta di accedere alle funzioni;
- effettuare il login e cliccare sulla sezione impostazioni di ricerca dove comprare una pagina con la voce “filtri SafeSearch”;
- attivare questi filtri cliccando sulla casella;
- effettuare l’accesso al proprio account spuntare la casella ricliccare sul link.
- cliccare sull’icona con tre linee orizzontali;
- scorrere il menù a tendina;
- accedere alla voce “impostazioni” e successivamente su “Account e Privacy”, attivare la spunta relativa ai filtri SafeSearch.
SafeSearch: problema della sicurezza in rete
- aggiornare software e sistemi operativi con regolarità per utilizzare i sistemi di sicurezza e protezione più recenti;
- utilizzare anti-virus che scansionano e rimuovono le minacce;
- usare una casella e mail già fornita di filtri anti-spam;
- scegliere password elaborate e complicate da individuare da esterni;
- cliccare su link solo se siamo certi rimandino su siti di provenienza certa.
L’utilità della navigazione in incognito
Il filtro SafeSearch non è l’unica via possibile per proteggere l’utente. All’interno dei principali browser sono presenti alcune funzionalità che permettono di attivare la navigazione in incognito. Questa funzionalità permette di tutelare l’anonimato dell’utente. Ha come fine quello di non lasciare tracce dei siti web visitati sul sistema che si sta utilizzando. Risulta particolarmente utile per:
- accedere a un sito web con più account alla volta: la maggioranza dei siti web non permette di effettuare il login con più account diversi in contemporanea. Tramite questo strumento è possibile accedere simultaneamente senza doversi disconnettere ogni volta;
- effettuare un login temporaneo sui sistemi altrui: evita che informazioni relative all’accesso vengano memorizzate su PC estranei;
- disattivare i risultati di ricerca personalizzati: Google utilizza la cronologia delle ricerche per personalizzare le pagine dei risultati. La navigazione in incognito lo impedisce;
- superare le limitazioni imposte dalle testate online per la lettura degli articoli: permette di superare ogni restrizione. Il paywall è un meccanismo che invita gli utenti a versare una quota di registrazione dopo la lettura gratuita di un certo numero di articoli;
- evitare inserzioni di un prodotto o di un servizio che si sta cercando. Quando si cerca un prodotto/servizio sul web, poco dopo, lo si vede comparire negli spazi pubblicitari. Ciò accade perché sul dispositivo è presente un cookie all’interno del quale viene memorizzato un codice identificativo. Usando le informazioni dell’utente viene creato un profilo dettagliato con lo scopo di proporre banner che attirino l’attenzione..
Un’altra soluzione: il VPN
Come abbiamo visto, il web cela molti pericoli, tra cui pagine web ed app che diffondono dati personali senza avvertire in modo esplicito l’utente. Difendersi da soli dalle minacce del web è ad oggi possibile installando una VPN. Il servizio serve a:
- nascondere e mettere al riparo dati personali, soprattutto quando si trova in situazioni a rischio;
- svolgere attività online in modo anonimo;
- garantire la protezione dei dati cifrando il traffico Internet in entrata e in uscita;
- creare una connessione crittografata mentre si naviga sul web e si visitano siti Internet;
- mascherare identità, posizione e coordinate geografiche da cui ci si è collegati;
- nascondere cronologia del browser e dati e password inserite.
L’ utilizzo di questa rete è particolarmente indicato per:
- chi lavora in smart working e deve accedere alla rete aziendale a distanza;
- proteggere dati dal provider di servizi Internet: lo stesso può vedere quando, dove e come si naviga. Ma non solo! Anche raccogliere i dati e venderli agli inserzionisti di pubblicità;
- si sta utilizzando una rete wi-fi pubblica o messa a disposizione da una struttura: chiunque potrebbe tracciare le attività online;
- proteggere dati da app e servizi utilizzati: molti siti, tra cui Facebook, hanno diffuso i dati dei loro utenti. La VPN garantisce privacy;
- nascondere la propria posizione. I siti offrono gli stessi servizi o prodotti a prezzi diversi a seconda del luogo da cui ci si sta collegando.