CTR in Google Ads: come interpretare questa metrica
Acronimo di click through rate, il CTR in Google Ads è una metrica di rendimento fondamentale che permette di capire l’impatto dei propri annunci nella rete web.
Scopriamo insieme come interpretare il CTR a secondo della campagna attiva e come procedere con un’ottimizzazione!
Che cos’è il CTR in Google Ads
- è nella media;
- sta performando bene;
- deve essere migliorato in quanto basso.
Quali sono i fattori da cui dipende
Come abbiamo visto insieme il CTR in Google Ads è una metrica utile per avere un’idea dell’impatto che stanno avendo i propri annunci. Il CTR dipende da alcuni fattori tra cui principalmente:
- scelta delle parole chiave: usare keyword generiche permette di intercettare un pubblico di utenti più ampio. Il rischio è però quello di sprecare budget per utenti che potrebbe non essere interessati al prodotto/servizio offerto keyword più specifiche permettono invece di raggiungere meno utenti ma avrai maggiori opportunità di click interessati.
- target: conoscere il pubblico di riferimento è fondamentale. Solo in questo modo si possono creare dei contenuti personalizzati adatti a singole esigenze e desideri. Anche tono di voce e contenuti visuali vanno scelti in base al pubblico di riferimento;
- contenuti: testi, immagini, video, landing page e sito web. Importante creare un titolo che sia originale, generi curiosità ed inviti l’utente a cliccare. Immagini e video devono saper catturare l’attenzione in quanto il primo elemento a saltare all’occhio.
Occorre ricordare che il CTR da solo non dà indicazioni sull’andamento generale di una campagna. Necessario quindi inserirlo in un quadro di dati più completo e coerente con i propri obiettivi.
Tipologie di differenti campagne attive
Le campagne search hanno generalmente un CTR più alto rispetto a campagne di altro tipo. La motivazione va a ricercarsi nel minor numero di impression totali.
È inoltre necessario porre una distinzione tra keyword brand, con CTR più alto, e non brand, ovvero che lavora su parole chiave generiche.
Per migliorare i CTR in Google Ads delle campagne no brand è necessario l’utilizzo di keyword:
- più specifiche;
- con un volume medio di ricerche mensili minore;
- dotate di minor competizione in asta;
- adatte ad intercettare utenti vicini alla conversione.
- numero di clic previsti;
- pertinenza degli annunci;
- esperienza sulla pagina di destinazione.
Le campagne video invece hanno a disposizione molte metriche specifiche e più appropriate per misurarne l’efficacia. Sono basate per lo più sulla visualizzazione degli annunci.
Le campagne Performance Max, grazie alla combinazione di asset, creano annunci che escono su tutte le reti di Google Ads. Ad oggi non è ancora possibile vedere sulla piattaforma le metriche specifiche per ogni rete.
Per tutte le campagne citate è possibile visualizzare, il rendimento degli asset testuali, dei banner e dei video, e sostituirli ove il rendimento non sia ottimale.
Attendibilità del CTR di Google Ads
Il CTR non è una metrica di rendimento da analizzare da sola per valutare l’andamento complessivo di una campagna. Una metrica presa singolarmente e decontestualizzata restituisce solamente un numero.
A livello generico, è invece necessario avere una visione d’insieme, una metrica presa singolarmente e decontestualizzata ci riporta un numero.
Di certo si può considerare attendibile un CTR quando la campagna è attiva da almeno 3 o 4 settimane. Insieme a questo dato si devono analizzare anche altre metriche quali:
- qualità del traffico importabili;
- eventi e durata media della sessione;
- coinvolgimento;
- obiettivo;
- strategia di offerta;
- conversioni.
Un’ultima campagna da tenere in considerazione, seppur meno utilizzata, è la display. In questo caso il CTR in Google Ads è tendenzialmente più basso.
Gli aspetti da tenere in considerazione sono diversi, come ad esempio
- Il target della campagna: a pubblico freddo o di remarketing. Il primo intercetta gli utenti per interessi il secondo arriva a persone che hanno già interagito con lo specifico sito;
- La strategia di offerta: ricevere quante più impressioni dell’annuncio possibili;
- La creatività usata: utilizzare immagini di bassa qualità all’interno dei propri annunci o copy poco chiari e non accattivanti può essere molto penalizzante;
- L’ottimizzazione del target;
- Il controllo periodico del rendimento degli asset testuali e dei banner;
- Il rendimento degli asset: eliminare dalla campagna i posizionamenti in cui i banner hanno generato molte impression ma nessun clic.