Oltreuomo e Superuomo a confronto: le differenze
Da chi fu introdotto il concetto di oltreuomo e superuomo e quali sono le sue caratteristiche? In questo articolo ci addentreremo nel mondo della filosofia dell’800 per comprendere a fondo il significato di questa figura epocale preminente e contraddistinta dal cosiddetto nichilismo attivo.
Questo concetto nel corso degli anni è stato spesso interpretato erroneamente, soprattutto da uno dei più grandi poeti e letterati italiani: Gabriele D’Annunzio.
Oltreuomo e Superuomo: cosa significano?
Il concetto di oltreuomo e superuomo è stato introdotto dal filosofo Friedrich Nietzsche, rappresenta un’immagine o una figura metaforica dell’uomo che in un’epoca futura caratterizzata dal nichilismo attivo, riesce a diventare sé stesso.
In realtà quando il filosofo usa questo concetto di “superuomo” vuole intendere “oltreuomo“. Con il termine “superuomo” vocabolo tradotto dal tedesco Übermensch, vuole contemplare quell’idea che l’uomo possa essere elevato all’altezza di Dio, mentre con il termine “oltreuomo” vuole intendere e precisare che l’uomo va realmente oltre il mito di Dio.
Nascita del concetto di superuomo
L‘ideologia del superuomo è trattata da Nietzsche nell’opera “Così parlò Zarathustra”, in cui sceglie come protagonista un profeta persiano fondatore dello Zoroastrismo, una religione dualistica che ritiene che il mondo sia dominato da due divinità opposte.
Zarathustra è il profeta del superuomo, colui che esclama: “morti sono tutti gli dei, ora vogliamo che il superuomo viva”.
Per spiegare la genesi e il senso del super-uomo, il filosofo ricorre nel libro alle tre metamorfosi dello spirito:
- nella prima metamorfosi, il cammello rappresenta l’uomo piegato sotto il peso della tradizione (il cristianesimo e la morale convenzionale);
- nella seconda il leone è l’uomo che si libera dalle presunte certezze metafisiche ed etniche, giungendo ad una libertà che ha però una connotazione negativa: è libertà “da” e non “di”.
- la terza metamorfosi fa sì che l’uomo si crei delle leggi e si imponga di seguirle così come il fanciullo nella sua innocenza agisce senza condizionamenti. Il fanciullo rappresenta l’uomo che agisce.
Il Superomismo
Quali sono i tratti caratterizzanti del superuomo?
In sostanza il superuomo nietzschiano è l’uomo caratterizzato da uno spirito primitivo dionisiaco, che rappresenta la componente razionale e razionalizzante dell’individuo e che pone la sua esistenza al di là del bene e del male basando la sua morale sulla volontà e sulla fedeltà nei confronti della terra e sul ripudio di qualsiasi consolazione metafisica.
È quel fanciullo che nella sua innocenza ludica diventa uno “spirito libero” dicendo sì alla vita. L’uomo vive come se stesse sognando e si trova, quindi, in contrapposizione alla realtà cosicché la vita diverrà tollerabile e varrà la pena di essere vissuta.
Quindi la teoria del superuomo ha come fondamento la volontà di potenza che deve essere interpretata come il movente della storia dell’umanità. La volontà che si presenta come nell’origine della natura e nelle strutture sociali e che va oltrepassata sempre di continuo.
Importante sottolineare che nel superuomo non vi è alcun tratto di violenza o spirito di dominio.
Il superuomo nel Nazismo
Il tema del superuomo e oltreuomo è stato strumentalizzato in maniera eccessiva dall’Estetismo e dal Nazismo, ma in realtà questo concetto è di tipo filosofico, ovvero rappresenta quell’uomo che può accettare la dimensione dionisiaca dell’esistenza e quindi di sopportare la morte di Dio e delle certezze assolute.
Secondo Nietzsche il superuomo deve possedere la capacità di essere realmente sé stesso con la piena consapevolezza che esistono in lui forze oscure che vanno ad alimentare il proprio essere che possiede radici come un albero altissimo e dalle quali traggono forza dall’oscurità.
Dopo la morte del filosofo, però, le sue opere e le sue tesi divennero oggetto di profondo e controverso dibattito.
Nella prima metà nel Novecento Nietzsche divenne l’ispiratore del pensiero nazionalsocialista, perché con il suo concetto di superuomo, si prestava perfettamente ad essere il padre dell’ideologia nazista. Il massimo punto di forzatura estremizzata del pensiero del filosofo è evidente a partire dall’evoluzione antropologica e filosofica nazista, che vedeva nelle categorie più deboli un male da estirpare.
Nietzsche, al contrario, intendeva il dominio del superuomo alla stregua esclusivamente di rapporti di poteri e di forza e al contrario di quanto pensavano i seguaci di Hitler, non avrebbe mai appoggiato una filosofia dell’esistenza legata ad un assetto di valori predefiniti.
Il superuomo Dannunziano
Considerazioni finali
È probabile che Nietzsche con il concetto di oltreuomo e superuomo sia il migliore interprete della fine di un mondo e di quell’esigenza di rinnovamento di tutta un’epoca e lo si può evincere dal seguente testo, tratto da un suo discorso:
“Io vengo a contraddire, come mai non si è contraddetto e non di meno sono l’opposto di uno spirito negatore. Io sono un lietommessaggero quale mai si è visto… Solo a partire da me ci sono di nuovo speranze”.
Per queste sue ideologie, diverrà oggetto, in Italia, dell’interpretazione estetizzante del poeta Gabriele D’Annunzio, suscitando sui futuristi un incredibile fascino.