Il midollo osseo: struttura, funzione base e tipologie
Dire solo “midollo osseo” è riduttivo dato che all’interno delle nostre ossa ne esistono due tipologie. Vale a dire quello rosso e quello giallo, ciascuno con delle funzioni fondamentali per l’organismo. Entrambi però sono contenuti nella cavità midollare, la parte centrale delle ossa. A seconda della forma e del tipo di osso entrambi i tipi possono essere più o meno abbondanti.
A proteggere questa componente si trova l’osso compatto, che conferisce durezza e rigidità a tutto lo scheletro in modo che sia resistente alle sollecitazioni esterne. Si tratta di un uno strato lamellare molto denso e privo di cavità avvolto esternamente dal periostio, una membrana di tessuto connettivo vascolarizzata.
Il midollo osseo: tipologie
Come abbiamo accennato nelle prime righe, all’interno delle cavità delle ossa troviamo sia il midollo rosso che quello giallo.
Alla nascita tuttavia è presente solo il primo, mentre il secondo si sviluppa con la crescita e man mano che si invecchia diventa preponderante. Negli anziani e nelle persone debilitate fisicamente si trova anche una terza tipologia, detta gelatinosa.
La colorazione che permette di distinguere facilmente queste due componenti è dovuta alla loro componente principale. Il midollo osseo giallo è fatto prevalentemente da tessuto adiposo mentre il rosso non è altro che un organo ematopoietico. Produce infatti le cellule del sangue: i globuli rossi, le piastrine e i globuli bianchi. Per questo è molto vascolarizzato e ha questa colorazione.
Una volta che il bambino cresce la componente gialla occupa la diafisi delle ossa lunghe (la parte più sottile) mentre quella rossa le epifisi. Si tratta delle parti più grosse ai due estremi dell’osso (basti pensare alla struttura della tibia). Nelle ossa piatte, come quelle del cranio e del bacino, risulta più abbondante a quello presente nelle ossa lunghe o in quelle corte.
Per quanto riguarda il midollo gelatinoso, si chiama così perché non appare di aspetto compatto come gli altri due tipi. Si mostra invece come una massa di colore giallo-rossiccio e traslucido, che si forma in seguito a un’alterazione delle cellule adipose. Quando ciò si verifica significa che le funzionalità di questa porzione delle ossa sono compromesse.
Che tipo di cellule lo compongono
Data la sua funzione ematopoietica all’interno del midollo osseo possiamo trovare due categorie principali di cellule staminali:
- Staminali mesenchimali (MSC). Si tratta delle cellule che producono i tessuti connettivi dell’organismo e che derivano dal foglietto embrionale del mesoderma. Sono multipotenti quindi possono differenziarsi dando origine solo a un numero limitato di tessuti, tra cui la cartilagine, gli osteociti e gli adipociti. Si trovano all’interno della componente gialla.
- Staminali ematopoietiche (HSC). A ogni suddivisione una HSC genera due cellule figlie, una che rimane come la cellula madre conservando la pluripotenza e una che si differenzia secondo due linee possibili. Una mieloide e una linfoide, che portano alla produzione dei diversi elementi corpuscolati del sangue. Fanno parte del midollo osseo rosso.
La linea mieloide prodotta dalle HSC può produrre i diversi tipi di globuli bianchi: granulociti basofili, eosinofili e neutrofili. Ma anche gli eritrociti e i megacariociti, che poi si differenziano nelle piastrine e nei trombociti. Invece le cellule della linea linfoide vanno incontro a un processo di differenziazione che dà origine ai linfociti T, ai linfociti B e alle cellule natural-killer (NK).
Ognuna di queste tipologie di cellule ha una durata vitale limitata; la più lunga è quella dei globuli rossi che rimangono operativi nel sangue per 120 giorni prima di essere degradati. La quantità prodotta invece varia a seconda delle esigenze dell’organismo.
Esami e analisi del midollo osseo
Tra i problemi che possono portare a questo tipo di indagine ci sono ad esempio l’ematocrito basso (percentuale di globuli rossi) o gli anticorpi fuori misura. Di solito durante la biopsia si preleva anche dell’aspirato, ossia un campione di liquido proveniente dalla cavità ossea.
Per questo tipo di analisi ci si può rivolgere a un ambulatorio privato o a una struttura ospedaliera. Si fa in genere un’anestesia locale, dopodiché si preleva l’aspirato di midollo osseo inserendo una siringa nella parte posteriore dell’anca. Dopodiché si toglie un piccolo pezzo di tessuto spugnoso per la biopsia vera e propria. L’esame non è invalidante, anche se può permanere dolore per qualche ora.
A partire dell’aspirato è possibile svolgere diversi controlli, partendo dall’analisi citologica delle cellule che si trovano al suo interno fino a dei test genetici. Tra questi in particolare ci sono quelli sulle mutazioni genetiche e quelli di ibridazione in situ a fluorescenza. Quest’ultima può rilevare facilmente alterazioni cromosomiche correlate alle principali malattie genetiche.
Per avere un quadro completo dall’aspirato si può eseguire una cariotipizzazione. Il risultato fornisce una valutazione del numero di cromosomi presenti nelle cellule del midollo, della loro forma e delle loro dimensioni.