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Marketing virale: 5 ingredienti di successo

Marketing virale: 5 ingredienti di successo

marketing virale ingredienti di successo
  • Alessia Seminara
  • 5 Settembre 2022
  • Digital marketing
  • 5 minuti

Marketing virale: 5 ingredienti di successo

Il marketing virale può essere considerato, più che come un concetto, come la meta che ogni creatore di contenuti vorrebbe raggiungere.

Si basa sul trasmettere a pochi utenti un contenuto e, tramite questo ristretto numero di seguaci, il contenuto stesso dovrebbe essere diffuso su vasta scala.

Un post virale, dunque, parte dal ristretto campo dei followers che, tramite le loro condivisioni, riescono a diffondere ampiamente il contenuto stesso.

Purtroppo, condividere un contenuto e renderlo poi virale non è sempre facile. Sentiamo spesso dire che il marketing dei contenuti è ormai saturo. Come fare, dunque, marketing virale e avere successo?

Scopriamolo insieme, analizzando gli ingredienti che ogni post virale dovrebbe contenere.

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La viralità non è un caso: cosa nasconde

Purtroppo, è ancora opinione diffusa che un post possa diventare virale per puro caso. Eppure, come i promotori del marketing virale sanno benissimo, nulla sul web accade per caso.

In fondo, se tra i milioni di contenuti praticamente invisibili ce ne sono soltanto alcuni che riescono a diventare virali, ci sarà sicuramente una ragione.

Alla base del marketing virale, ad esempio, ci sono degli studi scientifici e psicologici.

Ogni contenuto deve essere in grado di lasciare il segno e muovere qualcosa nella mente degli utenti di internet, altrimenti si confonderà in mezzo agli altri.

Solo se riesce a smuovere qualcosa negli utenti, il post in questione sarà in grado di generare condivisioni.

Tuttavia, le condivisioni non garantiscono sempre la viralità: il post potrebbe raggiungere un certo grado di visibilità. Senza però diventare necessariamente virale.

Purtroppo, anche i post in grado di provocare emozioni forti non sempre diventano virali. Ma questo non è necessariamente negativo: anche se non si tratta di marketing virale, un post con un buon tasso di condivisione è comunque un’ottima pubblicità.

Ad ogni modo, per avere maggiori possibilità che il post diventi virale, il contenuto deve suscitare un’emozione.

Non deve necessariamente trattarsi di un’emozione positiva. Non a caso nel marketing virale anche sentimenti come l’incredulità, l’indignazione e la rabbia vengono sfruttati.

Solo un’emozione abbastanza forte spinge alla condivisione massiva del contenuto, che in questo modo si diffonderà a macchia d’olio.

C’è solo un’emozione che dovrebbe essere evitata: la tristezza.

È stato infatti dimostrato che i contenuti tristi hanno poche probabilità di essere condivisi. E, dunque, di diventare virali.

Questo perché, secondo la psicologia, nessun essere umano vuole essere portatore di cattive notizie. Se vogliamo fare marketing virale, dunque, i contenuti tristi devono essere aboliti.

Ingredienti del marketing virale

Adesso che sappiamo che le emozioni forti, di solito, possono rendere un post virale, cerchiamo di capire quali sono gli elementi che questo post deve necessariamente contenere.

Purtroppo, è bene sottolinearlo, ci sono alcune variabili che non siamo in grado di prevedere. È questo il problema del marketing virale: sappiamo a grandi linee come funzionano gli algoritmi social, ma non ne conosciamo tutti i segreti.

Esistono però delle caratteristiche che, nel marketing virale, non devono mancare.

Post “personali”

Un post può diventare virale solo attraverso la cosiddetta personalizzazione. Nessuno sarà portato a condividere un contenuto che non lo riguarda da vicino.

Un contenuto del genere, tra le altre cose, non è neppure in grado di provocare emozioni forti. L’utente, non sentendosi minimamente “toccato” dal contenuto in questione, non lo condividerà perché non lo riguarda e non lo coinvolge.

Tematiche relative ai dibattiti sociali

Anche se spesso è consigliato ai proprietari di pagine e account business di evitare di prendere una netta posizione relativamente a questioni di tipo sociale, non lo possiamo assolutamente negare: i post che riguardano dibattiti su problematiche di tipo sociale hanno maggiori probabilità di diventare virali.

Un post del genere viene più facilmente condiviso, genera commenti, like e reazioni varie, viene ripubblicato.

L’importante è essere incisivi e porsi nel modo giusto. Soprattutto nel caso di argomenti molto delicati, è meglio non strafare.

Contenuto esplicativo

Se il post contiene anche un testo studiato a regola d’arte, è molto più probabile che diventi virale. Spesso, purtroppo, soprattutto sui social media, si tende a privilegiare il contenuto visivo. Ci si dimentica dell’importanza della cosiddetta caption.

Eppure, è dimostrato che un copy, ossia un testo o una didascalia, con elementi esplicativi e persuasivi possa avere maggior presa sul pubblico.

Dunque, va benissimo concentrarsi sull’immagine e/o sul video da condividere, perché è questo che catturerà l’attenzione dell’utente. Ma anche la descrizione va curata nei minimi dettagli.

Elemento di provocazione

Per scatenare un’emozione forte, anche non proprio positiva, un elemento fondamentale è la provocazione.

Si tratta di un elemento in grado di generare dibattito e tutto ciò che ne consegue: condivisioni, commenti, reazioni.

Ovviamente, come nel caso in cui si decida di trattare temi sociali e dibattiti, bisogna evitare di esagerare. Niente contenuti offensivi: offendere e provocare non sono due sinonimi!

Si tratta dell’elemento del marketing virale più difficile da utilizzare. Per questo, va usato con buon senso e parsimonia.

Post contenenti cardini sociali

Anche i contenuti realizzati intorno ai cosiddetti cardini sociali, che devono essere socialmente riconosciuti e accettati, hanno un alto potenziale di viralità.

Il marketing virale basa spesso i suoi contenuti su cardini potenti come unioni e matrimoni.

Attenzione: deve trattarsi di cardini sociali positivi, con cui la gente ha il piacere di identificarsi.

Altre caratteristiche

Le caratteristiche appena analizzate fanno parte del marketing virale e possono portare alla diffusione di un post su vasta scala.

Tuttavia, ci sono anche altri elementi che possono rendere un post virale, e che devono essere tenuti in considerazione.

Oltre alla capacità di generare emozioni, i post virali di solito sono anche di valore. Possono risolvere un problema, offrire un consiglio o condividere una skill. In questo modo, gli utenti avranno voglia di condividere le informazioni utili coi conoscenti.

Non è quindi un caso che la maggior parte dei post virali offrano suggerimenti, ricette o possano essere classificati come didattici.

Inoltre, un post virale deve essere semplice e “facilmente digeribile”. Un linguaggio eccessivamente curato e astruso è bandito: post con linguaggio semplice e immediato hanno più probabilità di raggiungere la viralità.

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Alessia Seminara
Giornalista pubblicista, copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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