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Google Ads: 7 strumenti per migliorare la tua efficienza operativa

Google Ads: 7 strumenti per migliorare la tua efficienza operativa

Google Ads
  • Nausicaa Tecchio
  • 9 Novembre 2023
  • Vendita e comunicazione
  • 5 minuti

7 strumenti per migliorare la tua efficienza operativa in Google Ads

Per il colosso tech di Mountain View dotarsi di un programma pubblicitario come Google Ads è stata senza dubbia una scelta redditizia grazie alle svariate aziende che hanno deciso di utilizzarla.
All’interno di questa piattaforma è possibile selezionare il target di riferimento per i propri annunci e decidere in che momento della giornata e su che sito mostrarli.

Creando una campagna pubblicitaria con questo strumento si stabilisce anche il budget da investire. Grazie al machine learning la piattaforma ottimizza gli annunci in modo che raggiunga i potenziali clienti. Si può inoltre monitorare con precisione l’andamento della pubblicità grazie al ROAS (ritorno di investimento pubblicitario).
Ma ci sono altri tools che è meglio saper usare come vedremo di seguito.

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Google Ads: l’importanza dei filtri e delle View

All’interno della piattaforma non è facile orientarsi tra i diversi dati e aspetti delle campagne pubblicitarie. Per facilitare la navigazione è possibile stabilire e salvare dei filtri che permettano di concentrarsi sulle informazioni di maggiore interesse. L’importante però è crearli in modo che siano funzionali e che non rischino di disperdere alcuni dati.

Creare un filtro su Google Ads non è difficile, basta andare sull’icona a forma di imbuto. Se si hanno molte campagne pubblicitarie all’attivo però i filtri singoli possono non bastare. L’ideale è poterli riunire all’intero di set prestabiliti in modo da controllare più aspetti in contemporanea e in modo molto rapido, senza dover fare più ricerche.

Questi set si chiamano View, anche se prima erano conosciuti come Workspaces.
Crearne uno richiede semplicemente di selezionare i filtri che si vogliono includere e selezionare l’opzione “Salva”. A questo punto nella schermata comparirà una finestra dove scrivere il nome della View. Le volte successive si dovrà cercare la denominazione scelta per applicare tutti i filtri al suo interno.

Le colonne personalizzate: come crearle e sfruttarle

Un altro strumento molto utile all’interno di Google Ads sono le colonne personalizzate, che si affiancano a quelle standard già previste nella piattaforma. Anche quelle create ad hoc per le proprie campagne si possono includere nel grafico di riepilogo per esaminare il rendimento che stanno generando. Per definirne una si parte cliccando sull’icona con le tre barre verticali.

A questo punto si sceglie l’opzione “Modifica colonne” e poi “+ Colonna personalizzata” per poi inserire le informazioni su quella che si vuole ottenere. Per esempio si può scegliere di crearne una per capire gli svantaggi che porta il proprio budget o il costo che portano le campagne per ogni giornata. Le colonne personalizzate devono avere un proprio titolo, una descrizione e dei filtri. 

Per visualizzare i dati sotto forma di percentuali o altri formati Google Ads permette di includere degli operatori matematici nelle colonne personalizzate. Una volta salvate si può scegliere l’opzione “Applica” per vederla insieme alle altre statistiche.

I set di colonne per le informazioni di rilievo

Oltre a poter generare a proprio piacimento delle metriche personalizzate come per i filtri queste si possono raggruppare. Così si possono vedere subito i dati di maggior interesse, tutti nella stessa zona del grafico. Metterle nell’ordine desiderato non è difficile perché Google Ads consente di sfruttare il drag and drop per spostare le proprie colonne e disporle come si vuole.

Una volta stabilito come organizzare la fila di colonne si sceglie l’opzione per salvare il set in basso a sinistra in modo che la piattaforma lo riproponga identico al controllo successivo. A questo punto non c’è pericolo che il programma riorganizzi in modo arbitrario le diverse metriche e si possono vedere i risultati nel modo più comodo. 

Se si vuole creare più di un layout di questo tipo basta dare un titolo per distinguere fra i diversi set di colonne che si sono messi a punto e poi scegliere quello più adatto. 

 

Google Ads permette di mettere a punto le proprie regole in automatico

Ogni account sulla piattaforma ha a propria disposizione uno strumento chiamato regole automatizzate. Queste consentono di apportare modifiche alle offerte o al budget senza dover intervenire manualmente, evitando di commettere errori o dimenticare qualche dettaglio. Così si risparmia tempo e si lavora in modo molto più preciso. 
 
Ogni regola automatizzata può essere attivata a partire da un orario a libera scelta, anche se verrà eseguita nel corso dei 60 minuti successivi. Ci sono diverse tipologie tra cui scegliere quando se ne genera una nuova, ad esempio un limite fisso per il budget oppure per modificare lo stato degli annunci. 
 
Su Google Ads per garantire maggiore precisione si può fare un controllo tramite l’opzione “Anteprima” ogni volta che si genera una nuova regola. In caso non risulti ottimale c’è il pulsante “Annulla” che prima di rimuoverla del tutto mostra gli effetti che avrà questa azione sulle campagne attive.
 

Come usare correttamente il Policy Manager 

Questo strumento consente a chi utilizza la piattaforma pubblicitaria di Google di monitorare le violazioni che si possono aver commesso. I rischi di pubblicare materiale vietato all’interno degli annunci o non rispettare i requisiti previsti da Google Ads tra cui lo standard di qualità non sono rari come si potrebbe pensare.
 
Quando si incorre in una violazione della policy da parte di uno dei propri annunci si deve sistemare il problema o presentare ricorso in caso si tratti di un errore. Tuttavia non si riceve alcuna notifica in caso i ricorsi vadano a buon fine. Per questo può tornare utile il Policy Manager, che permette di seguirne lo stato da un pannello apposito.
 

Le parole chiave escluse su Google Ads

A differenza delle keyword classiche queste sono dei termini di ricerca che vengono eliminati dalle campagne pubblicitarie di chi le imposta. Escludere delle parole chiave può rivelarsi un sistema efficace per evitare che gli annunci siano indirizzati verso un target simile ma non adeguato ai prodotti o servizi che si promuovono. 
 
Le parole chiave escluse da scegliere devono quindi essere simili a quelle che potrebbero rimandare al proprio annuncio ma che possono risultare fuorvianti. In tutto ogni account può stabilirne venti al massimo, sul totale delle campagne attive. La cosa migliore è basarsi sulla struttura delle campagne per capire quali possano tornare più utili.
 

La raccolta di asset 

Questa funzionalità è perfetta per organizzare in un unico spazio tutti i file, le immagini e i video utilizzati per gli annunci pubblicati tramite Google Ads. Si caricano nuove risorse senza problemi premendo sul pulsante con il segno “+” ed è possibile riutilizzare gli stessi elementi anche più volte nel corso di una campagna.
 
La raccolta di asset è a tutti gli effetti una galleria dove poter ordinare i file a proprio piacimento per facilitare la creazione degli annunci. Al suo interno si possono creare della cartelle dove inserire le risorse suddivise per tipologia o per contenuto. 
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