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SERP instabile: cosa causa le fluttuazioni nei risultati di Google

SERP instabile: cosa causa le fluttuazioni nei risultati di Google

SERP instabile - fluttuazioni risultati Google
  • Sara Elia
  • 7 Novembre 2023
  • Digital marketing
  • 4 minuti

SERP instabile: cosa causa le fluttuazioni nei risultati di Google

Come è noto la SERP di Google cambia molto frequentemente. Ma ciò che sta accadendo negli ultimi giorni a livello internazionale è ben differente.

I vari strumenti di monitoraggio della variazione ranking, stanno infatti segnalando una estrema volatilità dei posizionamenti. Molto più elevati rispetto all’attività regolare media. 

Scopriamo insieme cosa sta succedendo.

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Che cos’è la SERP

Procediamo con ordine. SERP, acronimo di Search Engine Results Pages, indica le pagine dei risultati del motore di ricerca.
Le SERP sono le pagine web che compaiono agli utenti quando cercano qualcosa online. L’utente inserisce la sua query di ricerca tramite parole chiave e il motore di ricerca restituisce in risposta una SERP.
 
Ogni SERP è unica, anche per le query di ricerca effettuate sullo stesso motore di ricerca con le stesse parole chiave. Ogni differente motore di ricerca infatti:
  • personalizza l’esperienza utente;
  • presenta i risultati in base a diversi fattori;
  • considera posizione fisica e cronologia di navigazione di ciascuno. 
Le SERP contengono due tipi differenti di contenuti: organici e a pagamento.
I primi sono elenchi di pagine web che appaiono come risultato dell’algoritmo del motore di ricerca, e non sono a pagamento. Ottimizzare i contenuti permette di ottenere un posizionamento più elevato.
I risultati a pagamento sono invece quelli che pagati da un inserzionista per essere visualizzati in prima pagina sul motore di ricerca. Per apparire in questi risultati è necessario creare una campagna di advertising.
 
Le SERP sono in costante evoluzione grazie alle tecnologie emergenti per offrire un’esperienza sempre più intuitiva e reattiva. Ad oggi, sapere come funziona la ricerca e come massimizzare la visibilità è decisamente importante per combattere la concorrenza.
 

SERP instabile: cosa sta succedendo

Come abbiamo accennato, in questi giorni gli strumenti di analisi stanno segnalando un’alta volatilità dei posizionamenti SERP a livello internazionale.
Per definire questi fenomeni, gli esperti internazionali hanno coniato il termine Googlequake
 
Tali movimenti, con dati fuori scala rispetto ai valori medi regolari, non sono pienamente percepiti a livello di traffico. Riguardano infatti principalmente le pagine di Google successive alla prima.
 
La situazione è così anormale che è nata l’ipotesi che o che tale volatilità di Google abbia rotto gli strumenti automatizzati di tracciamento delle SERP.
Inoltre, un altro aspetto molto strano è che all’apparenza non si registrano segnalazioni parimenti intense di fluttuazioni di traffico, visite e conversioni.
Ciò che stupisce non è solo la quantità delle oscillazioni registrate, ma anche che non si percepiscano particolari perdite. In altre parole, non si notano capovolgimenti intensi quanto il Googlequake potrebbe far immaginare.
 
Si è dunque provato ad indagare per comprendere il fenomeno tramite SEOZoom. Grazie alla maggior granularità dei dati disponibili, è stata ipotizzata una spiegazione logica.
 
L’Osservatorio SERP, analizzando le variazioni nelle SERP di Google, è riuscito a separarle tipologia, suddividendo le fluttuazioni in:
  • Usciti da Top10;
  • Oscillazioni Prima Pagina;
  • Grandi Variazioni;
  • Piccole Variazioni. 

Le indagini di SEOZoom

Le indagini di SEOZoom sulla SERP, riportano, in quasi tutti i database investigati un risultato simile. Gli intensi movimenti riguardano due segmenti specifici:

  • scambio di posizioni all’interno della top10;
  • fluttuazioni di ranking nelle pagine dalla seconda alla quinta di Google, quindi pagine successive alla prima.

I risultati riportati da SEOZoom potrebbero spiegare a che cosa ci troviamo di fronte.

A livello internazionale non sono presenti fluttuazioni rilevanti per la top 10 di Google, perché non ci sono URL nuovi o usciti. I risultati riportano solo delle rimodulazioni nel ranking di URL già posizionati all’interno della prima pagina.Per questo motivo, i siti non hanno avuto cambiamenti rilevanti in termini di traffico rilevato. Hanno solo guadagnato o perso poche posizioni restando comunque all’interno dei primi 10 risultati della prima pagina di Google.

La problematica interessa le pagine successive del motore di ricerca. In queste infatti si segnalano nell’effettivo enormi cambiamenti di posizione. Gli stessi, nonostante tutto, hanno un basso impatto sul traffico reale e sul traffico stimato dai SEO tools.

In conclusione, l’avvenimento sembra essere una riconsiderazione di pagine che non si posizionano bene ma che hanno la potenzialità di ambire alla prima pagina. In qualche modo Google sta spingendo in alto verso posizioni più alte.

A cosa sono dovute queste oscillazioni?

Analizzare i dati e cercare di comprendere la situazione in atto è solo parte del problema. Quello che interessa realmente sapere è perché siamo arrivati a questa fase. Dal momento che non ci sono notizie ufficiali da parte di Google, non si possono solo effettuare supposizioni.

Google esegue quotidianamente modifiche e test sull’algoritmo, non sempre confermati. Alcuni analisti hanno ipotizzato che siamo alle fasi primordiali di un broad core update, di cui l’ultimo risale al marzo 2023. Un broad core update è letteralmente aggiornamento principale, una modifica all’algoritmo di base del motore di ricerca dal nome core. Questo permette il funzionamento dei sistemi “principali di Google e del ranking di ricerca. 

Il core è nell’effettivo una raccolta di algoritmi che interpretano i segnali delle pagine Web, con l’obiettivo di classificare il contenuto che meglio risponde a una query di ricerca. I broad core update sono quindi dei miglioramenti sostanziali ai processi di classificazione generale di Google. Vengono progettati per aumentare la pertinenza generale dei risultati di ricerca e renderli più utili per tutti. 

Altri pensano invece ad un aggiornamento già in corso non confermato in via ufficiale.

In conclusione, gli update di Google relativi alle modifiche di rilevanza minore, al contrario di quelli più impattanti, non vengono però sempre comunicati ma rimangono di interesse riservato.

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Sara Elia
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