Pride Month: una celebrazione della diversità e dell'uguaglianza
Il Pride Month – dedicato alla comunità LGBTQ+ – viene celebrato nel mese giugno. L’evento nasce per incentivare la parità dei diritti di genere e l’amore in ogni forma, senza discriminazioni.
Scopriamone qualcosa di più a proposito insieme!
Indice
Le origini del Pride Month
Le radici del Pride Month hanno origine nel giugno 1969, presso lo Stonewall Inn, bar gay del Greenwich Village di New York.
Durante quella serata ci fu una retata della polizia ai danni degli avventori del locale accusati di indecenza per il loro orientamento sessuale.
I presenti decisero però di opporre resistenza, ribellandosi alle forze dell’ordine. Quello fu l’inizio dei cosiddetti “moti di Stonewall”. La comunità gay, stufa di continui soprusi, violenze e discriminazioni, si riversò in strada senza più nascondere il proprio orientamento sessuale.
Dopo un anno, e precisamente il 28 giugno 1970, venne organizzata dalla Christopher Street Liberation Day Committee la prima manifestazione gay. A New York, innumerevoli omosessuali marciarono da Greenwich Village a Central Park proclamando l’orgoglio gay. Questo è passato alla stria come il primo Gay Pride.
Lo scopo dei manifestanti era proprio quello di mostrarsi senza doversi più nascondere agli occhi degli altri. E per farsi notare furono utilizzati vestiti stravaganti e molto colorati. Slogan ufficiale del movimento dell’orgoglio gay: “Dillo chiaro, dillo forte: essere gay è buono, essere gay è motivo d’orgoglio!”.
Per arrivare al primo Gay Pride ufficiale italiano dobbiamo invece aspettare il 1994. In quest’occasione parteciparono più di diecimila persone.
Orientamento sessuale ed identità di genere
Il sondaggio Ipsos pubblicato per il Pride Month, condotto in 30 nazioni del mondo coinvolgendo più di 22.500 persone riporta che in Italia:
- 9% della popolazione si dichiara LGBTQ+;
- 61% è favorevole al matrimonio egualitario,
- 64% è favorevole alle adozioni per le coppie LGBT+
In linea generale, nei 30 Paesi europei esaminati quest’anno:
- 47% afferma di avere parenti o amici lesbica/gay/bisessuale/transgender;
- 76% è d’accordo sul fatto che le persone transgender debbano essere protette e tutelate da discriminazioni.
A livello geografico, i Paesi ad avere il maggior numero di persone che si identificano come LGBTQ+ sono:
- Spagna;
- Brasile;
- Olanda;
- America Latina;
- Australia;
- Nuova Zelanda;
- Sud Africa.
Al contrario le percentuali più basse di visibilità della comunità queer sono riscontrate in:
- Giappone;
- Germania;
- Corea del Sud;
- Turchia;
- Romania;
- Ungheria;
- Polonia.
In linea con la media internazionale, anche in Italia il 9% delle persone intervistate si definisce LGBT+. Nello specifico:
- 2% si definisce omosessuale;
- 3% bisessuale;
- 1% pansessuali o omnisessuale;
- 1% asessuato;
- 4% transgender, genderfluid e non-binario.
Infine, la diversità di genere è più visibile nei Paesi anglosassoni, in Brasile e soprattutto in Thailandia.
Il problema delle discriminazioni
Per quanto riguarda il tema della visibilità LGBTQ+, la percentuale è in aumento rispetto all’anno passato. L’essere apertamente visibili e riconoscibili come persone queer nella società sta quindi, per fortuna, diventando sempre più comune. Tutto ciò purtroppo non limita le discriminazioni.
Il sondaggio Ipsos pubblicato per il Pride Month purtroppo rivela anche alcuni dati preoccupanti;
- 67% afferma che le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ subiscono una qualche forma di discriminazione. Solo il 19% tra gli intervistati non ne considera nessuna;
- 76% concorda sul fatto che le persone transgender debbano essere protette e tutelate da discriminazioni. In particolare sul luogo di lavoro, nella ricerca di un alloggio e nell’accesso a esercizi;
- 60% è d’accordo sul fatto che gli adolescenti transgender dovrebbero essere autorizzati a ricevere cure per l’affermazione del proprio genere. E quindi consulenze e trattamenti ormonali sostitutivi;
- 55% è d’accordo sul fatto che le persone LGBTQ+ debbano poter usare strutture monosessuali, come i bagni pubblici;
- 53% è d’accordo sul fatto che i documenti rilasciati dal governo, dovrebbero avere opzioni diverse da “maschio” e “femmina;
- 47% è d’accordo sul fatto che i sistemi di assicurazione sanitaria dovrebbero coprire i costi della transizione di genere.
Gay Pride: programma degli eventi in Italia
Gli eventi in programma quest’anno nel mese di giugno per il Gay Pride in Italia sono molti e in date differenti:
- 3 giugno: si terrà Dolomiti Pride a Trento, il Padova Pride e il Pavia Pride;
- 8 giugno: il momento dei Gay Pride di Firenze, Latina e Verona;
- 10 giugno sarà la volta dello Stretto Pride a Messina e dei Pride a Roma, Pordenone, Foggia, Genova, Avellino, Lecco, Cuneo e Dolo;
- 17 giugno avranno luogo dei Pride di Varese, Bergamo, Catania, Bari, Parma, Torino, La Spezia, Mantova, Treviso, Civitanova e Jesi;
- 15 giugno arriverà l’evento tanto atteso anche a Belluno;
- 24 giugno, tra gli ultimi appuntamenti del mese con i Pride, troveremo Milano, Chieti, Palermo, Perugia, Taranto, Cagliari, Trieste, Venezia e Reggio Emilia.
Le manifestazioni fortunatamente però non termineranno nel mese di giugno. Luglio resterà un mese caldo per le celebrazioni del Gay Pride con le seguenti date:
- 1 luglio: Napoli, Bologna, Lecce, Siracusa, Ragusa, Favignana e Lodi;
- 22 luglio: Matera e a Reggio Calabria;
- 29: a Campobasso.
Infine, in chiusura di stagione, gli ultimi eventi sono previsti sia per agosto che per settembre. E nello specifico:
- 6 agosto: Rimini summer Pride;
- 2 settembre a Brescia;
- 9 settembre a Taormina;
- 10 settembre ad Alcamo;
- 16 settembre Scafati e Monza.
Infine, per chiudere l’estate i bellezza, è prevista l’ultima tappa dal 30 settembre al 7 ottobre l’Aosta Pride Week.
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