Eurostat, i dati parlano chiaro: troppi laureati disoccupati
Si tratta dell’ultimo sconvolgente dato da parte di Eurostat: oltre il 40% dei neo laureati in Italia è senza lavoro. A quanto pare, dati alla mano, sembra che quasi la metà degli studenti che hanno conseguito una laurea negli ultimi 3 anni non abbia ancora trovato un’occupazione. Impennano così le percentuali relative alla disoccupazione italiana, senza dubbio molto più alte rispetto a quelle degli altri Paesi appartenenti all’Unione Europea, che si aggirano invece, attorno al 16%.
Meno iscrizioni agli atenei
Visto il grande livello di disoccupazione che caratterizza il nostro bel Paese, appare sempre più evidente come, di conseguenza, tanti studenti decidano di non proseguire la loro carriera scolastica dopo le superiori e decidano di non frequentare l’università, proprio per provare ad ovviare al problema della mancanza di lavoro. Si tratta di un non “voler perdere tempo” e provare sin dall’inizio a cercare un’occupazione dignitosa, magari rinunciando anche ai sogni che il conseguimento una laurea avrebbe potuto realizzare. Come per tanti altri settori, anche in questo caso, in Italia, si evidenzia un netto divario tra il Nord e il Sud.
Nord Italia VS Sud Italia: le differenze
In base ai dati Eurostat emerge un altro rilevante fattore: la differenza che spacca a metà lo stivale, anche in questo caso. Sembra infatti che il Nord Italia riesca ad equipararsi in maniera omogenea a quelli che sono i dati europei attuali. Basti pensare al Veneto che vanta addirittura il 75% degli occupati a 3 anni dalla laurea, in netto contrasto con la Calabria che sfiora appena il 31%.
Ci si interroga sul perchè di questa notevole differenza e la risposta sta forse nella mancanza di innovazioni che ancora oggi, purtroppo, è presente nel sud del nostro Paese.
Fuga di cervelli: un dato allarmante
Il problema del lavoro affligge ormai la nostra Nazione da tempo, in maniera disomogenea, ma comunque concreta. E’ proprio a causa di questa problematica che tantissimi studenti, magari molto bravi, decidono di abbandonare la loro terra d’origine per spostarsi all’estero ed inseguire un sogno concreto: trovare il lavoro per il quale hanno studiato e sacrificato anni. Avere una laurea in Italia ormai spesso non basta più ed è proprio per questo motivo che le cosiddette “fughe di cervelli” aumentanto in maniera consistente, anno dopo anno. Tutto ciò, se non si troverà una soluzione consona per occupare i giovani laureati, porterà ad un ulteriore abbassamento delle risorse nel nostro Paese.