Gli insegnati italiani
Per chi sogna di diventare insegnante in Italia, deve aspettarsi un percorso per nulla semplice. Anni di studio, formazione, precariato e un lungo percorso verso una cattedra di ruolo che non sempre arriva. Questi sono alcuni degli ostacoli che bisogna affrontare per chi ha l’obiettivo di diventare maestro o professore. Per non parlare del problema più grosso: la poca valorizzazione economica. Perché se da un lato dopo una lunga trafila si raggiunge la soddisfazione a livello professionale, svolgendo il lavoro che si sogna da sempre e che si ama, dall’altro non si ha la stessa soddisfazione a livello remunerativo. Infatti anche l’ultimo rapporto di Education at glance del 2019 curato dal’ OCSE, ha affermato che gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa.
Gli stipendi a confronto
Gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa. Ma se vogliamo entrare nello specifico bisogna distinguere gli insegnanti della scuola elementare, della scuola media e delle superiori. Per i docenti universitari il salario mensile è molto più alto. Inoltre si devono anche tener presente gli anni di anzianità; cioè più sono gli anni in cui si ricopre una cattedra di ruolo e più il guadagno è alto. Un insegnante delle elementari all’inizio della sua carriera, in Italia, guadagnerà 30.403 dollari, contro una media OCSE di 31.276 dollari. Dopo 15 anni di esperienza in Italia i docenti della primaria arrivano a 36.604 dollari, contro una media OCSE di 42.078 dollari. A fine carriera si arriva a 44.468 dollari, contro i 55.364 della media europea. La differenza è ancora più evidente nelle scuole medie. La paga iniziale è di 32.725 dollari in Italia, contro i 34.230 dollari in Europa. Alle superiori si inizia con 32.725 dollari per arrivare a 51.045 in Italia, mentre 35.859 come inizio e 60.677 nel resto d’Europa.
Meno ore di insegnamento
Oltre ad avere gli stipendi più bassi, in Italia sono basse anche le ore di lavoro degli insegnanti. Infatti sempre secondo i dati OCSE, i docenti italiani passano meno ore in classe, rispetto ai loro colleghi europei. Alle elementari le ore di insegnamento netto sono 783 contro le 1.612 della media OCSE; alle medie ci sono 709 ore per l’Italia contro le 1.629 ore del resto d’Europa. Per cercare di limitare queste disparità dal 1 luglio entrerà in vigore in Italia il taglio del cuneo fiscale. Cioè per gli insegnanti, con redditi annui fino a 26.600 euro lordi, ci sarà un aumento di 100 euro sugli stipendi.