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SERP di Google: cos’è, come funziona e quali elementi contiene

SERP di Google: cos’è, come funziona e quali elementi contiene

SERP di Google cosa e come funziona e quali elementi contiene
  • Nausicaa Tecchio
  • 12 Aprile 2023
  • Digital marketing
  • 4 minuti

SERP di Google: cos'è, come funziona e quali elementi contiene

L’acronimo SERP sta per Search Engine Results Page, tradotto la pagina dei risultati di un motore di ricerca. Di particolare interesse risulta quella di Google per l’importanza che riveste per il Digital Marketing. Negli anni si è evoluta, passando a riportare dei semplici link (non più di 10) a una schermata più complessa ed elaborata.

Comprendere il suo funzionamento non è utile solo ai semplici utenti ma anche a coloro che gestiscono i siti web per riuscire a portarsi in rilievo. Non esistono mai due Search Engine Result Page uguali fra loro, soprattutto se vengono eseguite con motori di ricerca diversi che sfruttano algoritmi differenti. Anche con le stesse keyword avvengono delle variazioni. 

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Le SERP in generale 

Si parte sempre da un motore di ricerca, che può essere Google, Bing, Ecosia…o un altro ancora. Una volta che si inserisce una query qualunque all’interno della barra di ricerca basta dare l’invio e si otterrà la Search Engine Result Page. Al suo interno ci saranno i risultati, ordinati in ordine di pertinenza in base alle parole chiave digitate. 

Normalmente gli utenti si fermano alla prima SERP che ottengono, che poi è quella che più probabilmente riporta ciò che si voleva cercare. Il motore di ricerca però ne restituisce diverse. Ciascuna pagina di risultati offre due forme di contenuti: quelli organici e quelli che invece sono a pagamento (paid results), ossia comportano un costo per la visualizzazione. 

I primi non sono altro che i link e i collegamenti che il motore di ricerca ha trovato e classificato secondo i propri algoritmi. Invece i paid results sono in vista in quanto l’inserzionista ha deciso di comprare uno spazio per il proprio annuncio virtuale. I risultati organici inoltre sono il frutto di lavoro di figure SEO Specialist, mentre non è detto che sia così per quelli a pagamento. 

Il posizionamento che si ottiene all’interno della Search Engine Result Page è oggetto di contesa fra i brand che vogliono sbaragliare la concorrenza. Non ci sono solo collegamenti a siti web o testi nelle pagine restituite dai motori di ricerca, ma anche altre tipologie di risultati come media vari (foto, video…). 

 

Come funziona nel caso di Google

La SERP e il SEO (Search Engine Optimization) non sono affatto aspetti distinti ma si compenetrano. Dopotutto i risultati mostrati sulla prima pagina fornita da Google riescono a guadagnare tale posizione proprio grazie all’ottimizzazione in ottica SEO. Un lavoro molto lungo riguarda la selezione delle keyword per il target di riferimento.

I fattori usati dall’algoritmo di Big G per posizionare i siti sono vari, tra cui in rilievo c’è la densità delle parole chiave. Influenzano però l’elaborazione del motore di ricerca anche la velocità di caricamento di un sito (First Input Delay), la qualità delle immagini e dei contenuti che presenta e altri aspetti. In tutto dovrebbero essere circa 200.

Per soddisfare i suoi utenti inoltre Google per strutturare la propria SERP presta attenzione anche agli intenti di ricerca degli utenti. In inglese si chiamano search intent e si possono classificare in tre categorie. Per la precisione si parla di intento navigazionale, informazionale e transazionale. L’analisi della query è fondamentale per capire di quale si tratti. 

I risultati organici che compaiono in primo piano sono quelli considerati di maggior valore per l’utente. Si mostrano sulla pagina sotto forma di snippet, ossia i classici box formati dall’URL del risultato, da un titolo e dalla meta description (breve descrizione dei contenuti dell’articolo/media collegato).

 

Quali tipologie di snippet restituisce la SERP?

Il termine snippet tradotto significa “ritaglio”, poiché rappresenta una piccola parte del sito web, dell’articolo e in generale del risultato trovato da Google. Si tratta del primo assaggio che il motore di ricerca fornisce all’utente e da cui dipende in larga parte la scelta di proseguire aprendo il link o meno.

Si parla di Rich Snippet per riferirsi ai box della SERP che includono diverse tipologie di contenuti, come ad esempio immagini e statistiche. Un esempio sono quelli che si trovano quando si è in cerca di un ristorante dove compaiono snippet che includono foto del locale, orari e recensioni. Si tratta quindi di risultati esaustivi e accattivanti per gli utenti. 

I classici box con gli elementi descritti al paragrafo solo invece si guadagnano la definizione di snippet comuni, per i quali è essenziale una buona impostazione SEO. A generarlo contribuiscono in modo automatico i contenuti che i copywriter inseriscono all’interno della pagina di WordPress nelle specifiche sezioni

Data la loro collocazione è il caso di menzionare anche i Featured Snippet, che spuntano prima di tutti gli altri risultati. Si trovano in posizione zero, in cima alla pagina e forniscono una sorta di riepilogo completo. Poiché non occupano uno spazio reale (da qui il nome della posizione) non influenzano in alcun modo il ranking degli altri snippet. 

La “freschezza” dei risultati è importante

A impostare il Feature Snippet e poi gli altri risultati all’interno della SERP ci pensa il meccanismo di Google chiamato Universal Search. Come accennato in precedenza la pagina multimediale che risulta però non si ottiene mai due volte di seguito perché avvengono delle variazioni anche con la stessa query.
 
La ragione è legata alla freshness (tradotto letteralmente freschezza) dei risultati a cui Google tiene particolarmente. Soprattutto per argomenti e temi legati all’attualità ci sono continuamente nuovi contenuti che emergono, più aggiornati e dettagliati. Allo stesso modo se una pagina di un sito web non subisce modifiche pian piano decresce nella classifica dei risultati. 
 
Per evitare che una volta guadagnata una buona posizione nella SERP il proprio sito o portale arretri quindi è bene rivedere il contenuto periodicamente. In questo modo anche la data di pubblicazione apparirà più recente e quindi più “fresca” secondo gli standard del motore di ricerca. 
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