Iperattività: il caso italiano del bambino solo in classe
Un bambino con problemi di iperattività si è trovato da solo in classe con l’insegnante per l’assenza di tutti i suoi compagni per volere dei genitori.
Scopriamo insieme cosa è successo e quali sono state le conseguenze dell’atto di protesta!
Iperattività: di che cosa si tratta
- persistente pattern di disattenzione, iperattività ed impulsività che influenza il funzionamento;
- disattenzione che si manifesta sul piano comportamentale come divagazione dal compito, difficoltà a mantenere l’attenzione e disorganizzazione;
- iperattività ed eccessiva attività motoria;
- impulsività che si manifesta in azioni affrettate che avvengono senza valutare le conseguenze.
- gestione della rabbia;
- utilizzo di tecniche non aggressive nella risoluzione dei conflitti;
- adattamento.
Iperattività: vicenda e sviluppi del caso in Italia
A farne le spese è stato il bambino che, tornato a casa, ha raccontato tutto alla madre addebitando l’assenza dei compagni all’influenza.
Alunni con BES
Se il bambino avesse problemi di iperattività, come non è ancora stato dimostrato, rientrerebbe nella categoria protetta di alunni con BES.
Gli alunni con BES sono studenti che hanno necessità di attenzione speciale nel corso del loro percorso scolastico. I motivi possono essere permanenti, superabili o certificati da una diagnosi medica ufficiale.
Possiamo dividerli in tre grandi aree di disturbi:
- evolutivi specifici: tra questi troviamo i DSA (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) e l’ADHD (deficit di attenzione e iperattività) certificati. In questi casi non esiste il supporto di un insegnante di sostegno. È infatti la scuola a scrivere un piano didattico personalizzato per ogni studente;
- motorie e disabilità cognitive: ove certificate dal Servizio Sanitario Nazionale indicano la necessità sia dell’insegnante di sostegno e sia del piano educativo personalizzato;
- legati a fattori socio-economici, linguistici, culturali: rientra in questa casistica la mancata conoscenza della lingua e/o difficoltà comportamentali e relazionali. Queste possono essere messe in luce o dalla scuola o dai servizi sociali. Non è prevista la presenza dell’insegnante di sostegno;
- specifici dell’apprendimento (DDA): questi sono legati a diverse cause e acapacità cognitive ridotte di grado diverso. Ad esempio autismo,
- patologie di tipo neurologico, organico o sensoriale, Sindrome di Down, disturbi psicologici e così via.
Didattica inclusiva e supporto dell’apprendimento
Ad oggi esistono diverse tipologie di ausili per potenziare le abilità e compensare le difficoltà di bambini con problemi di iperattività, L’ordinamento nazionale garantisce l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche.
La tecnologia a supporto dell’apprendimento comprende strumenti fisici e software che:
- abilitano lo studente ad imparare a scuola;
- aiutano a studiare a casa a scuola;
- permettono di partecipare e a sentirsi incluso nell’interezza della attività didattiche;
- consentono di sviluppare e seguire strategie didattiche inclusive;
- permettono di integrare e ampliare l’uso di strumenti nelle lezioni quotidiane.
Ad oggi esistono anche alcune tecnologie digitali utilizzate come strumenti compensativi. Tra le principali:
- sintesi vocale: consente la lettura automatica di un testo digitale. Alcuni programmi permettono di regolare velocità, modalità di lettura e tipologia di voce. Può inoltre anche essere utilizzata in combinazione con un editor di testo per correggere eventuali errori durante la lettura;
- tecnologie per la matematica: ad esempio i fogli di calcolo che permettono di svolgere operazioni matematiche su un foglio elettronico bianco. O le calcolatrici parlanti, che attraverso la sintesi vocale leggono ad alta voce i vari passaggi delle operazioni svolte;
- programma di video-scrittura: utile per creare testi in tempi ridotti, sono dotate di un correttore automatico che individua gli errori di battitura.