La funzione delle cellule di Schwann nella rigenerazione nervosa
Quando pensiamo al sistema nervoso pensiamo ai neuroni, ma ne fanno parte anche le cellule di Schwann e altri tipi cellulari che insieme formano la neuroglia. Non si tratta di cellule in grado di ricevere e trasmettere impulsi nervosi, bensì di elementi che hanno il ruolo di supporto per i neuroni. Fra di loro le componenti della neuroglia sono molto eterogenee ma di seguito si concentreremo su una sola tipologia in particolare.
A scoprire queste cellule così fondamentali per il corretto funzionamento dei neuroni fu il biologo tedesco Theodor Schwann, vissuto nel 1800 e che studiò a lungo le fibre nervose. Sempre a lui si deve la scoperta della pepsina, un importante enzima prodotto a livello dello stomaco e importanti scoperte sulla natura dei lieviti.
Qual è l’origine delle cellule di Schwann
Queste elementi si formano durante l’embriogenesi a partire dalle cellule delle creste neurali. Queste sono strutture che prendono corpo durante la neurulazione, intorno alla terza settimana dello sviluppo dell’embrione. Per la precisione compaiono al confine tra l’ectoderma e la piastra neurale (da cui poi si formerà il sistema nervoso centrale, composto da cervello e midollo spinale).
Mentre le creste neurali sono strutture transitorie le cellule di Schwann invece sono fisse nel nostro corpo e le troviamo per la precisione nel sistema nervoso periferico. I neuroni periferici e i sistemi simpatico e parasimpatico derivano a loro volta dalle creste neurali, e hanno dunque un’origine comune alle cellule della neuroglia come ad altri strutture del nostro corpo.
Tra questi troviamo la midollare del surrene, ovvero la parte della ghiandola surrenale che produce l’adrenalina e la noradrenalina. Di origine ectodermica legata alle creste ci sono poi i melanociti (elementi presenti nell’epidermide che producono melanina), le cellule della dentina e la cartilagine della faccia.
Per formare il sistema nervoso periferico e le altre strutture le cellule della cresta neurale migrano, ovvero si staccano dall’ectoderma e si spostano all’interno dell’organismo. Durante gli spostamenti continua la differenziazione di questi elementi cellulari che iniziano a esprimere recettori diversi. Alcuni diventeranno neuroni, altri andranno a costituire la neuroglia.
La funzione di questi elementi della neuroglia
Definita l’origine delle cellule di Schwann è il momento di definire quale sia il loro ruolo rispetto al sistema nervoso.
Dal punto di vista strutturale presentano un citoplasma voluminoso e un piccolo nucleo di forma allungata. Circondano gli assoni di tutti neuroni del sistema nervoso periferico (SNP) e rappresentano infatti la porzione più abbondante della sua neuroglia.
Hanno la capacità di produrre mielina, una sostanza costituita da lipidi per circa l’87% e per la parte restante da proteina. Possiede lo scopo di isolare gli assoni dei neuroni impedendo di disperdere lo stimolo nervoso, oltre a nutrire e proteggere i neuroni dalle sollecitazioni meccaniche. Dato il suo aspetto denso e biancastro si parla di sostanza bianca per le fibre nervose che presentano una guaina spessa, e sostanze grigia quando la presenza di mielina si limita a uno strato sottile.
Oltre alle cellule di Schwann ci sono degli altri elementi della neuroglia in grado di sinterizzare la mielina, ovvero gli oligodendrociti. La guaina mielinica non si presenta uniforma lungo gli assoni ma forma un rivestimento presente a tratti e interrotto da delle strozzature dove si interrompe. Questi punti si chiamano nodi di Ranvier.
Gli elementi della neuroglia che stiamo esaminando però sono dotati anche di attività fagocitaria che consente di eliminare eventuali residui di cellule nervose danneggiate. In questo modo danno un contributo importante per riparare eventuali lesioni a carico del sistema nervoso periferico. Possono anche perdere la propria differenziazione per tornare alla fase proliferativa.