Procuratore sportivo: come si diventa e quali studi seguire
Il ruolo del procuratore sportivo è sempre più ambito e fondamentale nel mondo dello sport. Questa figura si occupa di gestire gli interessi di atleti e club, curando contratti, trasferimenti e strategie di carriera.
Per diventare procuratore sportivo, è essenziale acquisire competenze giuridiche, economiche e manageriali, oltre a superare l’apposito esame di abilitazione previsto dalla normativa attuale.
Attualmente, per esercitare la professione di procuratore sportivo in Italia, è necessario superare un esame di abilitazione. Questo esame si articola in due fasi distinte:
Prova generale presso il CONI: Questa prova valuta le conoscenze in diritto dello sport, diritto privato e diritto amministrativo. Per essere ammessi, è obbligatorio aver frequentato un corso di formazione accreditato dal CONI della durata di almeno 80 ore o aver svolto un tirocinio presso un agente sportivo.
Prova Speciale presso la Federazione Sportiva Nazionale competente (ad esempio, la FIGC per il calcio): Dopo aver superato la prova generale, i candidati devono sostenere una prova specifica relativa alla disciplina sportiva di interesse. Ad esempio, la FIGC ha recentemente pubblicato bandi per l’esame di abilitazione per agenti sportivi in ambito calcistico.
L’esame di abilitazione è attualmente obbligatorio per diventare procuratore sportivo in Italia. Si consiglia di consultare periodicamente i siti ufficiali del CONI e delle Federazioni Sportive Nazionali per aggiornamenti su date e requisiti degli esami.
Le origini: gli albori della professione
Nei primi decenni del XX secolo, gli atleti non avevano procuratori o agenti a curare i loro interessi. I contratti erano spesso gestiti direttamente dai club, con poco spazio per la negoziazione. Gli sportivi raramente godevano di tutele contrattuali e si trovavano in una posizione di svantaggio nelle trattative con le società.
Negli anni ‘40 e ‘50, con l’aumento della popolarità dello sport professionistico, alcuni avvocati e imprenditori iniziarono a rappresentare gli atleti, garantendo loro migliori condizioni economiche e diritti contrattuali più chiari. Tuttavia, non esisteva ancora una regolamentazione chiara della professione.
L’ascesa della figura dell’agente sportivo (anni ‘60-‘80)
L’affermazione del procuratore sportivo come figura professionale vera e propria avvenne tra gli anni ‘60 e ‘80, periodo in cui il calcio, il basket e altri sport iniziarono a generare profitti sempre maggiori.
Nel calcio, l’aumento dei compensi per i giocatori e la crescita dei diritti televisivi favorì l’ingresso di intermediari nelle trattative tra calciatori e club. Negli Stati Uniti, la figura dell’agente sportivo divenne centrale soprattutto nel baseball e nel football americano. Negli anni ‘70, alcuni atleti cominciarono a ottenere contratti milionari grazie all’assistenza di procuratori esperti.
Un caso emblematico fu quello di Mark McCormack, considerato uno dei primi veri agenti sportivi moderni. McCormack fondò l’IMG (International Management Group), la prima grande agenzia di rappresentanza sportiva, e gestì le carriere di campioni come Arnold Palmer (golf) e Björn Borg (tennis).
La regolamentazione della professione (anni ‘90-2000)
Con l’aumento dei contratti e delle somme in gioco, le federazioni sportive iniziarono a regolamentare la professione per evitare abusi e conflitti di interesse.
- Nel 1991, la FIFA introdusse per la prima volta un regolamento sugli agenti sportivi, stabilendo requisiti minimi per ottenere una licenza ufficiale.
- Negli anni 2000, la figura del procuratore sportivo divenne centrale nelle operazioni di mercato, soprattutto nel calcio. Agenti come Jorge Mendes (rappresentante di Cristiano Ronaldo) e Mino Raiola (agente di Zlatan Ibrahimović e Paul Pogba) divennero protagonisti delle trattative calcistiche internazionali.
La liberalizzazione e le nuove regolamentazioni (2015 – oggi)
Nel 2015, la FIFA abolì il sistema delle licenze, liberalizzando la professione. Questo portò a un aumento del numero di agenti, ma anche a diverse criticità, tra cui speculazioni e mancanza di trasparenza nei trasferimenti.
Per porre rimedio alla situazione, nel 2023 la FIFA ha reintrodotto l’obbligo di licenza per i procuratori sportivi, con un nuovo regolamento che prevede:
- Esame obbligatorio per ottenere la licenza FIFA.
- Tetto massimo alle commissioni (ad esempio, il 3% dello stipendio lordo del calciatore assistito).
- Divieto per un agente di rappresentare contemporaneamente club e giocatore nella stessa trattativa.
Da semplici intermediari a figure strategiche per il business sportivo, i procuratori sportivi oggi gestiscono non solo contratti e trasferimenti, ma anche i diritti d’immagine, le sponsorizzazioni e le carriere a lungo termine degli atleti. Con la crescente importanza economica dello sport professionistico, il ruolo dell’agente sportivo è destinato a rimanere fondamentale e sempre più regolamentato.
Cosa studiare per diventare procuratore sportivo
Non ci sono delle regole in merito al titolo di studio per diventare procuratore sportivo. Tuttavia, per svolgere in maniera corretta e consapevole le mediazioni tra i calciatori e i club delle federazioni che desiderano acquistarli è necessario essere ferrati in materia legale e commerciale. B
isogna, in altre parole, possedere una conoscenza spiccata delle normative vigenti e di tutti i regolamenti calcistici: le lauree maggiormente idonee a questo tipo di formazione sono quelle in Giurisprudenza ed Economia.
Una valida soluzione è rappresentata anche dai corsi di laurea di più recente nascita, studiati ad hoc per chi vuole praticare questa professione. Stiamo parlando della Laurea in Scienze dell’economia e della gestione aziendale e di quella in Scienze delle attività motorie e sportive (ancora più specifica), capaci di donare a chi le frequenta una formazione che includa nozioni di diritto, di economia ed attività sportiva.
Questi corsi di laurea non rientrano tra i corsi a numero programmato nazionale, ciascun ateneo può definire autonomamente le modalità e i criteri di selezione. Consigliamo pertanto di visionare i Bandi di concorso pubblicati dalle Università per un approfondimento in merito.
Dopo il triennio universitario, per chi desidera una formazione completa e diventare procuratore sportivo, alcune università propongono anche dei corsi di specializzazione nel settore, è questo il caso della Sapienza di Roma, che ha istituito il corso di Laurea Magistrale in Management dello Sport.
Corsi di laurea suggeriti
Non esiste un unico percorso formativo obbligatorio per accedere alla professione di procuratore sportivo, ma alcuni corsi di laurea e master offrono una preparazione ottimale.
Laurea in Giurisprudenza (L-14, LMG/01)
La conoscenza del diritto è essenziale per negoziare contratti e interpretare le normative sportive nazionali e internazionali. La laurea in Giurisprudenza fornisce solide basi su diritto civile, commerciale e sportivo, aspetti cruciali per chi vuole lavorare in questo settore.Laurea in Economia e Management (L-18, LM-56, LM-77)
Il procuratore sportivo deve avere una visione economica e finanziaria del mercato, conoscere il valore economico degli atleti e gestire accordi complessi. Lauree in Economia e specializzazioni in Management dello Sport sono particolarmente indicate.Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive (L-22, LM-68)
Questo percorso è adatto a chi vuole lavorare nel mondo dello sport con un background più tecnico. Alcuni corsi di laurea offrono insegnamenti su management sportivo, diritto sportivo e marketing sportivo, settori fondamentali per chi desidera diventare procuratore.Corsi di specializzazione e Master in Management Sportivo
Dopo la laurea, è possibile perfezionare le proprie competenze con corsi post-laurea e master specifici. Alcuni esempi:- Master in Diritto e Management dello Sport (Sapienza Università di Roma)
- Master in Sports Management (Bocconi, Milano)
- Master in Diritto Sportivo e Rapporti di Lavoro nello Sport (Università di Bologna)
- Master in Sport Business & Management (Luiss Business School, Roma)
Questi percorsi formativi approfondiscono le normative nazionali e internazionali, la gestione economica delle società sportive e le strategie di negoziazione dei contratti.
Iter per diventare procuratore sportivo
Dal 2019, la normativa italiana prevede che per esercitare la professione sia necessario superare un esame di abilitazione. L’iter è il seguente:
Superare la prova generale presso il CONI, che verte su:
- Diritto dello sport
- Diritto privato e amministrativo
- Normativa e regolamenti sportivi
Superare la prova speciale presso la Federazione Sportiva Nazionale di riferimento (ad esempio, la FIGC per il calcio), che include domande specifiche sul regolamento della federazione di appartenenza.
Iscriversi al Registro Nazionale degli Agenti Sportivi tenuto dal CONI, una volta superate entrambe le prove.
Competenze fondamentali per un procuratore sportivo
Oltre alla preparazione teorica, un procuratore sportivo di successo deve possedere una serie di competenze trasversali, tra cui:
- Capacità di negoziazione: fondamentale per ottenere le migliori condizioni contrattuali per gli atleti rappresentati.
- Conoscenza del mercato sportivo: sapere quando e come muoversi nel settore per individuare opportunità vantaggiose.
- Network professionale: costruire e mantenere relazioni con atleti, club e dirigenti sportivi è essenziale per operare con successo.
- Competenze finanziarie: per gestire investimenti, diritti d’immagine e sponsorizzazioni dei propri assistiti.
- Etica professionale: la trasparenza e la correttezza nelle trattative sono imprescindibili per costruire una carriera solida e duratura.
Sbocchi lavorativi e guadagni di un procuratore sportivo
Il procuratore sportivo può scegliere diverse strade professionali:
- Lavorare come libero professionista, rappresentando atleti in modo indipendente.
- Collaborare con agenzie specializzate, che gestiscono le carriere di numerosi atleti e offrono un ambiente strutturato per operare nel settore.
- Lavorare direttamente per società sportive, curando le trattative interne e il reclutamento dei giocatori.
In termini di guadagni, i compensi variano in base alla notorietà degli atleti e ai contratti siglati. In media, un procuratore sportivo guadagna il 3% dello stipendio lordo annuo del giocatore assistito. Per i top player, ciò può tradursi in commissioni da centinaia di migliaia di euro per ogni contratto stipulato.
Conclusione
Diventare procuratore sportivo richiede un percorso ben definito, che include una preparazione accademica solida, il superamento dell’esame di abilitazione e lo sviluppo di un’ampia rete di contatti nel mondo dello sport. Sebbene la concorrenza in questo settore sia elevata, chi riesce a distinguersi per competenza e strategia può costruire una carriera di successo e gestire i campioni di domani.