I falsi amici in inglese (false friends): attenzione a queste parole
I false friends sono termini inglese che, per somiglianza con l’italiano, possono trarre in inganno sul loro vero significato. Conoscere queste differenze è essenziale per evitare fraintendimenti nella comunicazione e approcciarsi al livello avanzato (advanced English).
Cerchiamo di analizzare i principali “falsi amici” insieme!
Che cosa sono i false friends
Il fenomeno dei false friends, in italiano letteralmente “falsi amici”, è una delle trappole più insidiose a cui si trova davanti chi ha appena iniziato un percorso per apprendere l’inglese.
Tale espressione deriva dal francese “faux amis du traducteur” (falsi amici del traduttore) e venne coniata nel 1928 dai linguisti Maxime Koessler e Jules Derocquigny.
Nello specifico, i loro studi avevano dimostrato che l’etimologia comune e l’assimilazione culturale portano parole di lingue diverse a somigliarsi, senza necessariamente condividere significati. Ad esempio, sia l’italiano che l’inglese hanno nel loro vocabolario termini presi dal latino e dal francese. Nonostante questa base comune, l’evoluzione semantica ha successivamente portato a divergenze sviluppando significati differenti nei diversi contesti culturali e linguistici.
Come abbiamo visto finora, i false friends sono quindi parole della lingua inglese che ricordano l’italiano e sembrano avere un determinato significato, in quanto simili, e invece conducono in errore perché ne hanno un altro.
La maggior parte delle volte si tratta di vocaboli semplici che condividono somiglianze ortografiche o fonetiche con parole della propria lingua madre, inducendo chi li usa a fare associazioni sbagliate sul loro significato e tradurle in maniera automatica in modo errato.
False friends: quali sono i più comuni
- factory: termine utilizzato per indicare fabbriche e stabilimenti industriali e non una fattoria, che si dice invece “farm”;
- library: termine estremamente confusivo che significa “biblioteca”, mentre libreria è tradotto con “bookstore”;
- agenda: non assume il significato di agenda o per prendere appuntamenti ma indica le attività di svolgere durante la giornata o la definizione degli argomenti da trattare e delle relative priorità;
- parents: nonostante sembri indicare i parenti (indicato in inglese con il termine generico “family”) in realtà significa semplicemente “genitori”;
- argument: nonostante sembri indicare la simile parola “argomento” in realtà significa “litigio”;
- rumor: significa “diceria”, un gossip non particolarmente gradito;
- confidence: è il termine corretto per parlare di fiducia e non, come potrebbe apparire per indicare la “confidenza”;
- sympathy: comprensione con empatia e non simpatia (kindness);
- estate: nonostante si scriva esattamente come l’italiano, non è la parola per indicare la stagione più calda, “summer”, ma significa “proprietà immobiliari”;
- grave, che significa “tomba”;
- notice: non è una “notizia” (“news”) ma un avviso;
- romance: non un romanzo (“novel”) ma una storia d’amore.
Aggettivi, verbi ed avverbi
Come abbiamo visto finora, i false friends sono una serie di vocaboli che per somiglianza o assonanza vengono associati a dei significati che nella realtà si rivelano sbagliati.
Tra i principali aggettivi inglesi, di certo i più diffusi sono:
- brave non significa “bravo”, ma “coraggioso”;
- casual, uno degli errori più frequenti non significa “casuale” (“random”) ma “informale”;
- cold: al contrario di quanto sembrerebbe non significa caldo (“hot”) ma all’opposto “freddo”;
- consistent: non “consistente” ma “coerente”;
- lame, tradotto con “patetico” e non, come apparrebbe “lame” (al plurale “blades”);
- morbid: significa “macabro” e non morbido (“soft”);
- terrific, un altro false friend che trae spesso in inganno: non significa terrificante, ma “straordinario”, qualcosa che piace molto.
Tra i “falsi amici” si celano anche verbi ed avverbi. In particolare:
- annoy significa “infastidire” e non annoiarsi (“get bored”);
- pretend: in inglese si utilizza per dire “fare finta” e non pretendere;
- actually: può ricordare l’avverbio “attualmente”, ma in realtà significa “davvero, realmente, a dire il vero” in base al contesto;
- adjust: non significa “aggiustare” che si dice invece (“to fix”) ma “adattarsi”;
- definitely : non è “definitivamente”, che si dice “ultimately”, ma “certamente”;
- eventually: è un altro modo per dire “alla fine”, non “eventualmente” (che invece si dice “possibly”).
Come smettere di pensare in lingua madre
Le maggiori difficoltà che si incontrano quando ci si approccia allo studio di una lingua straniera dipendono strettamente dalla forma mentale.
Infatti, la tendenza è quella di continuare a pensare nella propria lingua madre, cercando di “piegare” i nuovi schemi linguistici all’interno di quelli più noti. Si tratta di un’abitudine mentale che porta a pensare prima, ad esempio, in italiano e solo successivamente tradurre in inglese.
Come è evidente, è importante progressivamente cominciare ad abbandonare questo costrutto ed imparare a ragionare come farebbe un madrelingua. Per riuscirci in modo ottimale è di certo necessario possedere molta concentrazione, determinazione, impegno quotidiano ed eventualmente il supporto di un insegnante qualificato in grado di aiutare ad evitare le principali trappole come i false friends.
L’effetto dei falsi amici è infatti molto dannoso, in quanto impediscono di comprendere pienamente discorsi in lingua inglese e molte espressioni e rendono più caotica la comunicazione generando confusione nell’interlocutore.
In quest’ottica conoscere esattamente il significato dei termini è fondamentale per non “improvvisarli” rischiando risultati grotteschi.
Infine, occorre ricordare che l’inglese, trattandosi di una lingua di origine anglosassone e non neo-latina come l’italiano, possiede una serie di forme linguistiche che sfuggono all’ intuizione linguistica.